Messico, rapiti 22 turisti ad Acapulco

Mondo
messico_ansa

Ancora nessun contatto con i sequestratori. Gli inquirenti sospettano si tratti di una banda di narcotrafficanti. Dal 2006 a oggi sono 28mila le vittime delle violenze dei cartelli della droga

Sequestrati da un commando armato, probabilmente una delle mille gang del narcotraffico locale: è la situazione nella quale si trovano almeno 22 turisti messicani rapiti giovedì ad Acapulco, la località simbolo del turismo del Messico che era stata scelta dal gruppo per trascorrere alcuni giorni di vacanza. Il rapimento nel paradiso delle vacanze è stato reso noto proprio mentre si è avuto un altro sanguinoso rigurgito - con 14 morti - della guerra fra bande rivali di narcotrafficanti messicani.

A confermare il rapimento è stata la procura generale di Città del Messico, precisando che "almeno 22 turisti sono stati portati via da sconosciuti mentre si trovavano a bordo di quattro veicoli". A quanto pare, il sequestro è avvenuto mentre il gruppo era alla ricerca di un albergo in città dove passare la notte. Il fatto è stato denunciato da due membri della comitiva riusciti a scampare al rapimento, ma che sono poi spariti dopo aver denunciato l'accaduto.

Le persone rapite venivano tutte dalla città di Morelia, a Michoacan vicino a Guerrero, due stati dove sono molto presenti i sicari di 'La Familia', uno dei cartelli dei narcos più pericolosi del paese, ricordano i media locali. Cosi' come tante altre città messicane, Acapulco e' ormai da tempo scenario di scontri e regolamenti di conti tra le diverse gang del narcotraffico, il cui obiettivo e' quello di controllare i territori da dove passano i carichi della droga verso gli Stati Uniti e altri mercati.

Finora il movente del sequestro resta ignoto e nessun contatto si è avuto con i rapitori. La rivalità e i regolamenti di conti tra i narcos, in Messico, sono all'ordine del giorno e l'altro ieri 14 persone sono rimaste uccise durante una sparatoria tra gang dei cartelli della cocaina rivali nel villaggio di San Jos‚ de la Cruz, nel nord del paese. Ad innescare lo scontro a fuoco potrebbe essere stata un'operazione di vendita di un carico di droga.

Le guerre ingaggiate dal governo messicano del presidente  Felipe Calderon contro i narcos e dai diversi cartelli della droga fra di loro hanno causato massacri e omicidi che dal 2006 a oggi hanno lasciato sul terreno circa 28 mila morti.

Mondo: I più letti

[an error occurred while processing this directive]