In una nota diplomatica, l'ex ambasciatore Usa a Roma dice che "Berlusconi e i suoi compari stanno traendo lauti vantaggi personali da molti degli accordi energetici". Il premier replica: curo soltanto gli interessi del Paese. Il Pd: venga in Parlamento
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Nella nuova serie di documenti classificati diffusi da Wikileaks c'è un dossier sui rapporti tra Italia e Russia, risalente al gennaio 2009, che ha spinto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a dichiarare di "curare soltanto l'interesse degli italiani" e non quello personale.
In un dispaccio diplomatico diffuso da Wikileaks, l'ex ambasciatore Usa in Italia Ronald Spogli dice che, secondo "contatti" sia nel Pd che nel Pdl, "Berlusconi e i suoi compari stanno traendo lauti vantaggi personali da molti degli accordi energetici tra Italia e Russia".
"L'ambasciatore georgiano a Roma ci ha detto che Gog (il governo della Georgia, ndr) ritiene che [Vladimir] Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti dai gasdotti sviluppati da Gazprom in collaborazione con Eni", prosegue Spogli.
Dal Kazakistan, dove sta partecipando al vertice Osce, Berlusconi ha commentato la diffusione dei nuovi documenti classificati dicendo che gli Stati Uniti sanno che "non ci sono assolutamente interessi personali ma che io curo soltanto l'interesse degli italiani e del mio Paese".
Nel 2005 un accordo tra Eni e Gazprom con cui venivano rivisti i contratti di fornitura di gas all'Italia saltò tra polemiche e inchieste giornalistiche. Tra le altre cose, in base all'accordo Eni avrebbe concesso alla società russa di vendere direttamente ai clienti finali circa il 10% delle sue esportazioni in Italia, trasformando di fatto un fornitore in un concorrente. All'epoca i giornali scrissero che Gazprom avrebbe venduto quel 10% tramite la Centrale Energy Italia (Cei), controllata dalla stessa società russa e dall'imprenditore italiano Bruno Mentasti Granelli, socio di Berlusconi in Telepiù tramite Fininvest, il quale negò di essere il prestanome del premier nel business del gas.
Laconico il commento dell'AD di Eni: "Figuratevi se parlo di queste cose", ha detto Paolo Scaroni, che due giorni fa aveva definito quanto emerso da Wikileaks una "Dago-spy".
Nel dossier Usa il deputato del Pdl Valentino Valentini viene indicato come "l'uomo chiave di Berlusconi per la Russia, anche se senza staff e persino senza una segretaria". Una "misteriosa figura" che parla russo e "si reca in Russia diverse volte al mese... Cosa faccia a Mosca durante le sue frequenti visite non è chiaro ma da più parti si dice che segua gli affari di Berlusconi in Russia". Tramite una nota, Valentini bolla il contenuto del dossier come "chiacchiere di corridoio della politica e della diplomazia, informazioni parziali ed inesatte che vengono elevate a rango di notizie riservate". "In realtà sui rapporti tra Italia e Russia non c'è nulla di misterioso... l'ambasciatore Spogli omette di dire che nel corso del precedente governo Berlusconi ho ricoperto l'incarico di 'Tutor' delle imprese italiane in Russia ed è un fatto noto a tutti che io abbia buoni rapporti ed amicizie in tale Paese", prosegue Valentini.
Dopo le ultime rivelazioni, il Pd chiede in una nota che Berlusconi "renda conto agli italiani" su Gazprom, mentre l'Idv ha invitato il premier a riferire in Parlamento sulla vicenda.
A proposito della "complessa" relazione italo-russa, Spogli spiega che la combinazione di una serie di fattori - simpatie ideologiche con radici storiche, calcoli geostrategici, pressione commerciale, rapporti personali tra i due leader e soprattutto la dipendenza energetica - "crea una forte tendenza nella politica estera dell'Italia ... a sostenere gli sforzi della Russia per indebolire gli interessi americani in materia di sicurezza in Europa".
In un altro documento, l'ex ambasciatore americano parla del rapporto tra il presidente del Consiglio e Putin dicendo che il primo "ammira lo stile di governo macho, deciso e autoritario" del collega russo, che a sua volta sembra "aver speso molta energia per conquistare la fiducia di Berlusconi".
"Berlusconi - scrive Spogli - ritiene che Putin sia il suo più stretto e personale amico e continua ad avere più contatti con Putin che con qualunque altro leader mondiale... molti interlocutori ci hanno detto che Berlusconi ritiene che Putin, un collega 'tycoon', confidi in (lui) molto più che in qualunque altro leader europeo". Il 1 dicembre, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha elogiato pubblicamente Berlusconi, dicendo che gli Stati Uniti non hanno "un amico migliore", per riparare alla diffusione di una precedente serie di dispacci in cui il premier viene descritto come "inutile, vanitoso e incapace" e frequentatore di "festini selvaggi". Anche in questo caso, Berlusconi è intervenuto per precisare: "Non frequento festini selvaggi".
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In un dispaccio diplomatico diffuso da Wikileaks, l'ex ambasciatore Usa in Italia Ronald Spogli dice che, secondo "contatti" sia nel Pd che nel Pdl, "Berlusconi e i suoi compari stanno traendo lauti vantaggi personali da molti degli accordi energetici tra Italia e Russia".
"L'ambasciatore georgiano a Roma ci ha detto che Gog (il governo della Georgia, ndr) ritiene che [Vladimir] Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti dai gasdotti sviluppati da Gazprom in collaborazione con Eni", prosegue Spogli.
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Laconico il commento dell'AD di Eni: "Figuratevi se parlo di queste cose", ha detto Paolo Scaroni, che due giorni fa aveva definito quanto emerso da Wikileaks una "Dago-spy".
Nel dossier Usa il deputato del Pdl Valentino Valentini viene indicato come "l'uomo chiave di Berlusconi per la Russia, anche se senza staff e persino senza una segretaria". Una "misteriosa figura" che parla russo e "si reca in Russia diverse volte al mese... Cosa faccia a Mosca durante le sue frequenti visite non è chiaro ma da più parti si dice che segua gli affari di Berlusconi in Russia". Tramite una nota, Valentini bolla il contenuto del dossier come "chiacchiere di corridoio della politica e della diplomazia, informazioni parziali ed inesatte che vengono elevate a rango di notizie riservate". "In realtà sui rapporti tra Italia e Russia non c'è nulla di misterioso... l'ambasciatore Spogli omette di dire che nel corso del precedente governo Berlusconi ho ricoperto l'incarico di 'Tutor' delle imprese italiane in Russia ed è un fatto noto a tutti che io abbia buoni rapporti ed amicizie in tale Paese", prosegue Valentini.
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A proposito della "complessa" relazione italo-russa, Spogli spiega che la combinazione di una serie di fattori - simpatie ideologiche con radici storiche, calcoli geostrategici, pressione commerciale, rapporti personali tra i due leader e soprattutto la dipendenza energetica - "crea una forte tendenza nella politica estera dell'Italia ... a sostenere gli sforzi della Russia per indebolire gli interessi americani in materia di sicurezza in Europa".
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"Berlusconi - scrive Spogli - ritiene che Putin sia il suo più stretto e personale amico e continua ad avere più contatti con Putin che con qualunque altro leader mondiale... molti interlocutori ci hanno detto che Berlusconi ritiene che Putin, un collega 'tycoon', confidi in (lui) molto più che in qualunque altro leader europeo". Il 1 dicembre, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha elogiato pubblicamente Berlusconi, dicendo che gli Stati Uniti non hanno "un amico migliore", per riparare alla diffusione di una precedente serie di dispacci in cui il premier viene descritto come "inutile, vanitoso e incapace" e frequentatore di "festini selvaggi". Anche in questo caso, Berlusconi è intervenuto per precisare: "Non frequento festini selvaggi".
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