Afghanistan, La Russa: "Missione finita nel 2011"

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Il ministro della Difesa Ignazio La Russa
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Secondo il ministro della Difesa il passaggio di responsabilità tra le truppe italiane e quelle locali potrebbe completarsi nel 2011. "I soldati verranno rimpatriati oppure reimpiegati in altre zone del paese"

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"Noi pensiamo, ma è una previsione", che per il distretto di Herat, quartier generale dei militari italiani in Afghanistan, la transizione - cioè il passaggio di responsabilità alle autorità afgane - possa avvenire nel corso del 2011,  ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in una audizione davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato in vista del vertice Nato di Lisbona. Con la restituzione graduale di parti del territorio afgano alle autorità locali i militari italiani non più necessari potrebbero essere in parte rimpatriati, in parte reimpiegati in altre aree della regione ovest oppure utilizzati per compiti addestrativi. Sono le tre opzioni di cui ha parlato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. "Mano a mano che saremo in grado di riconsegnare agli afgani porzioni del territorio, cosa faremo dei nostri militari che non servono più? Una parte - ha detto La Russa - potrà essere rimpatriata; altri potranno essere trasformati in unità addestrative, incrementando il numero degli istruttori, o potrebbero essere infine reimpiegati, sempre nell'ambito della regione ovest sotto comando italiano, in altre zone dove occorre un'ulteriore presenza per accelerare la transizione".

La Russa ha sottolineato che "più soldati impieghiamo per addestrare le forze di sicurezza afgane, più facile è che la fase di transizione duri meno. Per questo non siamo rimasti insensibili al 'grido di dolore' che ci è venuto da Rasmussen, da Gates, dallo stesso Petraeus, condito dai grandi elogi per le capacità dei nostri addestratori, di aumentarne il numero". "Abbiamo dato parere positivo al presidente del Consiglio, al quale compete la responsabilità finale della decisione - ha proseguito La Russa - di poter integrare con altri 200 uomini gli addestratori della polizia e delle forze armate afgane". E' quindi "presumibile che già "nel corso dell'anno il tetto dei 4.000 uomini schierati in Afghanistan possa salire a 4.200 integrandoli con altri 200 addestratori". Nessuno di questi, però, "andrà ad allargare gli Omlt", vale a dire quei team che seguono gli afgani in tutte le loro attività, anche nelle operazioni anti-talebane sul campo, "ma si tratterà di 200 addestratori veri e propri 'da scuola', 100 per la polizia e 100 per le Forze armate".

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