Da Gheddafi a Obama: su Internet ogni leader ha il suo stile

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La pagina di benvenuto al sito del leader libico Gheddafi
gheddafi

Breve carrellata tra i siti personali dei big della Terra. Dal web che ha contribuito alla vittoria del presidente Usa, vero capostipite, alle foto personali del russo Medvedev. Fino a zapatero.es, dominio che risulta in vendita

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di Serenella Mattera


Roboanti o minimalisti. Concepiti come spazi autocelebrativi o come network per sostenitori. C’è chi si tiene al passo con i trend del Web e sfoggia pagine con tutti gli “optional”. E c'è chi all’opposto sembra proprio non curarsi di avere un dominio col proprio nome e affida la propria esistenza virtuale alla bio e alle notizie che compaiono sui portali istituzionali. A voler fare una carrellata dei siti Internet con cui i leader mondiali si presentano al popolo del Web nell'era di Wikileaks, ci si imbatte in pagine che rispecchiano la personalità di chi li detiene e anche l’impronta del Paese cui ciascuno di loro appartiene.

“Benvenuti. Il sito personale presenta idee e modi del Capo di Stato Muammer El Gheddafi e il suo punto di vista per risolvere i problemi del mondo moderno”, è il messaggio con cui il leader libico accoglie chi voglia visitare il dominio che porta il suo nome. Un messaggio scritto, proprio così, in italiano. Ma anche in inglese, spagnolo, cinese e russo. Undici lingue in tutto. Per ognuna c’è una pagina Web che traduce i messaggi e riecheggia il pensiero del Fratello Leader. E così, a parte qualche pecca nell'aggiornamento (la sezione italiana è ferma al 2009) e qualche errore di traduzione, Gheddafi si aggiudica senza dubbio lo scettro di leader più “poliglotta”.

E mentre il premier nipponico Naoto Kan ha un sito ufficiale solo in giapponese, il presidente russo Dmitri Medvedev si presenta al mondo virtuale anche in inglese. La sua pagina personale (che si aggiunge a quella istituzionale), è un ricco biglietto da visita virtuale, con foto fin dall’infanzia, una biografia approfondita, le fotografie scattate dallo stesso Medvedev e un link al "diario della first lady". Quanto a Vladimir Putin, il sito, solo in caratteri cirillici, che porta il suo nome ed è sormontato da una sua foto, è fermo al 2008 e legato alla sua carica di presidente (adesso, da premier, ha una pagina istituzionale).

"Cristina", proprio come lei, si chiama il sito dell’argentina Cristina Fernandez de Kirchner (cristina.com.ar). Da quando è diventata presidente, però, la signora Kirchner rimanda dalla sua pagina personale direttamente al portale della Casa Rosada. Non si riesce ad accedere, invece, al dominio che porta il nome del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad (http://www.ahmadinejad.ir/). Anche se c'è il suo volto in bella mostra sul sito della presidenza della Repubblica islamica d’Iran (tradotto pure in inglese), dov’è anche possibile mandare una mail a lui, che guida un regime di cui più volte è stato denunciato il controllo su Internet.

Quanto ai capi di governo europei, spicca per assenza lo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero. La sua biografia, certo, la si può trovare sul portale istituzionale, ma non c’è traccia di siti personali. Anzi, il dominio zapatero.es risulta in vendita. Niente portale personale neanche per Nicolas Sarkozy, ma digitando nicolassarkozy.fr si viene rimandati alla pagina Facebook del presidente francese (oltre 370mila fan). L’inglese David Cameron tiene invece una striminzita biografia su un sito (davidcameronmp.com) che porta il suo nome, ma che si presenta piuttosto come il portale del suo partito, i Conservatori. Attenti però a non far confusione: se si digita solo davidcameron.com (senza la sigla “mp”, che sta per membro del Parlamento), si incappa in un forum di discussione per disoccupati. “Se il suo lavoro (di Cameron, ndr) ti fa perdere il tuo, esprimi la tua opinione qui”, è il messaggio di benvenuto.

E mentre la tedesca Angela Merkel ha il suo bel sito dai colori arancioni, con foto in primo piano, biografia, convinzioni politiche e lettera ai cittadini della sua circoscrizione elettorale, scrivendo SilvioBerlusconi.it si viene rimandati direttamente al portale dei sostenitori del Cavaliere, cui si accede solo previa registrazione. Il nome è inequivocabile: forzasilvio.it.

Infine, il più famoso dei siti, vero esempio per tutti gli aspiranti leader mondiali: Organizing for America, ovvero barackobama.com, il sito del presidente degli Stati Uniti. Una pagina, quella di Obama, che ha dato la spinta alla sua vittoria e adesso prosegue nella diffusione della "agenda del cambiamento”. Ancora oggi il sito (che rimanda a tutti i social network e naturalmente alla pagina ufficiale della Casa Bianca), è l'incubatore di una forza senza pari. Accanto a un blog, un negozio virtuale di gadget, uno spazio per i volontari, ci sono infatti pagine e video personalizzati per ognuno degli Stati di cui si compone il Paese. L'effetto è quello di una comunicazione diretta con l'elettore, che ha contribuito a creare tante comunità che si riconoscono in Obama e ne diffondono il verbo. Così alla fine una cosa appare chiara: gli altri leader mondiali hanno ancora molto da imparare.

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