Disastro aereo in India, identificate più di cento vittime

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I corpi sono stati riconsegnati ai familiari. Intanto si indaga sull'incidente in cui sono morte 158 persone, mentre 8 sono riuscite a salvarsi. Tra le cause si ipotizza un errore del pilota nella discesa, ma anche l'inadeguatezza dello scalo di Mangalore

LE FOTO DELL'INCIDENTE

I corpi di 104 vittime della tragedia aerea avvenuta ieri mattina nel sud dell'India sono stati identificati e consegnati ai familiari. Lo riferisce l'agenzia di stampa Pti citando fonti governative locali.
Nella schianto dell'Air India Express all'aeroporto di Mangalore sono morte 158 persone. Secondo la fonte, gli investigatori sono al lavoro in queste ore per ritrovare le scatole nere tra i resti del Boeng 737 finito fuori pista e distrutto dalle fiamme.

Il Boeing 737 della Air India Express con a bordo 166 persone è andato fuori pista durante l'atterraggio ed è finito in un precipizio prendendo fuoco. Solo 8 passeggeri sono riusciti a salvarsi, balzando fuori dal velivolo dopo lo schianto, prima che le fiamme lo divorassero. Quasi tutte le vittime erano indiani, emigrati nei ricchi paesi del Golfo e di ritorno in patria con le famiglie per le annuali vacanze estive.
Oltre 60 stavano andando nello stato del Kerala per un matrimonio. Quasi tutti sono morti carbonizzati nella carcassa spaccata in due dell'aereo della Air India Express, la versione 'low cost' della compagnia di bandiera nazionale.
Il volo IX 812 era un Dubai-Mangalore e stava arrivando a destinazione in orario, poco dopo le sei ora indiana (le 02:30 in Italia).

Tra le cause del disastro si ipotizza un errore del pilota nella discesa, ma anche l'inadeguatezza dello scalo di Bajpe-Mangalore, una 'tavola' sulle colline circondata da profondi precipizi come quello in cui e' finito il Boeing 737 dopo aver sbandato.
L'aeroporto e' considerato uno dei piu' insidiosi per questa sua particolare conformazione. Negli ultimi cinque anni era gia' stata sfiorata la tragedia in diverse occasioni a causa della mancanza di spazi di sicurezza. La pista di atterraggio dove si e' consumata la tragedia e' l'ultima costruita ed era stata inaugurata dal ministro dell'aviazione civile Praful Patel.
La nuova pista, lunga 2,5 chilometri, è stata messa sotto accusa, in particolare dal Gruppo di supporto ambientalista (Environment Support Group), secondo il quale le autorita' locali non hanno rispettato le normative nazionali e internazionali.

Secondo la ricostruzione fatta dal ministro Patel, "non ci sono state anomalie nella manovra di atterraggio e non ci sono state richieste di Sos dal pilota", un particolare che coincide anche con le testimonianze dei sopravissuti. Il ministro ha pero' specificato che il velivolo ha toccato terra "leggermente" oltre il punto di contatto previsto, ha quindi oltrepassato la pista ed e' finito nella vallata sottostante" dove si e' spaccato in due.
Secondo alcuni media indiani potrebbe esserci stato un errore di valutazione da parte del pilota, Zatlok Glusika, 55 anni, britannico di origine serba, che potrebbe aver iniziato in ritardo la discesa. Patel ha pero' sottolineato che il pilota era esperto, aveva al suo attivo 10 mila ore di volo e era gia' atterrato una ventina di volte nello scalo.
Non e' stata esclusa neanche l'ipotesi di un guasto tecnico.
Un team di esperti americani della Boeing e' gia' arrivato a Mangalore per partecipare all'inchiesta.

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