Femen, le femministe in topless che arrivano dall'Ucraina

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Mutandine ridotte al minimo e tacchi alti, sono un gruppo di ragazze che si battono contro il turismo sessuale. Anche se forse le loro proteste rischiano di incoraggiare quell'immagine delle donne che considerano svilente. LE FOTO

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Femen, tutte le foto

di Greta Sclaunich

Mutandine ridotte, seno nudo e tacchi alti contro la prostituzione e il turismo sessuale. E pazienza se, belle, sexy e fotografatissime come sono, le loro proteste in topless nel centro di Kiev rischiano di incoraggiare l’immagine svilente delle donne contro la quale invece combattono. Le ragazze del collettivo ucraino Femen, femminista e attivista, sull’immagine sexy ci hanno costruito la loro fortuna: eredi delle femministe d’antan, anziché bruciare il reggiseno preferiscono toglierselo.
Non c’è evento pubblico, dalle elezioni parlamentari alla visita di Putin, nel quale loro non intervengano brandendo cartelloni e togliendosi la maglietta malgrado il freddo polare di Kiev. Per la gioia dei fotografi e delle testate internazionali che pubblicano foto e gallery sulle belle ucraine. Spesso senza andare oltre poche righe di didascalia.
Se l'inglese Time si limita a definirlo "gruppo per i diritti delle donne", il tedesco Spiegel (che gli dedica un lungo articolo) sottolinea l'adesione di studenti maschi ed enfatizza la libertà e l'indipendenza dell'associazione. Il Daily Telegraph non va oltre un generico "scioccanti studenti", il francese Libération invece definisce le attiviste come ragazze che "giocando con il loro charme, vogliono dimostrare che la bellezza slava non è in vendita".

Il gruppo è formato da ragazze ucraine che si riconoscono in valori che definiscono “europei” come libertà, uguaglianza, pari opportunità.
Molte sono studentesse universitarie, attive sul web: Femen ha la sua pagina su Myspace, account su Twitter, Flickr (bisogna essere registrati) e Vkontakte (il Facebook di Russia e limitrofi), un blog su Livejournal. In arrivo il sito ufficiale, ancora in costruzione, mentre il profilo su Youtube è stato cancellato, informa il sito, “a causa di violazioni delle norme della community”.
Lo scopo: aiutare la creazione di un'immagine di femminilità, maternità e bellezza (proprio in quest’ordine) basata sui movimenti femministi europei ed americani.
Il mezzo: “Una forma di espressione unica, nostra, basata su coraggio, creatività, efficienza e shock”. Che spesso si traduce in topless o abiti succinti, colorati, provocatori. Ma che ha anche visto le ragazze scendere in piazza coperte di veli coloratissimi, cappotti rosa, abiti da calcio.
Nell’ottobre 2008 si sono azzuffate nel fango in piazza Maidan, nel novembre 2009 hanno mimato atti sessuali davanti al ministero dell’Educazione. Per protestare contro il porno virtuale si sono fatte fotografare in topless con le lettere di Google dipinte sulla schiena, per puntare il dito contro la prostituzione legata agli Europei 2012 hanno indossato mise tra il calciatore e la cheerleader e hanno improvvisato una partitella per le vie di Kiev.

Proprio gli Europei 2012, che si terranno tra Ucraina e Polonia, sono uno dei punti cruciali delle proteste di Femen: le ragazze temono un aumento del turismo sessuale e si stanno impegnando a promuovere le attrazioni culturali. Difficile, se si considera che sulla stampa straniera compaiono più spesso le foto dei loro topless che i servizi sull’offerta culturale dell’Ucraina. C’è chi storce il naso, ma il collettivo continua ad organizzare manifestazione e colorate proteste. Lo ha scritto la presidente di Femen, Anna Gutsol, sulla pagina Myspace del gruppo: “Il nostro obiettivo è diventare il movimento femminista più grande e influente in Europa”.


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