Marea Nera, marinaio si suicida. “Disperato per il disastro”

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Gulf Oil Spill

Il capitano di un’imbarcazione assoldato dalla Bp per la pulizia delle acque del golfo si è tolto la vita sparandosi con la sua pistola. Da quanto riferito dal suo equipaggio “era sconvolto dalla portata dell’inquinamento”


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Un dramma personale scuote le operazioni per arginare il disastro provocato dalla marea nera, nel sud degli Stati Uniti. Il capitano di un'imbarcazione assoldato dalla Bp per partecipare alle operazioni di pulizia si è tolto la vita sparandosi un colpo alla testa. Come ogni giorno William Kruse, 55 anni, aveva raccolto l'equipaggio e si apprestava a partire dalla costa dell'Alabama. Poi ha detto ai marinai di andare a prendere del ghiaccio e quando sono tornati a bordo lo hanno trovato morto. Kruse, a quanto riferito, era rimasto sconvolto e adirato per i danni causati dalla fuoriuscita di greggio che sta devastando l'ecosistema delle coste meridionali degli Stati Uniti.

Intanto la Bp ha riposizionato il "tappo" che argina la fuoriuscita di greggio nel Golfo del Messico, dopo che era stato temporaneamente rimosso per un incidente causato da un robot sottomarino. Lo ha reso noto la stessa compagnia petrolifera che in una nota ha riferito che il sistema "ha ripreso a pompare petrolio e gas".

La rimozione del tappo aveva provocato un notevole aumento del flusso di greggio che ha già provocato il più grave disastro ambientale nella storia degli Usa, minacciando l'ecosistema della Louisiana e di altri Stati meridionali.

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