Scontri e vittime in diverse città del Paese. Il presidente Ben Ali intanto ha ordinato il rilascio di tutte le persone arrestate in seguito ai disordini degli ultimi giorni. Su Internet si rincorrono voci non confermate di un possibile golpe militare
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Le foto delle violenze in Tunisia
Scontri anche in Algeria: le foto
(in fondo all'articolo tutti i video sugli scontri)
Ancora scontri e violenze in diverse città tunisine. Nella capitale, secondo quanto riportato da Al Jazeera, 5 persone sarebbero morte durante le manifestazioni in corso nel Paese. Scontri vi sarebbero stati anche nei pressi di piazza del Teatro e nella Medina.
Inoltre, in questa ennesima giornata di scontri, è stata aggredita una troupe del Tg3. Si tratta della giornalista Maria Cuffaro e dell'operatore Marco Rubino colpito alla testa dalla polizia con il manganello.
Aggredita troupe del TG3 - "Eravamo lì con la troupe mentre per la prima volta sindacati e comunisti manifestavano insieme nel centro di Tunisi. In tutto saranno stati un centinaio di persone, uomini e donne. La polizia in divisa era dovunque, ma tanti poliziotti indossavano strane giacche rosse ", racconta Maria Cuffaro. "E' partita la carica - prosegue la giornalista - e subito mi hanno strappato il microfono dalle mani. A Claudio (il collega Rubino, ndr) è andata peggio: lo hanno spintonato e manganellato sulla testa. Quindi, gli hanno rubato la telecamera".
Neanche un'ora dopo la telecamera del Tg3 è miracolosamente ricomparsa, restituita ai legittimi proprietari dalla polizia. "E' evidente - osserva l'inviata - che ce l'avevano loro".
Sangue a Tunisi - Il presidente tunisino Zine al-Abidine Ben Ali ha sostituito il ministro dell'Interno nel tentativo di placare le più violente rivolte degli ultimi decenni, ma continua l'escalation di violenza e si registrano i nuovi scontri con la polizia. Il governo, intanto, ha dichiarato un coprifuoco notturno a partire dal 12 gennaio nella capitale e nelle zone circostanti.
Nonostante lo spiegamento di militari in molte zone e una massiccia presenza di poliziotti, anche mercoledì in una zona della capitale si sono verificati scontri tra gruppi di giovani armati di pietre e la polizia e secondo dei testimoni ci sono state nuove proteste in due città di provincia.
Le persone che scendono in piazza sostengono che la loro rabbia è frutto della disoccupazione, della corruzione e della repressione attuata dal governo. Secondo le autorità, invece, le proteste sono state strumentalizzate da una minoranza di estremisti violenti che vogliono creare disordini in Tunisia.
La rivolta del pane - Le rivolte sono le peggiori che Ben Ali è stato costretto ad affrontare in oltre 20 anni di potere. All'inizio della settimana alcuni funzionari hanno riferito che 23 civili sono rimasti uccisi da quando sono scoppiati i disordini il mese scorso.
Il coprifuoco, per cui non è stata fissata la conclusione, inizierà alle 20 ora locale ogni notte e terminerà alle 6 del mattino. Intanto due testimoni hanno riferito a Reuters che la polizia nella città di Thala, 200 chilometri a sud-ovest di Tunisi, ha usato i lacrimogeni per cercare di disperdere la folla, ma che non essendoci stato alcun risultato ha aperto il fuoco uccidendo il 23enne Wajdi Sayhi. La vittima era sorda, secondo quanto riferito dal fratello. Al momento non è stato possibile contattare i pubblici funzionari per avere una conferma dell'accaduto.
Sul fronte politico Ahmed Friaa, ex accademico e sottosegretario, è stato nominato nuovo ministro dell'Interno.
Ue: inaccettabile e sproporzionato uso della forza - L'Unione Europea ha criticato la repressione nei confronti dei manifestanti, definendo l'uso della forza da parte della polizia sproporzionato e inaccettabile.
"Questa violenza è inaccettabile. I responsabili devono essere identificati e portati in tribunale", ha detto Maja Kocijancic, portavoce della responsabile Ue per gli Affari esteri Catherine Ashton. "E non possiamo accettare la sproporzione nell'uso della forza da parte della polizia contro dimostranti pacifici".
Nella dichiarazione più forte rilasciata finora dagli Stati Uniti sulle violenze, il portavoce del Dipartimento di Stato Mark Toner ha detto che Washington è "profondamente preoccupata dalle notizie sull'uso eccessivo della forza da parte del governo tunisino".
Ben Ali lunedì ha definito i disordini un "atto terroristico" orchestrato da forze straniere che cercherebbero di danneggiare la Tunisia, e ha promesso di creare 300mila posti di lavoro entro la fine del 2012.
Su Internet voci di un possibile golpe - In queste ore intanto si susseguono sul Web voci non confermate di un possibile golpe militare in Tunisia in seguito al rifiuto dell'esercito di eseguire gli ordini del presidente Ben Ali di disperdere i manifestanti. E' quanto scrive il sito del quotidiano egiziano El Wafd, il quale riferisce anche di altre voci secondo le quali la moglie del presidente tunisino sarebbe fuggita negli Emirati Arabi con le figlie per paura di un colpo di stato. Di colpo di stato parla anche un blogger tunisino secondo il quale ci sarebbe anche un incendio nella sede del parlamento e del ministero egli interni a Tunisi.
Tutti i video sugli scontri nel Maghreb:
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Inoltre, in questa ennesima giornata di scontri, è stata aggredita una troupe del Tg3. Si tratta della giornalista Maria Cuffaro e dell'operatore Marco Rubino colpito alla testa dalla polizia con il manganello.
Aggredita troupe del TG3 - "Eravamo lì con la troupe mentre per la prima volta sindacati e comunisti manifestavano insieme nel centro di Tunisi. In tutto saranno stati un centinaio di persone, uomini e donne. La polizia in divisa era dovunque, ma tanti poliziotti indossavano strane giacche rosse ", racconta Maria Cuffaro. "E' partita la carica - prosegue la giornalista - e subito mi hanno strappato il microfono dalle mani. A Claudio (il collega Rubino, ndr) è andata peggio: lo hanno spintonato e manganellato sulla testa. Quindi, gli hanno rubato la telecamera".
Neanche un'ora dopo la telecamera del Tg3 è miracolosamente ricomparsa, restituita ai legittimi proprietari dalla polizia. "E' evidente - osserva l'inviata - che ce l'avevano loro".
Sangue a Tunisi - Il presidente tunisino Zine al-Abidine Ben Ali ha sostituito il ministro dell'Interno nel tentativo di placare le più violente rivolte degli ultimi decenni, ma continua l'escalation di violenza e si registrano i nuovi scontri con la polizia. Il governo, intanto, ha dichiarato un coprifuoco notturno a partire dal 12 gennaio nella capitale e nelle zone circostanti.
Nonostante lo spiegamento di militari in molte zone e una massiccia presenza di poliziotti, anche mercoledì in una zona della capitale si sono verificati scontri tra gruppi di giovani armati di pietre e la polizia e secondo dei testimoni ci sono state nuove proteste in due città di provincia.
Le persone che scendono in piazza sostengono che la loro rabbia è frutto della disoccupazione, della corruzione e della repressione attuata dal governo. Secondo le autorità, invece, le proteste sono state strumentalizzate da una minoranza di estremisti violenti che vogliono creare disordini in Tunisia.
La rivolta del pane - Le rivolte sono le peggiori che Ben Ali è stato costretto ad affrontare in oltre 20 anni di potere. All'inizio della settimana alcuni funzionari hanno riferito che 23 civili sono rimasti uccisi da quando sono scoppiati i disordini il mese scorso.
Il coprifuoco, per cui non è stata fissata la conclusione, inizierà alle 20 ora locale ogni notte e terminerà alle 6 del mattino. Intanto due testimoni hanno riferito a Reuters che la polizia nella città di Thala, 200 chilometri a sud-ovest di Tunisi, ha usato i lacrimogeni per cercare di disperdere la folla, ma che non essendoci stato alcun risultato ha aperto il fuoco uccidendo il 23enne Wajdi Sayhi. La vittima era sorda, secondo quanto riferito dal fratello. Al momento non è stato possibile contattare i pubblici funzionari per avere una conferma dell'accaduto.
Sul fronte politico Ahmed Friaa, ex accademico e sottosegretario, è stato nominato nuovo ministro dell'Interno.
Ue: inaccettabile e sproporzionato uso della forza - L'Unione Europea ha criticato la repressione nei confronti dei manifestanti, definendo l'uso della forza da parte della polizia sproporzionato e inaccettabile.
"Questa violenza è inaccettabile. I responsabili devono essere identificati e portati in tribunale", ha detto Maja Kocijancic, portavoce della responsabile Ue per gli Affari esteri Catherine Ashton. "E non possiamo accettare la sproporzione nell'uso della forza da parte della polizia contro dimostranti pacifici".
Nella dichiarazione più forte rilasciata finora dagli Stati Uniti sulle violenze, il portavoce del Dipartimento di Stato Mark Toner ha detto che Washington è "profondamente preoccupata dalle notizie sull'uso eccessivo della forza da parte del governo tunisino".
Ben Ali lunedì ha definito i disordini un "atto terroristico" orchestrato da forze straniere che cercherebbero di danneggiare la Tunisia, e ha promesso di creare 300mila posti di lavoro entro la fine del 2012.
Su Internet voci di un possibile golpe - In queste ore intanto si susseguono sul Web voci non confermate di un possibile golpe militare in Tunisia in seguito al rifiuto dell'esercito di eseguire gli ordini del presidente Ben Ali di disperdere i manifestanti. E' quanto scrive il sito del quotidiano egiziano El Wafd, il quale riferisce anche di altre voci secondo le quali la moglie del presidente tunisino sarebbe fuggita negli Emirati Arabi con le figlie per paura di un colpo di stato. Di colpo di stato parla anche un blogger tunisino secondo il quale ci sarebbe anche un incendio nella sede del parlamento e del ministero egli interni a Tunisi.
Tutti i video sugli scontri nel Maghreb: