Bin Laden "ambientalista", nuovo audio su Pakistan e clima

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In un messaggio, il numero uno di Al Qaeda invita "gli uomini coraggiosi" a portare aiuto agli alluvionati pakistani e denuncia: "Il numero delle vittime dei cambiamenti climatici nel mondo musulmano è più pesante di quello delle guerre"

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Un 'nuovo' Osama bin Laden irrompe sulla scena. Lo sceicco del terrore è tornato a farsi sentire, con un messaggio audio di 11 minuti che si caratterizza per l'assenza di minacce ed è invece interamente dedicato alle "Riflessioni sul metodo del lavoro di soccorso", in particolare nel Pakistan flagellato dalle inondazioni. Bin Laden chiede ai musulmani di tutto il mondo di aiutare gli alluvionati  e parla di cambiamenti climatici.

Intanto però resta alto il livello di guardia in tutto il mondo, all'indomani delle rivelazioni sul piano di attentati "stile Mumbai" ordito nelle aree tribali al confine tra Pakistan e Afghanistan e destinato a colpire Europa e Stati Uniti.
Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha assicurato che non c'è alcun "allarme particolare per l'Italia", sottolineando tuttavia che "la guardia resta altissima". E dalla Svezia arriva la notizia che l'intelligence ha registrato "un cambiamento" nelle attività di "certi gruppi" che potrebbero "attaccare il Paese". Le autorità di Stoccolma hanno elevato il livello di allarme: la minaccia non è però considerata imminente se "paragonata alla situazione in altri Paese europei".
Il capo del consiglio sicurezza dell'Afghanistan, Rangeen Dafdar Spanta, a Roma per un incontro promosso dall'Alleance of democrats, ha dal canto suo esortato i partner occidentali di Kabul a fare pressione su quei Paesi della regione che "sostengono o nascondono i gruppi di fondamentalisti", con un implicito riferimento a Pakistan e Iran.

In questo quadro, il nuovo messaggio di Osama bin Laden, il quarto dall'inizio dell'anno - l'ultimo risaliva al marzo scorso -, conferma l'avvio di una nuova strategia di al Qaida, tesa all'ampliamento delle basi di consenso dell'organizzazione, anche cavalcando una immagine "caritatevole" e "ambientalista". "Il numero delle vittime provocate dai cambiamenti climatici nel mondo musulmano è grandissimo, più pesante di quello delle vittime di guerra", esordisce il numero uno di al Qaeda. "La catastrofe (in Pakistan) è enorme e difficile da descrivere - spiega il terrorista più ricercato del mondo -. Ciò che affrontiamo esige un'azione rapida e seria da parte di anime caritatevoli e di uomini coraggiosi per portare soccorso ai loro fratelli musulmani del Pakistan".

Osama delinea quindi le linee guida per gli aiuti: è necessario studiare sistemi di prevenzione delle alluvioni, avviare progetti di sviluppo agricolo e rurale, anche in Paesi "come il Sudan", non limitarsi agli aiuti di emergenza ma affidare la gestione dei disastri a persone competenti. I "mercanti", in questa visione, sono i "cavalieri che salveranno questa regione dalla carestia e che devono evitare di impegnarsi in progetti privi di valore".

Quello odierno non è il primo appello dei qaidisti sul Pakistan: il 15 settembre il numero due dell'organizzazione, Ayman al-Zawahri, criticò  aspramente le autorità pachistane, accusandole di pensare solo ad arricchirsi, mentre il loro Paese è in ginocchio dopo le alluvioni che lo hanno colpito. E non è neppure la prima volta che Osama si concede a temi non collegati alla "guerra contro i crociati": a gennaio di quest'anno, ha accusato in un "messaggio al mondo" tutti i Paesi industrializzati di avere una responsabilità della crisi dell'ambiente, citando il Protocollo di Kyoto e Noam Chomsky.

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