Il ferito su Facebook: Mi sono rotto di stare in Afghanistan

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Il profilo su Facebook di Luca Cornacchia, militare ferito in Afghanistan
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Sul social network, nei profili dei militari coinvolti nell'agguato che ha fatto quattro vittime il racconto della vita al fronte. Manca scriveva: "Meglio morire in piedi che vivere strisciando", e Vannozzi: "Credo nella paura e nella morte"


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"Mi sono rotto di stare qua in Aghanistan, non si capisce nulla". Questo messaggio, datato il 3 ottobre scorso, è l'ultimo che appare nella bacheca su Facebook di Luca Cornacchia, il militare abruzzese ferito questa mattina nell'attentato nella zona di Farah, dove hanno perso la vita altri quattro militari italiani. Una pagina in cui, attraverso articoli foto e canzoni, Cornacchia racconta la vita di tutti i giorni in Afghanistan. Nel profilo, tra un video di Carmen Consoli condiviso e una canzone di Vasco Rossi, spicca la foto di un soldato che dà la mano a un bambino del posto, con lo slogan "non importa quanto doniamo ma quanto amore mettiamo in quello che doniamo". C'è anche spazio a un messaggio di speranza, "tranquilli cuccioli vi riporto tutti a casa...", scrive agli amici a casa parlando dei suoi commilitoni, tra i commenti di un video in cui scorrono le immagini dei soldati statunitensi che riabbracciano le proprie famiglie. E poi rivolto alla moglie, Monica, scrive: "Amore sei la mia vita...". Come foto del profilo Cornacchia ha scelto l'immagine di Ernesto Che Guevara.
"Meglio morire in piedi che vivere una vita strisciando" è invece la frase che aveva postato qualche giorno fa sul proprio profilo di Facebook il caporal maggiore Gianmarco Manca, di Alghero, morto questa mattina in Afghanistan. Aveva compiuto 32 anni il 24 settembre scorso e sulla bacheca del social network in tanti gli avevano fatto gli auguri e dato appuntamento per il suo ritorno in Sardegna. "Houston.... ti ho lavato la macchina - gli aveva scritto, invece, scherzosamente la sorella Antonella - almeno non me lo chiedi più, la prossima lavata quando torni".

Orfano di padre, il caporal maggiore Gianmarco Manca aveva preso il diploma di geometra ad Alghero. Dopo la morte del genitore, un maresciallo dell'Aeronautica scomparso nel 2003 in un incidente, Gianmarco si era arruolato. Effettivo al Settimo reggimento alpini di Belluno, Gianmarco lascia la mamma Pierina Cuccuru e la sorella Antonella. Questa mattina le due donne hanno appreso la notizia nella casa di viale della Resistenza ad Alghero dallo stesso Comando degli alpini. Davanti alla casa di famiglia si sono radunati parenti e amici per portare cordoglio ai parenti. Il caporal maggiore era alla sua quarta missione all'estero. Prima della partenza per l'Afghanistan la mamma Pierina aveva cercato di convincerlo a desistere perché temeva per la sorte del figlio. "Mia madre non voleva che partisse - ha detto stamattina la sorella Antonella ai giornalisti - ma Gianmarco le aveva detto: mamma io i miei colleghi soli non li lascio, loro sono la mia famiglia".
"Erano dei ragazzi meravigliosi - ha aggiunto Antonella Manca - erano alla quarta missione insieme, non si sentivano degli eroi. Gianmarco diceva che era un lavoro come un altro, mio fratello è morto facendo il suo lavoro. Voleva ottenere l'avvicinamento in Sardegna per stare vicino a mia madre e a me - ha concluso la sorella - l'ultima cosa che ci siamo detti qualche giorno fa è stato l'appuntamento all'aeroporto di Alghero dove sarebbe arrivato in mimetica come sempre".

Si presentava con la celebre frase "Se vuoi la pace, prepara la guerra" invece la pagina di Facebook del giovane Francesco Vannozzi, un'altra delle vittime dell'attentato. Il militare aveva scritto l'ultimo messaggio il 28 agosto ("Ho le orecchie piene di sabbia"), senza però commentare troppo la vita in missione, per la quale era partito lo scorso luglio.
Sullo stesso sito compare anche la data dell'inizio della sua avventura nell'esercito italiano: 2004, prima come artigliere contraereo, poi alpino. Nella sua pagina Vannozzi aveva inserito anche altre citazioni: "Non so con quali armi combatteremo la terza guerra mondiale, ma nella quarta useremo sassi e bastoni" e ancora "Io non credo nel paradiso, credo nel dolore, credo nella paura, credo nella morte".

Lo speciale di SkyTG24 - Della missione militare in Afghanistan si parlerà anche domenica 10 ottobre in "La trappola afghana", lo speciale di SkyTG24 in onda alle 18,35 e, in replica, alle 22,35. Tra gli ospiti di Riccardo Romani, il colonnello Aldo Zizzo, ex comandante della missione italiana a Kabul, e Fabio Caressa, che per Sky ha firmato un lungo reportage in onda su Sky Uno nelle prossime settimane.

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