I ministri degli Esteri dei tre Paesi hanno raggiunto l'intesa sul trasferimento di uranio iraniano debolmente arricchito in cambio di combustibile per il reattore di Teheran. Negativa la prima reazione d'Israele, che ha parlato di "raggiro"
I ministri degli Esteri di Iran, Turchia e Brasile hanno ufficialmente firmato, nella mattinata del 17 maggio, l'intesa per lo scambio di uranio scarsamente arricchito con combustibile nucleare. La ratifica dell'accordo è avvenuta in presenza del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, del presidente brasiliano Luiz Inácio da Silva e del premier turco Recep Tayyip Erdogan. L'intesa prevede che Teheran invii in Turchia, entro un mese, 1200 kg di uranio arricchito al 3,5% in cambio di 120 kg di combustibile, arricchito al 20%, da usare per scopi medici. Come spiegato dal portavoce del ministero degli Esteri iraniano Ramin Mehmanparast, l'accordo dovrà essere vagliato dall'Aiea e dal "gruppo di Vienna" (Usa, Russia, Francia).
L'accordo tripartito ha suscitato reazioni di aperto scetticismo in Israele, anche se, al momento, mancano commenti ufficiali del governo. Un funzionario da Gerusalemme ha però ipotizzato un'operazione di "raggiro" da parte di Teheran, che avrebbe, in particolare, "sfruttato l'assai scarsa esperienza del Brasile su questioni che riguardano il Medio Oriente".
L'accordo tripartito ha suscitato reazioni di aperto scetticismo in Israele, anche se, al momento, mancano commenti ufficiali del governo. Un funzionario da Gerusalemme ha però ipotizzato un'operazione di "raggiro" da parte di Teheran, che avrebbe, in particolare, "sfruttato l'assai scarsa esperienza del Brasile su questioni che riguardano il Medio Oriente".