Afghanistan, morti due militari italiani
MondoIl maresciallo Mauro Gigli e il caporalmaggiore Pierdavide De Cillis del Genio sono rimasti uccisi a nord di Herat. Ferite lievi per il capitano Federica Luciani. Un'esplosione li ha investiti poco dopo che avevano disinnescato un'altra bomba.
Così gli italiani disinnescano le bombe: LE FOTO
Afghanistan - L'ALBUM FOTOGRAFICO
In fondo all'articolo i video sugli attentati contro i militari in Afghanistan
Due militari italiani sono morti nel villaggio di Injil, a 8 chilometri a sud di Herat, una donna capitano è rimasta lievemente ferita.
Le vittime sono il 1° Maresciallo Mauro Gigli – nato il 3 aprile 1969 a Sassari ed effettivo al 32° Reggimento Genio di Torino (Brigata Alpina Taurinense) – e il Caporal Maggiore Capo Pierdavide De Cillis, nato il 25 febbraio 1977 a Bisceglie (Bari) e appartenente al 21° Reggimento Genio di stanza a Caserta. Ha riportato lievi escoriazioni il Capitano Federica Luciani del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza e si è registrato il ferimento lieve di un civile afghano.
I militari uccisi facevano parte della Task Force Genio inquadrata nel contingente italiano in Afghanistan e avevano al loro attivo numerose missioni all’estero durante le quali avevano effettuato un elevato numero di interventi di disinnesco di ordigni esplosivi. Erano dunque tra quelle figure preziosissime degli eserciti, a maggior ragione in operazioni di pace, raccontate nel film premio Oscar "The Hurtlocker". Nell’ambito dell’operazione di oggi, i due genieri erano inquadrati in un dispositivo composto da 36 militari su 8 veicoli blindati Lince, uno dei quali in versione ambulanza.
Erano intervenuti intorno alle 20 (ora afghana) per disinnescare una bomba rudimentale segnalata dalla polizia locale. Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari sono riusciti a neutralizzare la bomba. Ma, mentre perlustravano la zona e verificavano che non ce ne fossero altre, sono stati investiti da una forte esplosione che ne ha causato la morte.
Il Maggiore Mario Renna, portavoce del Comando del Regional Command West della missione multinazionale Isaf, fa sapere che si lavora per accertare la dinamica dell'esplosione. "Per il momento tutte le ipotesi sono aperte – dice - bisogna fare luce su quanto è accaduto, al momento è presto per trarre conclusioni". In particolare, si cercherà di accertare se l'esplosione dell'ordigno, verificatasi mentre i due militari italiani erano impegnati in operazioni di disinnesco, sia stata provocata a distanza con un telecomando o al contrario se sia stata accidentale.
La Missione
Sono oltre 3.000 i militari italiani schierati in Afghanistan nell'ambito della missione Isaf. A cominciare dal mese scorso stanno arrivando rinforzi che porteranno gradualmente a 4.000 il numero degli uomini del contingente nazionale. La grande maggioranza degli italiani è schierata ad Herat, nell'Ovest del Paese. Una piccola quota si trova invece a Kabul. Dal 20 aprile scorso il comando della zona Ovest è affidato al generale Claudio Berto, comandante della brigata alpina Taurinense.
Il Regional Command West (Rc-W), la zona sotto la responsabilità italiana, è un'ampia regione dell'Afghanistan occidentale (grande quanto il Nord Italia) che si estende sulle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. La componente principale delle forze nazionali è costituita dal personale proveniente dalla Taurinense; è presente inoltre un significativo contributo di uomini e mezzi della Marina Militare, dell'Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Complessivamente contribuiscono al Regional Command West 11 nazioni con 6.000 uomini, tutti sotto il comando italiano. Tra i militari italiani, alta la quota (oltre 500 uomini) di addestratori con il compito di formare le forze armate e di sicurezza afgane.
Le vittime italiane
Abitava a Villar Perosa il primo maresciallo Mauro Gigli, 41 anni, del 32/o reggimento genio di Torino. Sposato e con due figli piccoli, era originario della Sardegna ma viveva da anni nel paese piemontese. Nella sua abitazione si trova ancora il generale Francesco Figliuolo, che attualmente è al comando della Brigata Taurinense a Torino. recentemente intervistato dal Tg1 (il video è online qui) Gigli parlava del suo lavoro, proponendo il racconto di chi ogni giorno rischia la vita per la sicurezza dell'Afghanistan: "Il momento più delicato - spiegava il maresciallo a proposito del disinnesco degli Ied - è quando c'è l'approccio manuale da parte dell'operatore, che deve affrontare l'ordigno. Ogni intervento è a sé, e ogni intervento, dall'attivazione fino alla conclusione, è un susseguirsi di tensione e di adrenalina".
"E' un lutto che colpisce ancora una volta al cuore la città". Così il sindaco di Bisceglie, Francesco Carlo Spina, commenta la notizia della morte in un attentato in Afghanistan del caporal maggiore capo dell'Esercito Pierdavide De Cillis. De Cillis è il secondo militare italiano di Bisceglie morto in Afghanistan. Il 27 aprile 2006, nell'attentato a Nassiriya, morì infatti il maresciallo capo dei carabinieri Carlo De Trizio, anche lui nato nella cittadina dell'hinterland barese.
Con i due militari uccisi oggi, sale a 29 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione, nel 2004. Di questi la maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore. L'ultimo attacco mortale era avvenuto lo scorso 17 maggio, quando persero la vita il sergente Massimiliano Ramadù e il caporalmaggiore Luigi Pascazio.
Dolore ma si resta
"Provo dolore" e "sono rattristato per la notizia appresa" della morte dei due militari italiani. E' quanto ha detto il premier Silvio Berlusconi inviando il proprio cordoglio "alle famiglie" e ricordando che queste azioni "rafforzano l'idea che dobbiamo esserci".
Nell'Aula della Camera i rappresentanti dei gruppi di maggioranza ed opposizione hanno espresso il loro cordoglio, osservando un minuto di silenzio. In quel momento era in corso il voto di fiducia sulla manovra economica. Nella giornata di giovedì il ministro della Difesa Ignazio La Russa riferirà in Parlamento sull'attentato in cui hanno perso la vita i due italiani.
Il ministro ha commentato così l'accaduto: "Grande riconoscenza e affetto per i familiari dei militari morti e per tutti i ragazzi e le ragazze in divisa che stanno facendo il loro dovere per tenere lontano il terrorismo dalle nostre case" ma "gli impegni internazionali vanno mantenuti". "Ci sono rischi che sappiamo di correre - ha aggiunto il ministro - ma ciò che i ragazzi e le ragazze delle Forze Armate vogliono è che il loro sacrificio non sia vano e che la lotta contro il terrorismo possa essere combattuta, a partire dal 2013, dalle forze afghane in modo che i nostri soldati possano tornare a casa".
I video sugli attentati contro i militari in Afghanistan:
Afghanistan - L'ALBUM FOTOGRAFICO
In fondo all'articolo i video sugli attentati contro i militari in Afghanistan
Due militari italiani sono morti nel villaggio di Injil, a 8 chilometri a sud di Herat, una donna capitano è rimasta lievemente ferita.
Le vittime sono il 1° Maresciallo Mauro Gigli – nato il 3 aprile 1969 a Sassari ed effettivo al 32° Reggimento Genio di Torino (Brigata Alpina Taurinense) – e il Caporal Maggiore Capo Pierdavide De Cillis, nato il 25 febbraio 1977 a Bisceglie (Bari) e appartenente al 21° Reggimento Genio di stanza a Caserta. Ha riportato lievi escoriazioni il Capitano Federica Luciani del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza e si è registrato il ferimento lieve di un civile afghano.
I militari uccisi facevano parte della Task Force Genio inquadrata nel contingente italiano in Afghanistan e avevano al loro attivo numerose missioni all’estero durante le quali avevano effettuato un elevato numero di interventi di disinnesco di ordigni esplosivi. Erano dunque tra quelle figure preziosissime degli eserciti, a maggior ragione in operazioni di pace, raccontate nel film premio Oscar "The Hurtlocker". Nell’ambito dell’operazione di oggi, i due genieri erano inquadrati in un dispositivo composto da 36 militari su 8 veicoli blindati Lince, uno dei quali in versione ambulanza.
Erano intervenuti intorno alle 20 (ora afghana) per disinnescare una bomba rudimentale segnalata dalla polizia locale. Dopo aver verificato la presenza dell'ordigno, i due militari sono riusciti a neutralizzare la bomba. Ma, mentre perlustravano la zona e verificavano che non ce ne fossero altre, sono stati investiti da una forte esplosione che ne ha causato la morte.
Il Maggiore Mario Renna, portavoce del Comando del Regional Command West della missione multinazionale Isaf, fa sapere che si lavora per accertare la dinamica dell'esplosione. "Per il momento tutte le ipotesi sono aperte – dice - bisogna fare luce su quanto è accaduto, al momento è presto per trarre conclusioni". In particolare, si cercherà di accertare se l'esplosione dell'ordigno, verificatasi mentre i due militari italiani erano impegnati in operazioni di disinnesco, sia stata provocata a distanza con un telecomando o al contrario se sia stata accidentale.
La Missione
Sono oltre 3.000 i militari italiani schierati in Afghanistan nell'ambito della missione Isaf. A cominciare dal mese scorso stanno arrivando rinforzi che porteranno gradualmente a 4.000 il numero degli uomini del contingente nazionale. La grande maggioranza degli italiani è schierata ad Herat, nell'Ovest del Paese. Una piccola quota si trova invece a Kabul. Dal 20 aprile scorso il comando della zona Ovest è affidato al generale Claudio Berto, comandante della brigata alpina Taurinense.
Il Regional Command West (Rc-W), la zona sotto la responsabilità italiana, è un'ampia regione dell'Afghanistan occidentale (grande quanto il Nord Italia) che si estende sulle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. La componente principale delle forze nazionali è costituita dal personale proveniente dalla Taurinense; è presente inoltre un significativo contributo di uomini e mezzi della Marina Militare, dell'Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Complessivamente contribuiscono al Regional Command West 11 nazioni con 6.000 uomini, tutti sotto il comando italiano. Tra i militari italiani, alta la quota (oltre 500 uomini) di addestratori con il compito di formare le forze armate e di sicurezza afgane.
Le vittime italiane
Abitava a Villar Perosa il primo maresciallo Mauro Gigli, 41 anni, del 32/o reggimento genio di Torino. Sposato e con due figli piccoli, era originario della Sardegna ma viveva da anni nel paese piemontese. Nella sua abitazione si trova ancora il generale Francesco Figliuolo, che attualmente è al comando della Brigata Taurinense a Torino. recentemente intervistato dal Tg1 (il video è online qui) Gigli parlava del suo lavoro, proponendo il racconto di chi ogni giorno rischia la vita per la sicurezza dell'Afghanistan: "Il momento più delicato - spiegava il maresciallo a proposito del disinnesco degli Ied - è quando c'è l'approccio manuale da parte dell'operatore, che deve affrontare l'ordigno. Ogni intervento è a sé, e ogni intervento, dall'attivazione fino alla conclusione, è un susseguirsi di tensione e di adrenalina".
"E' un lutto che colpisce ancora una volta al cuore la città". Così il sindaco di Bisceglie, Francesco Carlo Spina, commenta la notizia della morte in un attentato in Afghanistan del caporal maggiore capo dell'Esercito Pierdavide De Cillis. De Cillis è il secondo militare italiano di Bisceglie morto in Afghanistan. Il 27 aprile 2006, nell'attentato a Nassiriya, morì infatti il maresciallo capo dei carabinieri Carlo De Trizio, anche lui nato nella cittadina dell'hinterland barese.
Con i due militari uccisi oggi, sale a 29 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione, nel 2004. Di questi la maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore. L'ultimo attacco mortale era avvenuto lo scorso 17 maggio, quando persero la vita il sergente Massimiliano Ramadù e il caporalmaggiore Luigi Pascazio.
Dolore ma si resta
"Provo dolore" e "sono rattristato per la notizia appresa" della morte dei due militari italiani. E' quanto ha detto il premier Silvio Berlusconi inviando il proprio cordoglio "alle famiglie" e ricordando che queste azioni "rafforzano l'idea che dobbiamo esserci".
Nell'Aula della Camera i rappresentanti dei gruppi di maggioranza ed opposizione hanno espresso il loro cordoglio, osservando un minuto di silenzio. In quel momento era in corso il voto di fiducia sulla manovra economica. Nella giornata di giovedì il ministro della Difesa Ignazio La Russa riferirà in Parlamento sull'attentato in cui hanno perso la vita i due italiani.
Il ministro ha commentato così l'accaduto: "Grande riconoscenza e affetto per i familiari dei militari morti e per tutti i ragazzi e le ragazze in divisa che stanno facendo il loro dovere per tenere lontano il terrorismo dalle nostre case" ma "gli impegni internazionali vanno mantenuti". "Ci sono rischi che sappiamo di correre - ha aggiunto il ministro - ma ciò che i ragazzi e le ragazze delle Forze Armate vogliono è che il loro sacrificio non sia vano e che la lotta contro il terrorismo possa essere combattuta, a partire dal 2013, dalle forze afghane in modo che i nostri soldati possano tornare a casa".
I video sugli attentati contro i militari in Afghanistan: