La multinazionale britannica ha comunicato che è riuscita nell’operazione di “tappare” la fuoriuscita di petrolio. Ma i tecnici sono prudenti e vogliono aspettare almeno un giorno per essere sicuri del successo. Obama oggi di nuovo in Louisiana
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Speranza e pessimismo si alternano tra i tecnici della Bp che da più di u mese lottano contro il tempo per riuscire a fermare la fuoriuscita di greggio al largo delle coste statunitensi. I tecnici sono riusciti, grazie all'utilizzo di una gigantesca cesoia manovrata da robot sottomarini, a tagliare la tubatura sui fondali all'origine della fuoriuscita di petrolio, ma il taglio risulta frastagliato e quindi difficile da "incappucciare".
Il dispositivo previsto dalla British Petroleum è quello di un imbuto che poi, collegato a un tubo, permetta di pompare il petrolio verso una nave cisterna in superficie. Ieri sera, il video mostrava la posa dell'imbuto a circa 1.600 metri di profondità. Ma l'enormità della fuoriuscita di greggio che continua a riversarsi nelle acque dal pozzo, non permette agli ingegneri di assicurarsi che l'imbuto sia stato sistemato correttamente.
Il numero uno della Bp, Tony Hayward, ha detto ieri sera che ci vorranno "tra le 12 e le 24 ore" per sapere se l'operazione è effettivamente riuscita, sottolineando però che "vi è comunque un rischio" di insuccesso. La Bp prevede poi di costruire due pozzi di soccorso che dovranno essere operativi a metà agosto, per bloccare definitivamente la marea nera.
Segnale della gravità della situazione, 45 giorni dopo l'inizio di quella che si è poi rivelata come la più grave catastrofe ambientale nella storia degli Stati uniti, il presidente Barack Obama ha deciso di tornare oggi in Louisiana, terza visita nella regione, rinviando il suo viaggio in Australia e Indonesia.
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