Forze israeliane sono salite a bordo della Rachel Corrie, imbarcazione di attivisti diretta verso la Striscia, che aveva rifiutato di cambiare rotta. Illesi tutti i passeggeri. GUARDA IL VIDEO DELL'ABBORDAGGIO
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E' finita come previsto, con l'abbordaggio delle forze israeliane e l'interruzione forzata del viaggio verso la Striscia di Gaza, ma stavolta senza scontri o violenza, la traversata della Rachel Corrie: la piccola nave irlandese salpata per cercare di rompere il blocco imposto dallo Stato ebraico all'enclave palestinese controllata dagli integralisti di Hamas.
L'imbarcazione è arrivata ad Ashdod. Qui il suo carico (carta, equipaggiamenti medici e giocattoli, ma anche cemento, in genere razionato dal blocco israeliano a causa del suo asserito possibile uso per scopi militari) sarà ispezionato prima del promesso trasporto via terra a Gaza.
A pochi giorni dalla strage avvenuta sulla Freedom Flottiglia diretta a Gaza, che il 31 maggio scorso era stata assaltata da forze speciali israeliane, si sono dunque verificati nuovi momenti di tensione tra attivisti e militari israeliani. Tutto è iniziato nella mattinata di sabato, quando la nave irlandese Rachel Corrie, che trasportava a bordo un equipaggio di attivisti filopalestinesi, ha continuato a dirigersi verso la Striscia di Gaza nonostante l'invito della marina militare di Israele a cambiare rotta. Dopo ore, la flottiglia è stata catturata e costretta a dirigersi verso il porto israeliano di Ashdod. La prima conferma è arrivata attraverso Twitter dall'organizzazione pacifista Perdana, comproprietaria della nave. Tutti i passeggeri a bordo stanno bene, si legge ancora su Twitter.
L'esercito israeliano ha confermato che soldati delle forze speciali sono saliti a bordo della nave irlandese Rachel Corrie, riferisce il sito di Haaretz. L'abbordaggio si è volto senza feriti o violenze. I soldati sono giunti sulla nave via mare su piccole imbarcazioni e non si sono calati dagli elicotteri. Un portavoce dell'esercito ha detto che l'abbordaggio è avvenuto con l'assenso degli attivisti del Free Gaza Movement che si trovano a bordo.
Il video, diffuso dall'esercito israeliano, che documenta l'abbordaggio della Rachel Corrie:
Gli attivisti della Freedom Flottiglia uccisi a bruciapelo - L'autopsia delle vittime dell'assalto a Freedom Flotilla ha rivelato che i pacifisti furono crivellati da un totale di 30 proiettili da 9 millimetri, nel maggior parte dei casi sparati da distanza molto ravvicinata.
Lo rivela il Guardian, che è riuscito ad ottenere i risultati medico legali dell'autopsia. Secondo il vice-presidente dell'istituto di medicina legale turco, i nove attivisti filo-palestinesi ricevettero un totale di 30 proiettile, e cinque di loro furono uccisi da colpi alla testa.
Un uomo di 60 anni, Ibrahim Bilgerm, fu colpito quattro volte alla tempia, al petto, ai fianchi e alla schiena. Fulkan Dogan, il 19enne con passaporto americano, fu colpito cinque volte da meno di 45 centimetri, in faccia, alla nuca, due volte alle gambe e altrettante alla schiena. Altri due uomini furono raggiunti da quattro proiettili, e a cinque delle vittime venne sparato tanto alla nuca che alla schiena. Le nuove informazioni sulle modalità e l'intensità dell'attacco "minano" -scrive il quotidiano britannico- l'insistenza di Israele secondo cui i soldati spararono solo per autodifesa. E' stato calcolato che nella fase più sanguinosa dello scontro, i commandos israeliani spararono a una persona al minuto.
Israele venerdì sera ha ribadito che il numero di proiettili trovato sui cadaveri non altera il fatto che i soldati spararono per autodifesa: "L'unica situazione in cui un soldato apre il fuoco è quando si trova chiaramente in una situazione in cui la sua vita e' in pericolo", ha detto il portavoce dell'ambasciata israeliana a Londra. "Premere velocemente il grilletto può portare a trovare qualche proiettile nello stesso cadavere, ma non cambia il fatto che rischiassero di morire".
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E' finita come previsto, con l'abbordaggio delle forze israeliane e l'interruzione forzata del viaggio verso la Striscia di Gaza, ma stavolta senza scontri o violenza, la traversata della Rachel Corrie: la piccola nave irlandese salpata per cercare di rompere il blocco imposto dallo Stato ebraico all'enclave palestinese controllata dagli integralisti di Hamas.
L'imbarcazione è arrivata ad Ashdod. Qui il suo carico (carta, equipaggiamenti medici e giocattoli, ma anche cemento, in genere razionato dal blocco israeliano a causa del suo asserito possibile uso per scopi militari) sarà ispezionato prima del promesso trasporto via terra a Gaza.
A pochi giorni dalla strage avvenuta sulla Freedom Flottiglia diretta a Gaza, che il 31 maggio scorso era stata assaltata da forze speciali israeliane, si sono dunque verificati nuovi momenti di tensione tra attivisti e militari israeliani. Tutto è iniziato nella mattinata di sabato, quando la nave irlandese Rachel Corrie, che trasportava a bordo un equipaggio di attivisti filopalestinesi, ha continuato a dirigersi verso la Striscia di Gaza nonostante l'invito della marina militare di Israele a cambiare rotta. Dopo ore, la flottiglia è stata catturata e costretta a dirigersi verso il porto israeliano di Ashdod. La prima conferma è arrivata attraverso Twitter dall'organizzazione pacifista Perdana, comproprietaria della nave. Tutti i passeggeri a bordo stanno bene, si legge ancora su Twitter.
L'esercito israeliano ha confermato che soldati delle forze speciali sono saliti a bordo della nave irlandese Rachel Corrie, riferisce il sito di Haaretz. L'abbordaggio si è volto senza feriti o violenze. I soldati sono giunti sulla nave via mare su piccole imbarcazioni e non si sono calati dagli elicotteri. Un portavoce dell'esercito ha detto che l'abbordaggio è avvenuto con l'assenso degli attivisti del Free Gaza Movement che si trovano a bordo.
Il video, diffuso dall'esercito israeliano, che documenta l'abbordaggio della Rachel Corrie:
Gli attivisti della Freedom Flottiglia uccisi a bruciapelo - L'autopsia delle vittime dell'assalto a Freedom Flotilla ha rivelato che i pacifisti furono crivellati da un totale di 30 proiettili da 9 millimetri, nel maggior parte dei casi sparati da distanza molto ravvicinata.
Lo rivela il Guardian, che è riuscito ad ottenere i risultati medico legali dell'autopsia. Secondo il vice-presidente dell'istituto di medicina legale turco, i nove attivisti filo-palestinesi ricevettero un totale di 30 proiettile, e cinque di loro furono uccisi da colpi alla testa.
Un uomo di 60 anni, Ibrahim Bilgerm, fu colpito quattro volte alla tempia, al petto, ai fianchi e alla schiena. Fulkan Dogan, il 19enne con passaporto americano, fu colpito cinque volte da meno di 45 centimetri, in faccia, alla nuca, due volte alle gambe e altrettante alla schiena. Altri due uomini furono raggiunti da quattro proiettili, e a cinque delle vittime venne sparato tanto alla nuca che alla schiena. Le nuove informazioni sulle modalità e l'intensità dell'attacco "minano" -scrive il quotidiano britannico- l'insistenza di Israele secondo cui i soldati spararono solo per autodifesa. E' stato calcolato che nella fase più sanguinosa dello scontro, i commandos israeliani spararono a una persona al minuto.
Israele venerdì sera ha ribadito che il numero di proiettili trovato sui cadaveri non altera il fatto che i soldati spararono per autodifesa: "L'unica situazione in cui un soldato apre il fuoco è quando si trova chiaramente in una situazione in cui la sua vita e' in pericolo", ha detto il portavoce dell'ambasciata israeliana a Londra. "Premere velocemente il grilletto può portare a trovare qualche proiettile nello stesso cadavere, ma non cambia il fatto che rischiassero di morire".
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