Afghanistan, ucciso un militare italiano a San Silvestro

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La vittima è il caporal maggiore degli alpini Matteo Miotto, 24 anni. E' stato colpito da un cecchino mentre si trovava all'interno della base in cui prestava servizio, nella zona del Gulistan. La sua ultima lettera: "Ogni metro può essere l'ultimo"

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L'ultima lettera di Matteo Miotto, ucciso a San Silvestro

Un militare italiano è morto in Afghanistan. Il caporal maggiore Matteo Miotto, 24 anni, è stato colpito da un cecchino mentre si trovava all'interno della base di Buji, dove prestava servizio.  L'uccisione è avvenuta nel distretto di Gulistan, nella parte occidentale del Paese, nella parte sud dell'area di competenza italiana. In quella stessa zona, nell'ottobre scorso, sono stati uccisi quattro alpini italiani.

Matteo Miotto era in forza al 7/o reggimento alpini di Belluno. Veneto di Thiene, si trovava in Afghanistan da luglio e sarebbe dovuto rientrare nella sua casa di Zanè (Vicenza) fra tre settimane, il 20 o il 21 gennaio. "Ogni metro potrebbe essere l'ultimo" aveva scritto in una lettera (leggi). Assieme agli uomini del suo reparto e a una componente del genio era impiegato nella Task Force South East, la task Force italiana che dal primo settembre ha iniziato ad operare nell'area al confine con l'Helmand.

Secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, "oltre che una tragedia è stato un fatto di grande sfortuna. Il militare era in una torretta di guardia, protetto da tutti gli accorgimenti, ma è stato colpito da un cecchino alla spalla, nella parte laterale non protetta. Il colpo è penetrato e ha leso organi vitali. Già nei giorni scorsi vi erano stati scambi di proiettili, che però non avevano avuto conseguenze". "Un lutto che si va ad aggiungere a molti altri lutti, in un giorno che sarebbe dovuto essere di festa - ha aggiunto La Russa - il nostro soldato è stato colpito da un solo colpo in uno dei punti scoperti sia da protezioni fisse che personali: quindi una fatalità, che fa ancora più rabbia. I cecchini non sono una novità, ma finora non avevano mai ferito nessuno".

Una 'fatalita" che lo stesso Miotto aveva messo in conto quando, all'indomani dell'attentato in cui morirono i suoi quattro compagni del 7/o reggimento, scriveva nella sua ultima lettera: "Siamo il primo mezzo della colonna, ogni metro potrebbe essere l'ultimo, ma non ci pensi".

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia dell'attentato nel distretto di Gulistan ha espresso i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del caduto e al cordoglio delle Forze Armate.
Cordoglio alla famiglia di Matteo Miotto è arrivato da tutte le più importanti cariche politiche. "Ho appreso con dolore la notizia dell'uccisione del nostro militare in Afghanistan. Tutto il governo è vicino alla sua famiglia a cui cercheremo di offrire il massimo sostegno possibile.  Ribadiamo la nostra gratitudine a tutti i nostri ragazzi che consentono al nostro Paese di operare per la pace, non solo in Afghanistan, ma in molte altre parti del mondo" ha detto il premier Silvio Berlusconi.

Con la morte di Matteo Miotto, sale così a 35 il numero di militari e agenti dei servizi italiani morti in Afghanistan in questi anni (13 solo nel 2010), 23 dei quali in attentati e scontri a fuoco e uno suicida. Attualmente sono impegnati in Afghanistan circa 3.700 militari italiani.

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