Il premio Nobel per la Pace del 2005 ed ex capo dell'Aiea è stato incaricato dall'opposizione di trattare con il regime. Interviene Barack Obama: "Serve una transizione ordinata". E nel Paese dilaga la protesta. VIDEO E FOTO
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"E' l'inizio di una nuova fase, non si torna indietro. I cambiamenti arriveranno tra pochi giorni". Scandisce con il megafono queste parole Mohamed ElBaradei, 68 anni, nella piazza principale del Cairo gremita di manifestanti.
Mentre in tutto il Paese dilagano le proteste e aumenta il numero dei morti , l'opposizione ha incaricato il premio Nobel per la Pace nel 2005 di negoziare con il regime di Hosni Mubarak, al potere da 30 anni.
Fermato durante le manifestazioni nei giorni scorsi e poi rilasciato, ElBaradei ha incassato il sostegno anche di una delle figure di spicco della Fratellanza Musulmana, Essam el-Eryan.
Prima di scendere in piazza l'ex presidente dell'Aiea ha parlato con alcune televisioni americane criticando l'appoggio degli Usa a Mubarak. "Gli Stati Uniti perdono la propria credibilità nel supporto alla democratizzazione in Egitto continuando a sostenere il presidente egiziano", ha detto alla Cbs.
Clinton: "Mubarak non ha fatto abbastanza" - Dagli Stati Uniti arriva in Egitto un segnale chiaro: l'era di Hosni Mubarak in Egitto e' finita, è necessario aprire una fase di transizione e l'egiziano Mohammed ElBaradei, premio Nobel per la pace 2005, è l'uomo giusto.
Solo che gli Stati Uniti non lo dicono attraverso i canali diplomatici ufficiali, lo dicono, esplicitamente, attraverso le loro tv.
Tra Casa Bianca e Mubarak il rapporto è talmente stretto, e il ruolo dell'Egitto è talmente delicato per tutta la politica americana in Medio Oriente, che sembra come se Washington abbia preferito per ora scegliere una via meno ufficiale per far pervenire all'Egitto il messaggio chiave: e cioè che Mubarak deve lasciare, e che l'ex direttore generale dell'Aiea, Mohammed ElBaradei, 68 anni, è l'uomo giusto per traghettare l'Egitto verso una democrazia compiuta.
Ma gli Usa per il momento questro non sembrano ancora poterlo o volerlo dire. Come già nei giorni scorsi, anche oggi il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, si è limitata a precisare che "Mubarak non ha fatto abbastanza", ma non ha chiesto in modo esplicito che il presidente egiziano lasci la presidenza.
Sulla vicenda è anche intervenuto il presidente Barack Obama ribadendo la sua opposizione alla violenza, "la richiesta di moderazione, il sostegno ai diritti universali, inclusi il diritto a assemblee pacifiche, di associazione e di parola"; (ilpresidente) ha anche sostenuto un'ordinata transizione verso un governo che risponda alle aspirazioni del popolo egiziano.
La Merkel telefona a Mubarak - La cancelliera tedesca, Angela Merkel, in una "lunga" conversazione telefonica ha invitato il presidente egiziano, Hosni Mubarak, a tenere a bada le forze di sicurezza per evitare nuove violenze e a promuovere le riforme e la libertà di parola. Lo dice il portavoce della Merkel, Steffen Seibert.
"La cancelliera ha insistito di nuovo (con Mubarak) che le forze di sicurezza egiziane si astengano dalla violenza e che siano permesse le libertà di parola, di riunione e di comunicazione", ha detto Seibert. Merkel "ha espresso l'auspicio che il presidente e il suo nuovo governo si impegnino ad attuare le riforme annunciate", aggiungendo che "è essenziale avere un dialogo con il popolo, specialmente con la gioventù, e rispondere alle loro giustificate preoccupazioni", ha detto ancora il portavoce.
Guarda l'intervista a ElBaradei andata in onda sulla Cnn
Chi è ElBaradei - Direttore generale Aiea dal 1997 alla fine del 2009, ElBaradei fra l'altro era entrato in contrasto con gli Usa sostenendo, a ragione, che il dittatore iracheno Saddam Hussein non disponeva di armi di distruzione di massa.
A 68 anni, ElBaradei non ha un proprio partito ma ha formato un movimento (Organizzazione patriottica per il cambiamento) che si batte per le riforme in Egitto, tra cui quella costituzionale che gli permetterebbe di candidarsi da indipendente alle elezioni presidenziali del prossimo settembre. Prima del suo rientro era gia' tornato in Egitto nel febbraio scorso e in autunno aveva inasprito i toni contro il presidente Mubarak, invocando il boicottaggio delle elezioni legislative svoltesi tra novembre e dicembre.
Austero, poco incline all'oratoria e fermo nelle proprie convinzioni, ElBaradei riscuote simpatie in particolare fra i giovani e il ceto medio. Il sistema di potere al Cairo lo accusa di essere estraneo alla societ… musulmana dell'Egitto, una sorta di agente straniero infiltrato. Campagne di stampa contro di lui hanno mostrato la figlia in costume da bagno e ricordato il vino che fu servito al suo matrimonio con la maestra d'asilo Ada (che gli ha dato due figli, Lala e Mustafa).
A sua volta figlio di un avvocato e laureato con un master a New York in diritto internazionale, ElBaradei e' stato in diplomazia fin dal 1964 entrando all'Onu nel 1980. Tra l'altro ha fatto parte della squadra di negoziatori dell'accordo di pace israelo-palestinese di Camp David.
I risultati delle ultime elezioni - Il presidente della Camera egiziana, Ahmad Fathi Sorour, ha annunciato che i risultati delle legislative del 5 dicembre scorso, che hanno visto il Partito Nazionale Democratico di Hosni Mubarak conquistare 420 seggi su 518 seggi, saranno "corretti" dai giudici che stanno esaminando i ricorsi presentati dall'opposizione.
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"E' l'inizio di una nuova fase, non si torna indietro. I cambiamenti arriveranno tra pochi giorni". Scandisce con il megafono queste parole Mohamed ElBaradei, 68 anni, nella piazza principale del Cairo gremita di manifestanti.
Mentre in tutto il Paese dilagano le proteste e aumenta il numero dei morti , l'opposizione ha incaricato il premio Nobel per la Pace nel 2005 di negoziare con il regime di Hosni Mubarak, al potere da 30 anni.
Fermato durante le manifestazioni nei giorni scorsi e poi rilasciato, ElBaradei ha incassato il sostegno anche di una delle figure di spicco della Fratellanza Musulmana, Essam el-Eryan.
Prima di scendere in piazza l'ex presidente dell'Aiea ha parlato con alcune televisioni americane criticando l'appoggio degli Usa a Mubarak. "Gli Stati Uniti perdono la propria credibilità nel supporto alla democratizzazione in Egitto continuando a sostenere il presidente egiziano", ha detto alla Cbs.
Clinton: "Mubarak non ha fatto abbastanza" - Dagli Stati Uniti arriva in Egitto un segnale chiaro: l'era di Hosni Mubarak in Egitto e' finita, è necessario aprire una fase di transizione e l'egiziano Mohammed ElBaradei, premio Nobel per la pace 2005, è l'uomo giusto.
Solo che gli Stati Uniti non lo dicono attraverso i canali diplomatici ufficiali, lo dicono, esplicitamente, attraverso le loro tv.
Tra Casa Bianca e Mubarak il rapporto è talmente stretto, e il ruolo dell'Egitto è talmente delicato per tutta la politica americana in Medio Oriente, che sembra come se Washington abbia preferito per ora scegliere una via meno ufficiale per far pervenire all'Egitto il messaggio chiave: e cioè che Mubarak deve lasciare, e che l'ex direttore generale dell'Aiea, Mohammed ElBaradei, 68 anni, è l'uomo giusto per traghettare l'Egitto verso una democrazia compiuta.
Ma gli Usa per il momento questro non sembrano ancora poterlo o volerlo dire. Come già nei giorni scorsi, anche oggi il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, si è limitata a precisare che "Mubarak non ha fatto abbastanza", ma non ha chiesto in modo esplicito che il presidente egiziano lasci la presidenza.
Sulla vicenda è anche intervenuto il presidente Barack Obama ribadendo la sua opposizione alla violenza, "la richiesta di moderazione, il sostegno ai diritti universali, inclusi il diritto a assemblee pacifiche, di associazione e di parola"; (ilpresidente) ha anche sostenuto un'ordinata transizione verso un governo che risponda alle aspirazioni del popolo egiziano.
La Merkel telefona a Mubarak - La cancelliera tedesca, Angela Merkel, in una "lunga" conversazione telefonica ha invitato il presidente egiziano, Hosni Mubarak, a tenere a bada le forze di sicurezza per evitare nuove violenze e a promuovere le riforme e la libertà di parola. Lo dice il portavoce della Merkel, Steffen Seibert.
"La cancelliera ha insistito di nuovo (con Mubarak) che le forze di sicurezza egiziane si astengano dalla violenza e che siano permesse le libertà di parola, di riunione e di comunicazione", ha detto Seibert. Merkel "ha espresso l'auspicio che il presidente e il suo nuovo governo si impegnino ad attuare le riforme annunciate", aggiungendo che "è essenziale avere un dialogo con il popolo, specialmente con la gioventù, e rispondere alle loro giustificate preoccupazioni", ha detto ancora il portavoce.
Guarda l'intervista a ElBaradei andata in onda sulla Cnn
Chi è ElBaradei - Direttore generale Aiea dal 1997 alla fine del 2009, ElBaradei fra l'altro era entrato in contrasto con gli Usa sostenendo, a ragione, che il dittatore iracheno Saddam Hussein non disponeva di armi di distruzione di massa.
A 68 anni, ElBaradei non ha un proprio partito ma ha formato un movimento (Organizzazione patriottica per il cambiamento) che si batte per le riforme in Egitto, tra cui quella costituzionale che gli permetterebbe di candidarsi da indipendente alle elezioni presidenziali del prossimo settembre. Prima del suo rientro era gia' tornato in Egitto nel febbraio scorso e in autunno aveva inasprito i toni contro il presidente Mubarak, invocando il boicottaggio delle elezioni legislative svoltesi tra novembre e dicembre.
Austero, poco incline all'oratoria e fermo nelle proprie convinzioni, ElBaradei riscuote simpatie in particolare fra i giovani e il ceto medio. Il sistema di potere al Cairo lo accusa di essere estraneo alla societ… musulmana dell'Egitto, una sorta di agente straniero infiltrato. Campagne di stampa contro di lui hanno mostrato la figlia in costume da bagno e ricordato il vino che fu servito al suo matrimonio con la maestra d'asilo Ada (che gli ha dato due figli, Lala e Mustafa).
A sua volta figlio di un avvocato e laureato con un master a New York in diritto internazionale, ElBaradei e' stato in diplomazia fin dal 1964 entrando all'Onu nel 1980. Tra l'altro ha fatto parte della squadra di negoziatori dell'accordo di pace israelo-palestinese di Camp David.
I risultati delle ultime elezioni - Il presidente della Camera egiziana, Ahmad Fathi Sorour, ha annunciato che i risultati delle legislative del 5 dicembre scorso, che hanno visto il Partito Nazionale Democratico di Hosni Mubarak conquistare 420 seggi su 518 seggi, saranno "corretti" dai giudici che stanno esaminando i ricorsi presentati dall'opposizione.
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