Gb al voto, le elezioni più incerte della storia moderna

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L’ascesa di Nick Clegg sta rendendo il voto britannico uno dei più incerti degli ultimi 50 anni. La vittoria finale sarà determinata con ogni probabilità dagli indecisi

La Gran Bretagna vota domani per le elezioni politiche più incerte della sua storia moderna. La prepotente ascesa dei liberaldemocratici ha messo in dubbio la vittoria dei Tories di David Cameron, data per scontata fino a poche settimane fa. Per i laburisti, il premier Gordon Brown e l'ex premier Tony Blair hanno allontanato la tentazione del "voto utile", del voto cioè che i simpatizzanti del partito dovrebbero dare al candidato liberaldemocratico nelle circoscrizioni in cui quello del Labour non ha la possibilità di battere i conservatori.

"Chiedo alla gente di votare laburista perché voglio il massimo dei voti laburisti", ha chiesto Brown dalle colonne del "Times". "E' semplice, votate per ciò in cui credete, se pensate che le politiche siano buone, votate per loro, altrimenti no", ha scritto Blair sul "Guardian", ricordando che i lib-dem non hanno invitato a un analogo voto utile per i laburisti.

Intanto più di un terzo degli elettori pensa di poter ancora cambiare idea prima sul voto. Da un sondaggio ComRes per ITV e Independent, emerge una situazione di stallo. Con i conservatori al 37%, i laburisti al 29% e i liberaldemocratici al 26%. Tradotti in seggi: 294 ai Tories nella Camera dei Comuni, 32 in meno della maggioranza che servirebbe loro per governare senza rischi di imboscate, 251 per i laburisti e 74 per i liberaldemocratici. Il 71% degli intervistati intende andare a votare (nel 2005 l'affluenza era stata del 61%). Ma il 38% potrebbe cambiare la sua scelta su chi votare all'ultimo momento: questo vale per il 34% dei laburisti, il 32% dei conservatori e il 41% dei lib-dem.

I liberaldemocratici, vera sorpresa nelle elezioni britanniche, sono finiti al centro di un attacco senza precedente durante le ultime battute della campagna elettorale. A pronunciarsi contro un voto dato alla squadra di Nick Clegg per non premiare la parte avversa, è stato anche il ministro dell'Interno, Alan Johnson. "C'è un foro nella gomma dei liberaldemocratici e l'aria sta venendo fuori" ha detto alla Bbc, "se ne sarà uscita abbastanza per domani, non lo so". Per i Tories si è fatto sentire Michael Gove, ministro ombra dell'Istruzione, che teme che il favorito David Cameron si trovi davanti a un parlamento in cui l'ago della bilancia sia costituito proprio dagli uomini di Clegg. "La voce è seducente" ha detto l'esponente conservatore, "ma una volta alzato il sipario, dopo aver votato per lui, non si sa con chi si e' finiti a letto. Se questa è democrazia, io sono una banana".

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