Egitto: militari al potere, Mubarak si è dimesso

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Il presidente ha lasciato la Capitale. Il potere passa alle forze armate che dichiarano di non volersi sostituire alla volontà del popolo. Soddisfazione dei Fratelli Musulmani. Obama: "Esercito assicuri transizione pacifica". VAI ALLO SPECIALE

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Il presidente egiziano Hosni Mubarak si è dimesso. Il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha annunciato in televisione che il presidente egiziano ha rinunciato al suo mandato  e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari dello Stato.
Centinaia di migliaia di persone hanno accolto la notizia in piazza Tahrir, al Cairo, con un'esplosione di gioia. Dalla piazza, epicentro della protesta, si sono levati cori come "Il popolo ha abbattuto il regime!" e urla di gioia. Dalla piazza sono anche partiti dei fuochi di artificio.

Militari al potere - I primi passi del consiglio militare saranno quelli di licenziare il governo e sospendere entrambe le camere del Parlamento. I militari governeranno assieme al capo della suprema corte costituzionale.  Il ministro della Difesa egiziano Mohamed Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo militare, di fronte al palazzo presidenziale del Cairo ha salutato la folla festante, dopo le dimissioni del presidente Hosni Mubarak.

Nelle prime dichiarazioni, il consiglio supremo di difesa, ha voluto assicurare di non avere l'intenzione "di sostituirsi alla volontà popolare". I nuovi governanti dell'Egitto hanno espresso parole di apprezzamento per Hosni Mubarak, per il suo "ruolo in pace e in guerra". I militari si dicono "consapevoli" della "pericolosita' della situazione". "Studiamo misure da attuare" per venire incontro alle aspettative del popolo, si afferma fra l'altro nel comunicato.

Le nuove leve del potere
- Nel dopo-Mubarak, le leve del potere, in Egitto, sono nelle mani di Mohamed Hussein Tantawi. Come ministro della Difesa, Tantawi è il capo del Consiglio Supremo di Difesa che ha preso il controllo del Paese. Nato nel 1935, è  entrato nell'esercito nel 1956 ed è comandante in capo delle Forze Armate dal 1995. Il 31 gennaio, nel pieno delle proteste, era già stato nominato anche vice-primo ministro. Maresciallo (il grado più alto), Tantawi ha partecipato alle guerre del 1956, 1967 e 1973 contro Israele e alla Prima Guerra del Golfo. E' stato anche comandante della Guardia Presidenziale. Considerato un fedelissimo di Mubarak, si era pensato che potesse presentarsi nella corsa alle presidenziali nelle elezioni di settembre, anche se secondo gli analisti gode di scarso sostegno tra le fila dell'esercito. Nei cablogrammi diffusi da Wikileaks, la diplomazia Usa lo descrive come un uomo "resistente al cambiamento" e favorevole al mantenimento dello status quo: "Si è opposto tanto alle riforme politiche che economiche che percepisce come un'erosione del potere centrale", scriveva l'ex ambasciatore Usa al Cairo, Francis J. Ricciardone,nel 2008, alla vigilia di viaggio del ministro egiziano in Usa.

Reazioni in Egitto - "Solo la Storia potrà giudicare il nostro presidente Mohammad Hosni Mubarak", il commento della tv di Stato alle dimissioni. "Fino alla fine il nostro rais si è dimostrato saggio e lungimirante nel fare la scelta migliore per la nostra cara patria" ha detto lo speaker.

"E' il più bel giorno della mia vita, il Paese è più libero", ha scritto su Twitter il premio Nobel  egiziano e leader della protesta, El Baradei. Dopo le dimissioni di Mubarak, El Baradei avrebbe deciso di non candidarsi più alle elezioni presidenziali.  

I Fratelli Musulmani, il più grande e più importante gruppo di opposizione in Egitto, si sono congratulati con "l'esercito che ha mantenuto le sue promesse" e con gli egiziani che hanno vinto "la loro battaglia".

Reazioni dagli Stati Uniti -  Il presidetne Barack Obama ha dichiarato che "facendosi da parte, il presidente Mubarak ha risposto alla rabbia del popolo egiziano per il cambiamento". "Gli egiziani hanno reso evidente che è giunto il momento di un'autentica democrazia" e ha chiesto all'esercito di assicurare una transizione politica che sia "credibile agli occhi del popolo". Obama ha aggiunto di esser consapevole che non si è alla fine, ma solo all'inizio di una transizione verso la democrazia: "Ci saranno ancora molti altri giorni difficili e molte domande rimangono senza risposta".

Reazioni dal mondo - Esplosioni di gioia hanno accolto la notizia delle dimissioni anche in altri Paesi del mondo arabo. La popolazione di Gaza è scesa in strada per festeggiare, urla di festa e colpi di clacson hanno accolto la notizia a Tunisi; a Beirut colpi di armi automatiche sono stati sparati verso il cielo, in alcuni quartieri sciiti, in segno di gioia.

Prudenza invece da Israele. Secondo una fonte governativa citata dal quotidiano Maariv, la principale speranza di Tel Aviv è che il cambiamento al Cairo non metta in discussione la pace tra i due paesi. "E' troppo presto per prevedere che ripercussioni avranno (le dimissioni)", ha detto il funzionario. "Noi speriamo che la transizione verso la democrazia in Egitto possa avvenire senza violenza e che l'accordo di pace resti in vigore".
Il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto che quanto sta avvenendo in Egitto rappresenta "un irreversibile cambiamento verso la democrazia". "A poche generazioni capita di cogliere l'opportunità che il popolo egiziano sta cogliendo. Per l'Egitto è un giorno storico" ha detto Biden parlando in Kentucky.
L'Iran ha accolto con soddisfazione la notizia delle dimissioni di Hosni Mubarak, definita una "grande vittoria" del popolo egiziano."
La Svizzera ha annunciato il congelamento di ogni eventuale conto o bene dell'egiziano Hosni Mubarak nella confederazione elvetica. Lo ha reso noto un portavoce del ministero degli Esteri di Berna.



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