Iraq, Obama lancia l’operazione “nuova alba”

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Il presidente americano: "Il 31 agosto la fine dei combattimenti". Le forze Usa addestrano gli iracheni che dovranno gestire in autonomia la sicurezza. “Il nostro compito sta cambiando, da militare a diplomatico. Restiamo in Afghanistan"

BARACK OBAMA: L'ALBUM FOTOGRAFICO

"Stiamo facendo esattamente quello che era in programma, così come avevo promesso". Barack Obama, parlando ai veterani disabili riuniti ad Atlanta, in Georgia, conferma in modo ufficiale le tappe del ritiro delle truppe americane dall'Iraq. Ma contemporaneamente rilancia la guerra in Afghanistan, dove, afferma, si stanno facendo "progressi" contro i terroristi di Al Quaida. "Abbiamo di fronte una sfida enorme. Ma è importante - sottolinea tra gli applausi - che il popolo americano sappia che là stiamo facendo passi avanti, concentrandoci su obbiettivi chiari e raggiungibili". A quasi due anni dal suo arrivo alla Casa Bianca, Obama rivendica oggi il merito di aver mantenuto l'impegno assunto in campagna elettorale. "Ho posto fine al conflitto iracheno in modo responsabile", esclama lodando il coraggio degli ex militari. Quindi, cerca di placare le polemiche del passato: "Nel nostro Paese ci fu un forte dibattito sulla guerra in Iraq. Ma io credo che ci sono patrioti tra chi ha appoggiato l'invio di truppe e chi si oppose a quel conflitto. Non ci sarà mai alcuna distanza tra di noi - sottolinea Obama tra gli applausi - nel momento in cui dobbiamo onorare gli americani in uniforme, e sono stati oltre un milione, che hanno combattuto in Iraq, più di ogni altro conflitto, dai tempi del Vietnam".

Ora però quella storia è ormai alle spalle. Alla fine di agosto i soldati americani infatti non combatteranno più quella che è sempre stata considerata la guerra di Bush. Da settembre, assicura Obama, "la missione cambierà": i rimanenti 50mila soldati si limiteranno ad addestrare le forze irachene, sino alla fine del 2011, quando torneranno tutti a casa. Ma mentre annuncia di aver voltato pagina con Baghdad, il presidente Usa ribadisce che la "sua guerra", quella contro i terroristi che si annidano in Afghanistan e al confine con il Pakistan, continuerà. Là i militari Usa presto raggiungeranno quota 100mila unità. "Nel giorno in cui sanciamo la fine della guerra in Iraq, con il ritorno a casa di tanti soldati - osserva Obama - ricordiamoci che tanti altri sono impiegati in Afghanistan. E' la, al confine con il Pakistan, che i terroristi lanciano i loro attacchi terroristi contro di noi e i nostri alleati. Se quell'area dovesse tornare in mano ai ribelli, Al Qaida e altre organizzazioni a lei affiliate avrebbero più spazio per agire. Io, come presidente degli Stati Uniti - sottolinea in modo netto - non permetterò che ciò avvenga". Una guerra, quella in Afghanistan, che ha fatto pagare un grande tributo di sangue, ma che nei prossimi mesi, sarà ancora più aspra. Il Pentagono, come rivela il Wall Street Journal, ha deciso che il fuoco di artiglieria e gli attacchi aerei contro i covi dei ribelli saranno più frequenti del passato, ammorbidendo le restrizioni previste sinora. Chissà se le nuove regole avranno effetto. Intanto, almeno Obama, cerca di incitare i veterani: "Abbiamo inflitto ad Al Qaida e ai suoi alleati colpi tremendi. Non tollereremo - conclude il suo intervento ad Atlanta - che esistano zone franche per questi terroristi. Distruggeremo i loro covi e la faremo finita con le loro minacce".

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