Italiani, popolo di poeti e navigatori (online)

Mondo

Gli abitanti del Belpaese sono gli internauti più partecipativi del mondo: lo dice una ricerca sui contenuti dei social network. Un dato confermato da altri recenti studi che rivelano la nostra dimestichezza con i nuovi media.

di Federico Guerrini

L’economia va male, i giovani fuggono all’estero in cerca di lavoro, abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa: gli italiani hanno visto giorni migliori. Ma c’è una cosa in cui ancora non li batte nessuno: la chiacchiera, naturalmente in versione post-moderna e online. Da una ricerca dell’istituto Forrester condotta su 275 mila consumatori di Asia, Europa e America del Nord, emerge infatti che i più attivi a creare contenuti su Internet, sono proprio gli abitanti del Bel Paese. Il 24% degli internauti italiani si dedica a postare una foto o un video o scrivere su un blog.

Battiamo per un soffio i navigatori americani, che si fermano al 23 % - in discesa di un punto rispetto al 2009 – e stracciamo alla grande i francesi, fermi a un misero 11 % e propensi più a collezionare contenuti piuttosto che a crearne di propri. Fanno peggio di loro solo i tedeschi; in Germania, la percentuale di coloro che contribuiscono attivamente al Web si ferma all’8%. Gli italiani, poi, sono anche i maggiori conversatori su Twitter: il 48% cinguetta almeno una volta alla settimana, contro una media europea del 31 per cento.

In media, passiamo sei ore al mese a chattare nei social network. Poche rispetto ai malesi che occupano in questo modo nove ore del loro tempo, ai russi (8,1) e ai turchi (7,7), ma sempre più di quelle che trascorrono davanti al Pc i cinesi, fermi a cinque ore e venti minuti.

Ma che cosa fanno gli italiani sui nuovi media? Per capirlo bisogna rivolgersi ad un’altra recente ricerca. Facebook e simili, secondo un’indagine di Trendstream, ci servono soprattutto per trovare notizie interessanti o tenerci al corrente di eventi a cui vorremmo partecipare. Seguono a ruota, fra i motivi di utilizzo delle reti sociali, la possibilità di restare in contatto coi propri amici, e (cosa che dovrebbe far riflettere le aziende ancora restie ad imbarcarsi in questo settore) l’individuazione di prodotti da acquistare. La fascia di età più attiva sui social network risulta, non sorprendentemente, quella più giovane, che comprende le persone fra i 18 e i 34 anni, fascia che del resto è anche la più presente online a tutti i livelli.

Ulteriori dettagli sulle abitudini digitali degli italiani si possono ricavare da una ricerca pubblicata in questi giorni dalla società TNS, che ha intervistato 50mila persone di 46 nazioni. In base a questo studio, parte del quale è consultabile online, gli abitanti dello stivale hanno in media 159 amici nei social network: tanti se paragonati ai 29 dei giapponesi o ai 50 dei Sud coreani, ma relativamente pochi rispetto ai 233 contatti dei malesi o ai 231 dei brasiliani, segno probabilmente che ci piace la compagnia virtuale ma preferiamo non allargare a dismisura il nostro grafo sociale. Tra le curiosità rivelate da questa indagine c’è il fatto che in un mercato maturo come è quello italiano, la passione per Facebook non ha fatto sparire l’email: il 51% dei nostri compatrioti continua a preferirla ai servizi di messaging integrati nelle reti sociali.

Infine, un altro dato interessante, riguarda la scarsa penetrazione dell’accesso in mobilità nel nostro Paese; gli italiani si connettono a Internet per la maggior parte attraverso il Pc; sono ancora relativamente pochi quelli che vanno in rete mediante smartphone -  appena il 41,5% - mentre l’86% si affida unicamente al computer. Uno scenario che però potrebbe cambiare a breve, con il calo del prezzo degli smartphone e l’immissione sul mercato di abbonamenti per collegarsi alla Rete da cellulare sempre più convenienti.

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