Anonymous, dai gattini agli attacchi web

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Alcuni attivisti di Anonymous
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Si mostrano con una maschera presa da V for Vendetta, mandano in tilt i siti dei governi e hanno iniziato pubblicando "Lolcatz". Ecco chi c'è dietro il nuovo fenomeno del web

di David Saltuari

Anonymous torna a colpire. Il gruppo di hackers (anche se loro rifiutano questa definizione) che negli ultimi mesi ha "vendicato" Wikileaks colpendo i siti di Paypal, Visa e Amazon, che ha attaccato i siti istituzionali di Tunisia ed Egitto, in appoggio alle rivolte delle popolazioni maghrebine, che anche in Italia ha provato a far crashare il sito del governo e, probabilmente anche quello de Il Giornale, annuncia dal proprio sito di avere ora come obiettivo il Bahrein, colpevole di avere represso la protesta dei suoi cittadini. Ma chi si nasconde dietro questo gruppo di attivisti in rete? Esiste una gerarchia o un'organizzazione?

In principio era un forum di immagini
- Der Spiegel, nel suo numero in edicola, ricostruisce la genesi di questo gruppo di attivisti anonimi online. Il primo nucleo nasce intorno a 4chan, una delle imageboard più grandi e frequentate dalla rete. Fondata nel 2003 dall'allora quindicenne Christopher Poole, 4chan è una sorta di forum specializzato in immagini. Diviso per categorie, questa community ha creato negli ultimi anni la maggior parte dei meme, dei tormentoni del web. Dalle Lolcat, immagini buffe di gatti in pose strane, fino al Rickrolling, l'uso intensivo e grottesco di una canzone anni '80 di Rick Astley, i fenomeni più virali della rete sono nati in questo forum. Il canale più usato è b, quello con immagini a caso (qui il link, ma attenzione, alcune immagini possono essere inappropriate). Per partecipare non c'è bisogno di registrarsi. La maggior parte dei contenuti, infatti, è firmata, guarda caso, anonymous.

Primo attacco a Scientology - Da questo forum non sono uscite solo immagini buffe o video divertenti, ma anche movimenti più seri e finalizzati a uno scopo. Nel 2008 è qui che nasce il Project Chanology, un'operazione di sabotaggio web che ha come obiettivo la chiesa di Scientology. In nuce ci sono già tutte le caratteristiche di Anonymous: l'attacco DoS ai server, la partecipazione libera e non organizzata di molti utenti della rete, la maschera di Guy Fawkes, il personaggio del fumetto e film V for Vendetta.

Le armi a disposizione - Ufficialmente  Anonymous è un'organizzazione fluida e senza struttura. Per partecipare alla maggior parte delle loro azioni non è neanche necessario essere esperti informatici. Il loro attacco preferito è il DoS, Denial of Service. Semplicemente si richiama in massa la stessa pagina finché l'alto numero di accessi non blocca il sito vittima dell'attacco. Per farlo basta usare un semplice software che si trova in rete e che genera in automatico centinaia di richieste della stessa pagina. Se lo usa un buon numero di navigatori nello stesso momento si può mandare in crisi anche il sito di un governo. E per farlo non c'è bisogno di una struttura o un organizzazione. Basta lanciare l'idea in rete, indicare un ora precisa e aspettare che la voglia di partecipare spinga un buon numero di utenti sparsi nel mondo faccia il proprio lavoro. Ma in passato la maggior parte degli attacchi di Anonymous sono stati anche più semplici. Quando il loro obiettivo era Scientology, tra gli strumenti usati c'era l'invio di migliaia di fax neri allo stesso numero, per esaurire il toner. Oppure, più semplicemente, ordinare pizze a domicilio allo stesso indirizzo. Uno scherzetto che, se organizzato in rete da un buon numero di utenti può diventare molto indigesto. Anche per chi lo fa. Il software usato per gli attacchi DoS rivela l'ip di chi lo esegue. In Inghilterra cinque ragazzi tra i 16 e i 26 anni sono stati arrestati e nei Paesi Bassi un sedicenne è stato individuato dalla polizia.

MOOt, il capo spirituale - L'unica autorità venerata dagli Anonymous è Christopher Poole, il fondatore di 4chan, chiamato da tutti con il suo nick MOOt. Ma MOOt, che nel 2009 viveva ancora a casa di sua madre è più che altro un'autorità morale. Da sempre difende l'anonimato in rete e se la prende con siti come Facebook e Twitter, colpevoli invece di rendere chiunque rintracciabile. Tutti gli altri che hanno mai tentato di spacciarsi come portavoce di Anonymous viene di solito sbugiardato dalla rete. Lo scorso dicembre la BBC intervista un certo Coldblood, auto definitosi portavoce del gruppo, ma secondo Der Spiegel nei forum e in rete gli "anonimi" smentiscono: "Coldblood è ridicolo, Anonymous non ha portavoce, siamo un gruppo completamente decentrato". Il 16 febbraio anche il Corriere della Sera pubblica un'intervista a un membro di Anonymouse. Entrambi stanno bene attenti a non usare mai la parola portavoce o rappresentante. Troppo facile venire smentiti da quello che è più un movimento spontaneo che una struttura ben organizzata.

Intanto però anche Anonymouse si trova per una volta dall'altra parte della barricata. Il 28 dicembre scorso 4chan è andato in crash a seguito di un attacco DoS. A farlo sarebbe stato un gruppo di hacker infuriati con Wikileaks per aver messo a rischia la vita dei soldati americani. Il commento divertito di MOOd è stato: "Ora siamo nello stesso club esclusivo di Visa, Amazon e Paypal".

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