“Stavo meglio sottoterra, tutti questi giornalisti mi innervosiscono” dice uno dei 33 sopravvissuti. Intanto però tutte le loro performance in tv vengono pagate a peso d’oro. Ed è gara al miglior offerente al quale racconteranno tutta la verità
Le immagini - Le prime foto di agosto
Il secondo minatore in salvo: "Non trattateci da artisti"
Le foto del salvataggio
(guarda in fondo all'articolo tutti i video sui minatori cileni)
Alcuni dei 33 minatori, tratti in salvo dopo 69 giorni a 700 metri di profondità nella miniera cilena di San José, non ne possono più dell'assedio di stampa, radio e tv. "A volte penso che stavo molto meglio sottoterra, poiché, da quando sono uscito, far fronte ai giornalisti che mi girano sempre intorno, mi innervosisce e quasi non riesco a dormire", ha confessato a El Mercurio Orlando Reygadas, 56 anni, vedovo, sei figli e 14 nipoti e già sopravvissuto al suo terzo crollo in una miniera. "Sono stanco, la fama non fa per me", gli ha fatto eco Mario Sepulveda, il più ricercato dai media per la sua facilità a lasciarsi andare ad atteggiamenti istrionici.
Intanto però, mentre Reygadas ha avvertito che lui ed i suoi compagni si sono accordati affinché "tutta la verità" su quanto è accaduto nell'odissea di quasi 70 giorni (compreso, stando ai si dice, patti di eventuale cannibalismo) verrà fatta sapere a chi pagherà di più, sono vari i minatori che, sempre in cambio di soldi, si impegnano in performance televisive del tutto singolari.
C'è chi si è fatto filmare mentre, nudo, correva verso il mare, per poi uscirne e accovacciarsi sulla spiaggia per pregare. Chi, in ginocchio di fronte ai compagni sghignazzanti, ha chiesto, con tanto di microfono, a una donna di oltre cento chili se voleva sposarlo. E chi, in una scena irreale, girata per una tv Usa, ha finto di morire, senza rivelare dove aveva nascosto i soldi accumulati grazie all'assedio mediatico.
L'avvocato Edgardo Reinoso ha reso noto che 31 dei 33 minatori hanno già firmato una delega affinché si rivolga alla giustizia per chiedere indennizzi sia ai proprietari della miniera che agli enti pubblici che, eventualmente, abbiano inciso negativamente sulle condizioni di sicurezza che hanno finito per provocare il crollo. "Tutto è già stato firmato davanti ad un notaio e lo faranno anche gli ultimi due", ha precisato il legale a El Mercurio.
Tutte le immagini delle operazioni di salvataggio
Il secondo minatore in salvo: "Non trattateci da artisti"
Le foto del salvataggio
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Alcuni dei 33 minatori, tratti in salvo dopo 69 giorni a 700 metri di profondità nella miniera cilena di San José, non ne possono più dell'assedio di stampa, radio e tv. "A volte penso che stavo molto meglio sottoterra, poiché, da quando sono uscito, far fronte ai giornalisti che mi girano sempre intorno, mi innervosisce e quasi non riesco a dormire", ha confessato a El Mercurio Orlando Reygadas, 56 anni, vedovo, sei figli e 14 nipoti e già sopravvissuto al suo terzo crollo in una miniera. "Sono stanco, la fama non fa per me", gli ha fatto eco Mario Sepulveda, il più ricercato dai media per la sua facilità a lasciarsi andare ad atteggiamenti istrionici.
Intanto però, mentre Reygadas ha avvertito che lui ed i suoi compagni si sono accordati affinché "tutta la verità" su quanto è accaduto nell'odissea di quasi 70 giorni (compreso, stando ai si dice, patti di eventuale cannibalismo) verrà fatta sapere a chi pagherà di più, sono vari i minatori che, sempre in cambio di soldi, si impegnano in performance televisive del tutto singolari.
C'è chi si è fatto filmare mentre, nudo, correva verso il mare, per poi uscirne e accovacciarsi sulla spiaggia per pregare. Chi, in ginocchio di fronte ai compagni sghignazzanti, ha chiesto, con tanto di microfono, a una donna di oltre cento chili se voleva sposarlo. E chi, in una scena irreale, girata per una tv Usa, ha finto di morire, senza rivelare dove aveva nascosto i soldi accumulati grazie all'assedio mediatico.
L'avvocato Edgardo Reinoso ha reso noto che 31 dei 33 minatori hanno già firmato una delega affinché si rivolga alla giustizia per chiedere indennizzi sia ai proprietari della miniera che agli enti pubblici che, eventualmente, abbiano inciso negativamente sulle condizioni di sicurezza che hanno finito per provocare il crollo. "Tutto è già stato firmato davanti ad un notaio e lo faranno anche gli ultimi due", ha precisato il legale a El Mercurio.
Tutte le immagini delle operazioni di salvataggio