Nel giorno in cui iniziano le trivellazioni per poterli tirare fuori dalla miniera, i 33 operai intrappolati a 700 metri di profondità hanno inviato un secondo videomessaggio ai familiari, rassicurandoli sulle loro condizioni di salute
Il piano per salvare i minatori - Iniziano oggi le operazioni di scavo della galleria verticale di 700 metri per raggiungere i 33 minatori intrappolati da oltre tre settimane nell'impianto di San Josè. I tecnici hanno preparato un piano alternativo per ridurre a due mesi i tempi del salvataggio. La "talpa" australiana "Strata 905" appositamente trasportata e installata in Cile impiegherà dai tre ai quattro mesi per raggiungere i minatori aprendo un foro di 66 cm ma si sta valutando la possibilità di allargare una delle tre piccole gallerie esistenti che arriva a 600 metri di profondità, quota dove si trova una delle officine della miniera; questa soluzione accorcerebbe i tempi a non più di due mesi, dato che i minatori potrebbero raggiungere l'officina dal rifugio nel quale si trovano attualmente a 688 metri. Inizialmente il condotto dovrebbe essere allargato di circa una ventina di centimetri per poter far arrivare ai minatori oggetti più grandi di quanto sia attualmente possibile: ogni ulteriore aumento di diametro dovrà tuttavia essere sottoposto ad analisi per evitare il rischio di ulteriori crolli o cedimenti.
La prima telefonata ai parenti - Intanto, però, i 33 minatori hanno potuto telefonare ai loro cari. Ognuno di loro ha avuto a disposizione un minuto di conversazione. Dietro il consiglio degli psicologhi, i familiari si sono sforzati di usare toni ottimisti e rassicuranti.
La prima telefonata ai parenti - Intanto, però, i 33 minatori hanno potuto telefonare ai loro cari. Ognuno di loro ha avuto a disposizione un minuto di conversazione. Dietro il consiglio degli psicologhi, i familiari si sono sforzati di usare toni ottimisti e rassicuranti.