Haiti al voto: vince il caos

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Soldati sorvegliano i seggi
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Dopo terremoto e colera il Paese è chiamato a scegliere il nuovo presidente. Ma accuse di brogli e violenze diffuse mettono a rischio la regolarità delle elezioni

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Chiusa la campagna elettorale gli haitiani sono chiamati alle urne per scegliere un nuovo presidente e per rinnovare la camera dei deputati e un terzo dei senatori. Sulla linea di partenza i candidati a guidare il paese fuori dalla crisi umanitaria sono 19, ma la favorita sembra essere la settantenne Mirlanda Manigat, un'intellettuale che ha studiato in Francia e moglie del primo presidente eletto dopo la dittatura di Francoise Duvalier, il famigerato Papa Doc. Il nuovo capo di stato sarà chiamato a gestire i miliardi di aiuti internazionali giunti nello stato caraibico e destinati alla ricostruzione del paese, anche se la priorità sarà riuscire a contenere l'epidemia di colera che sta devastando l'isola e che fino ad oggi ha causato oltre 1700 morti. A sfidare la Manigat ci sono Jude Celestin, candidato della coalizione attualmente al potere (Inity) e Michel "Sweet Micky" Martelly, star locale di Komba dance e sorpresa nei sondaggi pre-elettorali

"Il 2010 è stato l'anno peggiore per Haiti" ha dichiarato il presidente uscente Preval (che non può candidarsi avendo raggiunto i due mandati), invitando i suoi concittadini a recarsi alle urne in modo pacifico. Ma è stato proprio il suo partito, nei giorni scorsi, a venire accusato di brogli (dalla Menat) e di violenze (da Martelly) Il grande timore dei candidati e degli osservatori internazionali è che il clima di caos e violenza possa impedire a molti haitiani di esercitare il proprio diritto. Molti cittadini infatti non sanno ancora dove si trova il loro seggio e le file per ottenere i documenti necessari a esercitare il proprio diritti (documenti spesso distrutti nel terremoto) sono ancora lunghe. Le Nazioni Unite avevano valuto l'ipotesi di rimandare il voto in un periodo meno caotico, ma il rischio di un vuoto politico prolungato è stato considerato troppo alto. "Tutto è pronto, l'unica cosa che ci manca ora sono gli elettori" ha detto Edmond Mulet, capo della missione Onu nel paese. "Tutte le nostre truppe, la polizia e le risorse sono state messe a disposizione per aiutare la polizia haitiana a proteggere la popolazione".

A sorvegliare la regolarità del voto si trovano inoltre ad Haiti osservatori dell'Organizzazione degli Stati Americani, della comunità caraibica, dell'associazione degli stati francofoni, dell'Unione Europa e di diversi paesi del vecchio continente.

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