Sakineh Ashtiani è stata condannata alla lapidazione per aver ucciso il marito e per aver avuto una relazione col cugino. L'avvocato difensore denuncia: è stata obbligata ad ammettere dopo essere stata torturata per due giorni
Iran, il volto della protesta: TUTTE LE FOTO
E' comparsa in tv e ha confessato di aver tradito il marito e di essere stata complice nel suo omicidio, due reati per i quali è stata condannata alla pena di morte con la lapidazione. Ma il suo avvocato sostiene che è stata costretta a confessare, dopo essere stata torturata per due giorni, nel disperato tentativo di salvarsi.
L'Ultima umiliazione - Il caso, che da tempo solleva ondate di proteste internazionali, è quello di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana di 43 anni rinchiusa nel carcere di Tabriz da quattro anni, in attesa dell'esecuzione (leggi l'intervista rilasciata al Guardian). Secondo quanto riportano diversi media, che citano uno degli avvocati della donna, Hutan Kian, l'intervista registrata due giorni fa è stata trasmessa giovedì 11 agosto dalla tv di stato iraniana durante il programma dal titolo "20:30".
Con il volto oscurato e parlando con voce debole in lingua azera (turca), poi doppiata in persiano, la donna ha raccontato di aver avuto una relazione con il cugino del marito che l'ha poi messa al corrente della sua intenzione di ucciderlo. Lei ha pensato che fosse uno scherzo. "Mi ha detto: 'ammazziamo tuo marito'. Non riuscivo a credere che sarebbe stato ucciso. Pensavo stesse scherzando", ha raccontato la Ashtiani. E ancora: "Poi ho scoperto che era un assassino di professione. E' venuto nella nostra casa un giorno portando tutto l'occorrente. Aveva con sé materiale elettrico, fili e anche guanti. Poco dopo ha ammazzato mio marito fulminandolo. Prima mi aveva chiesto di portare i miei figli a casa della nonna".
La solidarietà internazionale - Il caso della donna iraniana in carcere da 4 anni è stato monitorato da vicino dai social network e dalle associazioni per i diritti umani. Amnesty International, ad esempio, dedica ampio spazio alla storia di Sakineh Mohammadi Ashtiani e invita a firmare l'appello contro la sua lapidazione. Anche Facebook si è mobilitata contro l'esecuzione della pena capitale inflitta alla donna accusata di adulterio. Il gruppo "No alla lapidazione" ha già oltre 4mila sostenitori. La comunità di YouTube, invece, dedica oltre 200 video a Sakineh Mohammadi Ashtiani.
Pronto il mandato di cattura per il difensore - Il reale obiettivo della "confessione" pubblica di Sakineh sembra essere stato il suo avvocato, Mohammad Mostafaei, convinto che la sua assistita sia stata torturata. Per lui, che vive all'estero, è pronto un mandato di cattura, mentre la moglie è tenuta da due giorni in carcere per spingerlo al suo rientro in patria. "Perché hai reso pubblico il mio caso?", gli ha chiesto dallo schermo Sakineh,"perché hai violato la mia reputazione e la mia dignità? Non tutti i miei parenti
sapevano che sto in prigione. Perché mi hai fatto questo?".
Che la confessione di Sakineh sia stata resa sotto tortura ne è convinto anche Houtan Kian, un altro suo legale: "E' stata pestata e torturata - ha detto al Guardian - finché ha accettato di andare in tv. Le sue due figlie, Sajad di 22 anni e la figlia diciassettenne Saeedeh sono rimaste traumatizzate dal programma", che sarebbe stato registrato nella prigione di Tabriz, dove la donna è rinchiusa da quattro anni.
"Propaganda occidentale" - Ma la tv di stato iraniana ribatte alle accuse dell'avvocato Kian sostenendo che l'interesse internazionale per il caso della Ashtiani è "propaganda occidentale", allo scopo di fare pressioni sul governo iraniano per il rilascio dei tre escursionisti americani tenuti in ostaggio da oltre un anno in Iran.
E' comparsa in tv e ha confessato di aver tradito il marito e di essere stata complice nel suo omicidio, due reati per i quali è stata condannata alla pena di morte con la lapidazione. Ma il suo avvocato sostiene che è stata costretta a confessare, dopo essere stata torturata per due giorni, nel disperato tentativo di salvarsi.
L'Ultima umiliazione - Il caso, che da tempo solleva ondate di proteste internazionali, è quello di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana di 43 anni rinchiusa nel carcere di Tabriz da quattro anni, in attesa dell'esecuzione (leggi l'intervista rilasciata al Guardian). Secondo quanto riportano diversi media, che citano uno degli avvocati della donna, Hutan Kian, l'intervista registrata due giorni fa è stata trasmessa giovedì 11 agosto dalla tv di stato iraniana durante il programma dal titolo "20:30".
Con il volto oscurato e parlando con voce debole in lingua azera (turca), poi doppiata in persiano, la donna ha raccontato di aver avuto una relazione con il cugino del marito che l'ha poi messa al corrente della sua intenzione di ucciderlo. Lei ha pensato che fosse uno scherzo. "Mi ha detto: 'ammazziamo tuo marito'. Non riuscivo a credere che sarebbe stato ucciso. Pensavo stesse scherzando", ha raccontato la Ashtiani. E ancora: "Poi ho scoperto che era un assassino di professione. E' venuto nella nostra casa un giorno portando tutto l'occorrente. Aveva con sé materiale elettrico, fili e anche guanti. Poco dopo ha ammazzato mio marito fulminandolo. Prima mi aveva chiesto di portare i miei figli a casa della nonna".
La solidarietà internazionale - Il caso della donna iraniana in carcere da 4 anni è stato monitorato da vicino dai social network e dalle associazioni per i diritti umani. Amnesty International, ad esempio, dedica ampio spazio alla storia di Sakineh Mohammadi Ashtiani e invita a firmare l'appello contro la sua lapidazione. Anche Facebook si è mobilitata contro l'esecuzione della pena capitale inflitta alla donna accusata di adulterio. Il gruppo "No alla lapidazione" ha già oltre 4mila sostenitori. La comunità di YouTube, invece, dedica oltre 200 video a Sakineh Mohammadi Ashtiani.
Pronto il mandato di cattura per il difensore - Il reale obiettivo della "confessione" pubblica di Sakineh sembra essere stato il suo avvocato, Mohammad Mostafaei, convinto che la sua assistita sia stata torturata. Per lui, che vive all'estero, è pronto un mandato di cattura, mentre la moglie è tenuta da due giorni in carcere per spingerlo al suo rientro in patria. "Perché hai reso pubblico il mio caso?", gli ha chiesto dallo schermo Sakineh,"perché hai violato la mia reputazione e la mia dignità? Non tutti i miei parenti
sapevano che sto in prigione. Perché mi hai fatto questo?".
Che la confessione di Sakineh sia stata resa sotto tortura ne è convinto anche Houtan Kian, un altro suo legale: "E' stata pestata e torturata - ha detto al Guardian - finché ha accettato di andare in tv. Le sue due figlie, Sajad di 22 anni e la figlia diciassettenne Saeedeh sono rimaste traumatizzate dal programma", che sarebbe stato registrato nella prigione di Tabriz, dove la donna è rinchiusa da quattro anni.
"Propaganda occidentale" - Ma la tv di stato iraniana ribatte alle accuse dell'avvocato Kian sostenendo che l'interesse internazionale per il caso della Ashtiani è "propaganda occidentale", allo scopo di fare pressioni sul governo iraniano per il rilascio dei tre escursionisti americani tenuti in ostaggio da oltre un anno in Iran.