Terzo incontro tra Barack Obama e il premier israeliano. Sul tavolo la questione dei territori e i rapporti tra lo stato ebraico e la Turchia, dopo l'assalto alla Freedom Flotilla. Da Ankara una richiesta di scuse ufficiali
Questa volta il premier israeliano Benyamin Netanyahu potrà sedersi a tavola, dopo avere incontrato la stampa alla Casa Bianca. Ma non mancheranno i momenti di tensione nell'incontro di oggi a Washington con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, a poco più di un mese dall'incidente contro la flottiglia palestinese e mentre crescono le tensioni tra Israele e la Turchia. Ad Obama si attribuisce l'intenzione di insistere sul congelamento degli insediamenti ebraici nei territori palestinesi, per ottenere la garanzia che non verrà revocato il 26 settembre, come sembra auspicare il parlamento israeliano, la Knesset.
Netanyahu, come scrive la stampa israeliana, punta soprattutto sull'avvio di negoziati diretti con i palestinesi, considerando che quelli indiretti coordinati dall' emissario Usa George Mitchell stanno dando pochi risultati. Per farlo, i palestinesi aspettano un gesto sugli insediamenti, anche se un primo passo verso contatti diretti al più alto livello è stato fatto oggi con l'incontro tra il ministro della difesa Ehud Barak e il premier dell'autorità palestinese (Anp) Salam Fayyad. L'ultima volta che Netanyahu era venuto alla Casa Bianca, a marzo, l'accoglienza era stata gelida, visto che Obama era stato profondamente irritato per l'annuncio di nuovi insediamenti a Gerusalemme proprio mentre il vicepresidente Usa Joe Biden si trovava in visita ufficiale in Israele.
L'incontro era stato programmato nel tardo pomeriggio, non erano stati convocati i fotografi per la classica stretta di mano tra leader, e non era stata organizzata nessuna conferenza stampa (e neppure il consueto breve incontro con i giornalisti nello studio ovale). Soprattutto, Obama si era allontanato per andare a cena con la famiglia, lasciando Bibi e la sua delegazione da soli nella Roosevelt Room, la principale sala riunioni della Casa Bianca, dove vengono 'parcheggiate' le delegazioni.
Questa volta sarà diverso. L'incontro si svolgerà a metà giornata, con uno spazio previsto per le dichiarazioni in funzione dei tg israeliani, e la delegazione israeliana è stata invitata a pranzo alla Casa Bianca. Per ambedue i leader si tratta comunque di un incontro difficile. Obama deve dimostrare di essere in grado di rilanciare il processo di pace in Medio Oriente, 18 mesi dopo il suo arrivo alla Casa Bianca, senza avere ottenuto quasi nulla. Netanyahu deve trovare un equilibrio quasi impossibile: deve rispondere alle preoccupazione degli americani e fare in modo di riportare i palestinesi al tavolo dei negoziati, ma senza perdere l'appoggio della coalizione di governo in casa.
Le relazioni sempre più tese tra Turchia e Israele:
Netanyahu, come scrive la stampa israeliana, punta soprattutto sull'avvio di negoziati diretti con i palestinesi, considerando che quelli indiretti coordinati dall' emissario Usa George Mitchell stanno dando pochi risultati. Per farlo, i palestinesi aspettano un gesto sugli insediamenti, anche se un primo passo verso contatti diretti al più alto livello è stato fatto oggi con l'incontro tra il ministro della difesa Ehud Barak e il premier dell'autorità palestinese (Anp) Salam Fayyad. L'ultima volta che Netanyahu era venuto alla Casa Bianca, a marzo, l'accoglienza era stata gelida, visto che Obama era stato profondamente irritato per l'annuncio di nuovi insediamenti a Gerusalemme proprio mentre il vicepresidente Usa Joe Biden si trovava in visita ufficiale in Israele.
L'incontro era stato programmato nel tardo pomeriggio, non erano stati convocati i fotografi per la classica stretta di mano tra leader, e non era stata organizzata nessuna conferenza stampa (e neppure il consueto breve incontro con i giornalisti nello studio ovale). Soprattutto, Obama si era allontanato per andare a cena con la famiglia, lasciando Bibi e la sua delegazione da soli nella Roosevelt Room, la principale sala riunioni della Casa Bianca, dove vengono 'parcheggiate' le delegazioni.
Questa volta sarà diverso. L'incontro si svolgerà a metà giornata, con uno spazio previsto per le dichiarazioni in funzione dei tg israeliani, e la delegazione israeliana è stata invitata a pranzo alla Casa Bianca. Per ambedue i leader si tratta comunque di un incontro difficile. Obama deve dimostrare di essere in grado di rilanciare il processo di pace in Medio Oriente, 18 mesi dopo il suo arrivo alla Casa Bianca, senza avere ottenuto quasi nulla. Netanyahu deve trovare un equilibrio quasi impossibile: deve rispondere alle preoccupazione degli americani e fare in modo di riportare i palestinesi al tavolo dei negoziati, ma senza perdere l'appoggio della coalizione di governo in casa.
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