Il parlamento di Budapest vara una riforma dei media: saranno sanzionati i giornali che pubblicano "notizie contro l'interesse nazionale" e ci sarà un tetto del 20% per la cronaca nera. Preoccupazioni dall'Osce
No alla legge bavaglio: vai allo speciale
Con i voti della coalizione di governo conservatrice, il Parlamento ungherese ha approvato con una maggioranza dei due terzi l'ultimo tassello della cosiddetta "legge bavaglio", una riforma dei media che consente all'esecutivo conservatore guidato da Viktor Orban ampio controllo su tutti gli organi di informazione: radio, televisione, giornali, e anche internet.
In base alla legge, l'Autorità nazionale delle telecomunicazioni, nominata unicamente dal partito di maggioranza del premier, potrà sanzionare con multe salate tutti i media in casi di non meglio precisate "violazioni dell'interesse pubblico". La controversa legge prevede inoltre la soppressione delle redazioni di news alla tv e alla radio pubbliche, che confluirebbero in un unico centro di notizie presso l'agenzia di stampa nazionale, Mti, volto ad assicurare una confezione uniforme delle notizie per tutti i media pubblici. I giornalisti investigativi saranno inoltre tenuti a rilevare le loro fonti e i telegiornali dovranno rispettare un tetto del 20% per notizie di cronaca nera e il 40% della musica mandata in onda dovrà essere di provenienza ungherese. Gli organi liberali e di sinistra temono che le multe previste per i trasgressori possano soffocare le testate economicamente deboli.
Il capo dell'Autorità, nominato dal premier Orban con un mandato di nove anni, avrà facoltà di emanare decreti. "D'ora in poi, giornalisti e redattori dovranno essere molto cauti su cosa pubblicheranno", ha messo in guardia il direttore del Nepszabadsag, il maggiore quotidiano indipendente, di stampo liberal. La testata ha annunciato ricorso alla Corte costituzionale contro la legge. Csaba Belenessy, direttore generale dell'agenzia Mti, che dirigerà la nuovo centrale di notizie, aveva di recente detto che i giornalisti, nei loro servizi, dovranno essere leali al governo. Le news della centrale saranno gratuite per gli utenti e l'agenzia sarà finanziata unicamente dal bilancio statale. Per dissipare timori e preoccupazioni, il premier Orban, in visite a Vienna e Londra, ha detto che le nuove norme per i media sono in tutto conformi alle norme europee. Ma una delegazione dell'Ipi (istituto internazionale della stampa), che la settimana scorsa si è informata a Budapest, ha espresso preoccupazioni per la situazione della stampa in Ungheria. Critiche severe sono state formulate anche nell'ultimo rapporto del garante per la libertà di stampa dell'Osce (organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa).
Con i voti della coalizione di governo conservatrice, il Parlamento ungherese ha approvato con una maggioranza dei due terzi l'ultimo tassello della cosiddetta "legge bavaglio", una riforma dei media che consente all'esecutivo conservatore guidato da Viktor Orban ampio controllo su tutti gli organi di informazione: radio, televisione, giornali, e anche internet.
In base alla legge, l'Autorità nazionale delle telecomunicazioni, nominata unicamente dal partito di maggioranza del premier, potrà sanzionare con multe salate tutti i media in casi di non meglio precisate "violazioni dell'interesse pubblico". La controversa legge prevede inoltre la soppressione delle redazioni di news alla tv e alla radio pubbliche, che confluirebbero in un unico centro di notizie presso l'agenzia di stampa nazionale, Mti, volto ad assicurare una confezione uniforme delle notizie per tutti i media pubblici. I giornalisti investigativi saranno inoltre tenuti a rilevare le loro fonti e i telegiornali dovranno rispettare un tetto del 20% per notizie di cronaca nera e il 40% della musica mandata in onda dovrà essere di provenienza ungherese. Gli organi liberali e di sinistra temono che le multe previste per i trasgressori possano soffocare le testate economicamente deboli.
Il capo dell'Autorità, nominato dal premier Orban con un mandato di nove anni, avrà facoltà di emanare decreti. "D'ora in poi, giornalisti e redattori dovranno essere molto cauti su cosa pubblicheranno", ha messo in guardia il direttore del Nepszabadsag, il maggiore quotidiano indipendente, di stampo liberal. La testata ha annunciato ricorso alla Corte costituzionale contro la legge. Csaba Belenessy, direttore generale dell'agenzia Mti, che dirigerà la nuovo centrale di notizie, aveva di recente detto che i giornalisti, nei loro servizi, dovranno essere leali al governo. Le news della centrale saranno gratuite per gli utenti e l'agenzia sarà finanziata unicamente dal bilancio statale. Per dissipare timori e preoccupazioni, il premier Orban, in visite a Vienna e Londra, ha detto che le nuove norme per i media sono in tutto conformi alle norme europee. Ma una delegazione dell'Ipi (istituto internazionale della stampa), che la settimana scorsa si è informata a Budapest, ha espresso preoccupazioni per la situazione della stampa in Ungheria. Critiche severe sono state formulate anche nell'ultimo rapporto del garante per la libertà di stampa dell'Osce (organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa).