Obama e la tecnologia: fine di un amore?

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Barack Obama è presidente degli Stati Uniti dal 20 gennaio 2009
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Il presidente più tech della storia degli Stati Uniti invita gli studenti americani ad usare i gadget con cautela. Tanto basta per scatenare gli avversari, deludere i fan e far parlare di tecno-schizofrenia

di Raffaele Mastrolonardo

Le lune di miele prima o poi finiscono. E quella di Barack Obama con il mondo della tecnologia sembra, se non proprio al termine, quantomeno in una fase burrascosa. Le frasi pronunciate dal presidente in occasione di una cerimonia di laurea presso la Hampton University in Virginia hanno infatti creato un certo malumore tra i blogger americani, anche quelli vicini all'attuale inquilino della Casa Bianca.

“Con gli iPod e gli iPad, le Xbox e le PlayStation – nessuno dei quali so usare – l'informazione diventa una distrazione, un'evasione, una forma di intrattenimento invece che uno strumento abilitante, piuttosto che un mezzo di emancipazione” ha detto Obama ai ragazzi in procinto di completare il corso di studi. E li ha ammoniti sulle insidie di un universo mediatico in cui “anche l'affermazione più folle può velocemente diffondersi”.

Le sue parole sono state prontamente interpretate dai media conservatori nientemeno che come una “dichiarazione di guerra” alla tecnologia. Alcuni blogger lo hanno additato come un cattivo maestro, altri hanno ricordato che l'accesso istantaneo all'informazione consente di ascoltare più posizioni su un argomento e quindi di diventare migliori cittadini. Critiche normali per qualsiasi presidente ma che suscitano clamore se riferite a un capo di governo che ancora lo scorso anno aveva lanciato un appello alla blogosfera perché esercitasse pressioni sul Congresso in occasione del dibattito sulla riforma della sanità americana.

Un rapporto aperto e disinvolto con Internet e la tecnologia, dopo tutto, è stato fin da subito un tratto distintivo del candidato Obama. La sua campagna elettorale è stata salutata come una delle più tecnologiche della storia e lui non ha mai nascosto di avere una relazione morbosa con il Blackberry. Forse anche per questo i diari online e i tecnofili lo hanno adottato senza indugi ed eminenti personalità della Silicon Valley hanno accettato di fargli da consiglieri. Nel suo staff trovano posto ex dipendenti delle più grandi aziende Internet del Paese e la libertà di espressione in Rete è diventata un pilastro dell'offensiva diplomatica della sua amministrazione nei confronti dei regimi autoritari.

Di fronte ad un simile curriculum non stupisce che qualcuno si spinga fino a definire il presidente un ipocrita e che anche dai suoi fan della prima ora arrivino parole amare. Micah L. Sifry di TechPresident, da sempre un obamiano di ferro, arriva a ipotizzare un contrasto all'interno della squadra presidenziale tra un'anima “smanettona” e una più burocratica e legata alle vecchie logiche della politica: “Mentre una parte dell'amministrazione Obama cerca di stimolare apertura, trasparenza e partecipazione, un'altra si sta rivelando uguale se non peggiore della precedente”.

Questa divisione, secondo il fondatore del popolare blog dedicato al rapporto tra innovazione e politica, mina il successo di alcune azioni della Casa Bianca e annacqua le sue strategie partecipative. E così in barba ai proclami in favore della trasparenza, il dipartimento della Giustizia mette sotto accusa un dipendente del governo per avere passato delle informazioni alla stampa. Il tutto mentre la tanto auspicata rivoluzione partecipativa innescata dalla rete, conclude Sifry, deve ancora materializzarsi.

SCHEDA
Come diventare un presidente-tech in 4 passi

1 - Campagna via Facebook

La campagna elettorale di Barack Obama è considerata un modello di uso sapiente dei nuovi media per mobilitare l'elettorato e coordinare la macchina organizzativa. Lo staff di Obama arriva ad utilizzare anche i videogame come canali per veicolare il proprio messaggio.

2 - Consigli dalla Silicon Valley

Tra i suoi consiglieri il presidente ha scelto spesso e volentieri uomini di affari e manager provenienti da aziende tecnologiche. Da Eric Schmidt, amministratore delegato di Google, a Charles Phillips, presidente di Oracle. 

3 - Web e trasparenza
Il ricorso alle nuove tecnologie per aumentare la trasparenza del governo è un cavallo di battaglia di Obama per tutta la campagna elettorale. A pochi giorni dall'insediamento, il 21 gennaio il neopresidente invia alle agenzie federali un memorandum su «Transparency and open government» in cui chiede un uso più forte della rete per comunicare con i cittadini. Per dare l'esempio lancia Data.gov, sito destinato a raccogliere e offrire in formati riusabili tutti i dati in possesso del governo federale. 

4 - Democrazia via Internet
Il 21 gennaio 2010 il segretario di stato Hillary Clinton pronuncia un importante discorso che inserisce la libertà di espressione via Internet e la tutela dei diritti in rete tra i capisaldi della politica estera americana. Il primo test di questa dottrina è la reazione della amministrazione agli attacchi informatici di origine cinese subiti da Google e altre aziende della Silicon Valley: la Clinton chiede alle autorità cinesi un'indagine rapida sull'accaduto.

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