Wikileaks, Clegg si smarca e attacca gli Usa

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Militari statunitensi durante una perlustrazione nelle strada di Baghdad
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"Suppongo che l'amministrazione Usa voglia fornire presto la sua risposta" dichiara il vicepremier britannico, che aggiunge: "Tutto lascia pensare che regole di base della guerra siano state violate o che la tortura sia stata tollerata"

Il premier britannico David Cameron resta in silenzio dopo le rivelazioni shock di Wikileaks sulla guerra in Iraq ma il suo vice Nick Clegg si smarca: le accuse che emergono dai dossier del sito "tutto segreti" di Julian Assange sono "estremamente serie" e gli Stati Uniti devono dare una loro risposta.

Il numero due liberal-democratico di Downing Street era contrario alla guerra prima di entrare al governo: "Possiamo deplorare il modo con cui sono usciti i dossier - ha detto alla Bbc - ma la loro lettura è scioccante". Sull'Independent on Sunday Robert Fisk, il più famoso corrispondente di guerra britannico, scrive oggi che, "scritte in militarese, nei documenti ci sono le prove della vergogna del'America". Fisk, era a Baghdad mentre piovevano le prime bombe ed è uno dei pochi giornalisti occidentali ad avere intervistato (tre volte) Osama bin Laden: a suo parere "gli americani sono stati presi a dire le bugie che tutti sapevano. Solo noi occidentali potevamo fingere di non sapere".

Clegg sottoscrive: "Tutto lascia pensare che regole di base della guerra siano state violate e che la tortura sia stata tollerata: sono accuse estremamente gravi che devono essere esaminate".Ma non è solo sugli Stati Uniti che si puntano oggi i riflettori della stampa britannica. I giornali del Regno Unito lavano i panni sporchi di casa informando i propri lettori di atrocità e gaffe delle proprie forze di occupazione. Pallottole e non caramelle. Un'accusa shock sul Daily Mail attribuisce a un militare britannico l'uccisione di una "ragazzina vestita di giallo" che dalle truppe del Regno Unito si aspettava dolciumi, non una raffica di piombo.

Nell'agosto 2003 la ragazzina giocava con gli amichetti nelle strade di Bassora dove i militari britannici distribuivano di routine caramelle in uno sforzo di "conquistare i cuori" della popolazione locale", ha detto Phil Shiner, avvocato di Public Interest Lawyers, uno dei gruppi partner di Wikileaks. "Per ragioni inspiegabili un carro armato si fermò alla fine della strada, lei giocava nel suo vestitino giallo, un soldato uscì dalla torretta, sparò e uccise".

Le forze armate britanniche all'epoca ammisero in una lettera che un soldato della B Company, primo Battaglione del Reggimento del re, aveva "sparato colpi di avvertimento in aria" vicino alla casa della bambina. La lettera, che non conteneva formule di scuse: asseriva che era una "mera possibilità" che la morte della bimba fosse stata provocata dal soldato britannico. Ora però Public Interest Lawyers vuole vederci chiaro: partiranno azioni legali in nome delle vittime innocenti, questa potrebbe essere tra le prime.

Non è il solo episodio nei dossier di Wikileaks che ha creato imbarazzo per le forze armate di Sua Maestà: nel 2005 - riporta l'Observer - militari britannici si fecero sfuggire il capo di al Qaida in Iraq Abu Mussab al Zarqawi perché l'elicottero che gli dava la caccia rimase a corto di carburante.
Il 17 marzo 2005 i servizi di intelligence basati a Bassora avevano localizzato Zarqawi in viaggio lungo una strada vicino alla città, secondo il documento ottenuto dal domenicale del Guardian, uno dei media internazionali che ha ricevuto i dossier.
Un elicottero Lynx che aveva avvistato il veicolo sospetto aveva mantenuto la sorveglianza per 15 minuti ma fu costretto a tornare alla base per fare rifornimento: nel frattempo Zarqawi si era dileguato.

Si parla anche dei militari italiani nei documenti di Wikileaks rivelati dall'Observer. Pare infatti che le nostre truppe furono avvertite di un possibile secondo attentato suicida a Nassiriya, dopo quello del 12 novembre 2003 che causò 28 morti, di cui 19 italiani.

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