G20, il lato umano dei grandi della terra

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Al meeting in Corea del Sud ci sono tutti. Tra delicate trattative, incontri e discussioni, esce il vero volto di presidenti e capi di stato. Le occhiaie di Cameron, la nostalgia di Obama e i pesci rossi coreani: viaggio tra le stranezze dei big

di Greta Sclaunich

Chi si immagina il vertice del G20 come una posata riunione dei grandi della terra…immagina bene. Ma anche presidenti e capi di stato sono uomini come gli altri. E alcuni di loro si sono portati dietro, alla riunione di Seul, beghe nazionali e famigliari. Beghe che non influiscono sull’andamento delle trattative ma spiegano qualche sguardo assente e qualche occhiaia di troppo.

Le occhiaie le ha il primo ministro inglese David Cameron, ma spera proprio di farsele passare in tempi brevi. D’altronde è proprio per questo che è a Seul: “Tutti gli altri sono venuti in Corea del Sud per il summit o per incontri di lavoro. Io no: io sono qui solo per farmi una buona notte di sonno”. Il problema non sono i materassi di Downing Street ma i pianti e le urla della figlia neonata Florence, la terzogenita della coppia David– Samantha nata in agosto.
I problemi del presidente francese Nicolas Sarkozy, arrivato al meeting con un giorno di ritardo, sono ben più gravi. Il suo aereo non era nemmeno decollato che già la Francia intera criticava l’ennesima deriva da “nuovo ricco” di quello che è stato ormai soprannominato “Président Bling-bling” per il suo spiccato gusto per lusso e potere. L’aereo sul quale viaggia, un Airbus 330-200 (ma tutti lo chiamano Air Sarkò One, storpiando il nome dell’aereo del presidente Usa Air Force One), è solo l’ultimo esempio: inaugurato per il G20, il velivolo è stato comprato e costruito in base alle esigenze di Sarkozy che vi ha voluto installare camera da letto, bagno con doccia (c’è chi sussurra ci sia pure una vasca da bagno), sala per le riunioni. Al modico prezzo di 176 milioni di euro al quale vanno aggiunti 49 milioni all’anno per la manutenzione nel primo triennio, come dettaglia il quotidiano francese Le Parisien.

Se il presidente Usa Barack Obama ha avuto un attacco di nostalgia per l’Indonesia, Paese dove ha vissuto quattro anni da bambino e che ha visitato proprio prima di Seul, ha dovuto farselo passare in fretta per presentarsi in ottima forma al delicato incontro con il presidente cinese Hu Jintao.
Ottima forma che ostenta il premier Berlusconi, ma tra i sorrisi ai fotografi (e i silenzi alla stampa) trapela la sua preoccupazione durante la cena dei leader. Parlando con il primo ministro del Repubblica socialista del Vietnam Nguyen Tan Deng ammette che “nel mio Paese al momento ho delle difficoltà”, mentre in Italia il puzzle politico sembra diventare sempre più complicato da comporre.
Berlusconi ha anche dovuto digerire una curiosa sistemazione a tavola: alla cena, nel Museo nazionale di Corea, era seduto tra il presidente sudafricano dalle mille mogli Jacob Zuma e quello del Malawi, Bingu wa Mutharika. Di fronte il suo amico, il premier turco Recep Erdogan. I big dell’Europa (la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente russo Dimitri Medvedev, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso) stavano all’altro capo del tavolo.

Le curiosità, d’altronde, in Corea del Sud non mancano. Una fra tutte, l’utilizzo di pesci rossi per il controllo di qualità e purezza dell’acqua dei bagni utilizzati dai capi di stato e governo. Lo hanno annunciato le autorità del Paese, che vogliono piazzare sei pesciolini rossi nelle riserve d’acqua delle toilette del complesso che ospita il vertice. Se l’acqua è contaminata, i pesci moriranno e si potrà subito correre ai ripari. Sempre che la Peta, che ha già protestato per l’iniziativa, non intervenga prima.



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