L’idea di una coppia del Texas che ha aggirato il divieto dello Stato con delle nozze in videoconferenza via Internet. E ora si lavora a una proposta di legge che permetta gli e-matrimoni in tutti gli stati americani
di Eva Perasso
Il “sì” in teleconferenza e dopo poche ore il certificato di matrimonio arriva via e-mail. Le nozze, ai tempi di internet, si consumano anche così. Ma questa volta non si tratta di una coppia lontana per via di un impedimento grave e fisico, come il militare in guerra e la sposa a casa: è invece il nuovo escamotage che in alcuni stati americani sta prendendo piede tra le coppie omosessuali. Obiettivo: riuscire a convolare a nozze nella propria città aggirando le leggi di quei 45 stati che impediscono i matrimoni dello stesso sesso e dunque senza dover andare a Washington DC, dove invece queste unioni sono legalmente riconosciute.
Lo hanno fatto da poco – era il fatidico 10/10/2010 scelto da molte coppie come data perfetta per suggellare il loro amore – Mark e Dante, omosessuali cinquantenni del Texas. Insieme da diversi anni, sognavano il matrimonio sotto casa per condividere il momento coi loro cari, e così è stato. Grazie alla videoconferenza hanno potuto festeggiare con parenti e amici di Dallas, come tutte le altre coppie, nei saloni delle feste del W Dallas Victory Hotel. Unica differenza rispetto ai riti civili più tradizionali, la presenza di un enorme schermo dietro gli sposi. Quello schermo che ha proiettato il collegamento in videoconferenza via Skype con il pubblico ufficiale (donna) Sheila Alexander-Reid. L'officiante si trovava a sua volta nella sala di un albergo di Washington DC, affittata da Mark e Dante per ospitare il matrimonio in diretta. Ma nella capitale non c’erano i parenti e gli amici e nessun rinfresco. Solo Alexander-Reid e una videocamera collegata alla Rete. Lette le formule di rito, l’e-matrimonio è fatto. E da lì a poche ore l’ufficio di Sheila ha inviato, ovviamente, via e-mail il certificato di nozze ai due sposi.
Guarda il racconto per immagini delle nozze di Mark e Dante
Il matrimonio, comunque, non sarà riconosciuto valido nello stato del Texas. Ma lo sarà a Washington D.C e in altri stati e Paesi dove le nozze tra persone dello stesso sesso sono accettate. Soprattutto, ha aggiunto Reed, ha fornito “riconoscimento sociale” alla loro unione. Le cose non sono sempre così semplici per le coppie omosessuali negli Stati Uniti. Per questo motivo un gruppo di giuristi dell'Università del Michigan sta lavorando ad un progetto che dovrebbe aiutare la redazione di proposte legislative sull'e-matrimonio.
La battaglia per il riconoscimento delle coppie omosessuali e delle loro unioni negli Stati Uniti ha radici lontane, dagli anni Sessanta in poi. In questo caso, ragionevolmente, Mark e Dante e altri chiedono soltanto di poter festeggiare a casa propria, come fanno gli sposi eterosessuali. Per loro le cose sono andate bene, anche se si sono scontrati con problemi di ogni genere. Uno su tutti: il rifiuto del quotidiano The Dallas Morning News di pubblicare il loro annuncio di nozze nella rubrica “matrimoni”. Il giornale ha preferito non muovere troppo le acque e ha declassato la loro unione ufficiale alla meno impegnativa rubrica “Commitments”, quella degli impegni, ancor meno di “Engagements”, la sezione riservata ai fidanzamenti ufficiali.
Il “sì” in teleconferenza e dopo poche ore il certificato di matrimonio arriva via e-mail. Le nozze, ai tempi di internet, si consumano anche così. Ma questa volta non si tratta di una coppia lontana per via di un impedimento grave e fisico, come il militare in guerra e la sposa a casa: è invece il nuovo escamotage che in alcuni stati americani sta prendendo piede tra le coppie omosessuali. Obiettivo: riuscire a convolare a nozze nella propria città aggirando le leggi di quei 45 stati che impediscono i matrimoni dello stesso sesso e dunque senza dover andare a Washington DC, dove invece queste unioni sono legalmente riconosciute.
Lo hanno fatto da poco – era il fatidico 10/10/2010 scelto da molte coppie come data perfetta per suggellare il loro amore – Mark e Dante, omosessuali cinquantenni del Texas. Insieme da diversi anni, sognavano il matrimonio sotto casa per condividere il momento coi loro cari, e così è stato. Grazie alla videoconferenza hanno potuto festeggiare con parenti e amici di Dallas, come tutte le altre coppie, nei saloni delle feste del W Dallas Victory Hotel. Unica differenza rispetto ai riti civili più tradizionali, la presenza di un enorme schermo dietro gli sposi. Quello schermo che ha proiettato il collegamento in videoconferenza via Skype con il pubblico ufficiale (donna) Sheila Alexander-Reid. L'officiante si trovava a sua volta nella sala di un albergo di Washington DC, affittata da Mark e Dante per ospitare il matrimonio in diretta. Ma nella capitale non c’erano i parenti e gli amici e nessun rinfresco. Solo Alexander-Reid e una videocamera collegata alla Rete. Lette le formule di rito, l’e-matrimonio è fatto. E da lì a poche ore l’ufficio di Sheila ha inviato, ovviamente, via e-mail il certificato di nozze ai due sposi.
Guarda il racconto per immagini delle nozze di Mark e Dante
Il matrimonio, comunque, non sarà riconosciuto valido nello stato del Texas. Ma lo sarà a Washington D.C e in altri stati e Paesi dove le nozze tra persone dello stesso sesso sono accettate. Soprattutto, ha aggiunto Reed, ha fornito “riconoscimento sociale” alla loro unione. Le cose non sono sempre così semplici per le coppie omosessuali negli Stati Uniti. Per questo motivo un gruppo di giuristi dell'Università del Michigan sta lavorando ad un progetto che dovrebbe aiutare la redazione di proposte legislative sull'e-matrimonio.
La battaglia per il riconoscimento delle coppie omosessuali e delle loro unioni negli Stati Uniti ha radici lontane, dagli anni Sessanta in poi. In questo caso, ragionevolmente, Mark e Dante e altri chiedono soltanto di poter festeggiare a casa propria, come fanno gli sposi eterosessuali. Per loro le cose sono andate bene, anche se si sono scontrati con problemi di ogni genere. Uno su tutti: il rifiuto del quotidiano The Dallas Morning News di pubblicare il loro annuncio di nozze nella rubrica “matrimoni”. Il giornale ha preferito non muovere troppo le acque e ha declassato la loro unione ufficiale alla meno impegnativa rubrica “Commitments”, quella degli impegni, ancor meno di “Engagements”, la sezione riservata ai fidanzamenti ufficiali.