Myanmar, dopo vent'anni si torna a votare
MondoLo hanno annunciato i media di Stato. Il partito di Suu Kyi (leader dell'opposizione e Nobel per la Pace), ha rifiutato di registrarsi per protesta contro quelle che ha definito "ingiuste" leggi elettorali
Nuova condanna per Aung San Suu Kyi: guarda le foto.
Il Myanmar terrà il prossimo 7 novembre le sue prime elezioni degli ultimi 20 anni. Lo hanno annunciato i media di Stato, mettendo fine ad una lunga serie di speculazioni sui tempi della scadenza elettorale da parte di gruppi per i diritti civili.
Almeno 40 partiti si sono registrati per partecipare alla scelta del primo governo civile in quasi mezzo secolo di segregazione sotto regimi militari del Paese, abitato da 48 milioni di persone. Stati Uniti, Gran Bretagna e gruppi per i diritti umani hanno affermato che le elezioni perderebbero di legittimità se la giunta militare negasse un ruolo a migliaia di oppositori politici che sono ora in prigione, compreso il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi.
Il partito di Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia (Nld), che aveva vinto le elezioni nel 1990 solo per vedersi negato il potere dai militari, ha rifiutato di registrarsi con le autorità per protesta contro quelle che ha definito "ingiuste" leggi elettorali.
Molti diplomatici e analisti intravedono nelle elezioni un tentativo di rafforzare il potere militare sotto l'aspetto di un governo di civili, nel tentativo di attirare investimenti nel Paese ricco di risorse in posizione strategica tra due Paesi da boom economico come Cina e India.
Il Myanmar terrà il prossimo 7 novembre le sue prime elezioni degli ultimi 20 anni. Lo hanno annunciato i media di Stato, mettendo fine ad una lunga serie di speculazioni sui tempi della scadenza elettorale da parte di gruppi per i diritti civili.
Almeno 40 partiti si sono registrati per partecipare alla scelta del primo governo civile in quasi mezzo secolo di segregazione sotto regimi militari del Paese, abitato da 48 milioni di persone. Stati Uniti, Gran Bretagna e gruppi per i diritti umani hanno affermato che le elezioni perderebbero di legittimità se la giunta militare negasse un ruolo a migliaia di oppositori politici che sono ora in prigione, compreso il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi.
Il partito di Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia (Nld), che aveva vinto le elezioni nel 1990 solo per vedersi negato il potere dai militari, ha rifiutato di registrarsi con le autorità per protesta contro quelle che ha definito "ingiuste" leggi elettorali.
Molti diplomatici e analisti intravedono nelle elezioni un tentativo di rafforzare il potere militare sotto l'aspetto di un governo di civili, nel tentativo di attirare investimenti nel Paese ricco di risorse in posizione strategica tra due Paesi da boom economico come Cina e India.