Vincono i “separatisti nella parte dell’isola mediterranea occupata dalle truppe turche. Secondo gli osservatori questo risultato elettorale metterebbe in serio rischio il processo di pace. Erdogan:“Portate avanti i colloqui di pace"
La vittoria del primo ministro turco-cipriota nazionalista Dervish Eroglu, 72 anni, nelle elezioni presidenziali svoltesi nella Repubblica Turca di Cipro del Nord (Rtcn, area sotto occupazione militare turca) potrà influire negativamente sui negoziati in corso da 18 mesi per la riunificazione dell'isola - rallentandoli o addirittura facendoli fallire - ma rischia anche di danneggiare il processo di adesione di Ankara all'Unione europea.
E' questa l'opinione diffusa tra osservatori locali e diplomatici occidentali a Cipro dopo l'annuncio della vittoria di Eroglu con il 50.39% delle preferenze contro il 42.84% ottenuto dal presidente uscente, il socialista Mehmet Ali Talat, 52 anni, che dal settembre 2008 ha avuto, sotto l'egida dell'Onu, oltre 70 colloqui con il capo di stato greco-cipriota Dimitris Christofias tesi, appunto, a riunificare quest'isola mediterranea.
Cipro è divisa ormai da 36 anni, dopo un intervento militare di Ankara a difesa della minoranza turco-cipriota in seguito ad un fallito colpo di stato di nazionalisti greco-ciprioti. Nella parte Nord dell'isola sono tuttora stazionati circa 30.000 soldati turchi.
Al contrario di Talat, che è a favore della riunificazione su base federale, bizonale e bicomunitaria con un solo governo centrale, Eroglu non vuol sentir parlare di stato unico ma sostiene invece la divisione di Cipro in due Stati confederati che non consenta, fra l'altro, il ritorno dei greco-ciprioti alle loro proprietà abbandonate nel Nord durante l'invasione del 1974.
Oltre a far fallire i negoziati per riunificare Cipro, la vittoria di Eroglu rischia di costituire anche un serio ostacolo al processo di adesione della Turchia all'Ue. Il governo della Repubblica di Cipro - l'unica che fa parte dell'Ue e che (come il resto della comunità internazionale) non riconosce la Rtcn - ha sempre detto che porrà il suo veto all'adesione della Turchia finché Cipro resterà divisa.
C'è però anche chi ricorda che, pochi giorni fa, il premier turco Tayyip Erdogan ha detto senza mezzi termini che Ankara avrebbe appoggiato chiunque fosse uscito vincitore dalle elezioni odierne e che, comunque, il nuovo presidente avrebbe dovuto portare avanti i colloqui di pace "dal punto in cui sono rimasti" con i greco-ciprioti. Il riferimento è all'accordo raggiunto da Talat e Christofias il 23 maggio 2008 che prevede una Cipro riunificata che "avrà un governo federale con un'unica personalità internazionale così come lo stato costituente turco-cipriota e lo stato costituente greco-cipriota che avranno uno “status” di parità politica".
E' questa l'opinione diffusa tra osservatori locali e diplomatici occidentali a Cipro dopo l'annuncio della vittoria di Eroglu con il 50.39% delle preferenze contro il 42.84% ottenuto dal presidente uscente, il socialista Mehmet Ali Talat, 52 anni, che dal settembre 2008 ha avuto, sotto l'egida dell'Onu, oltre 70 colloqui con il capo di stato greco-cipriota Dimitris Christofias tesi, appunto, a riunificare quest'isola mediterranea.
Cipro è divisa ormai da 36 anni, dopo un intervento militare di Ankara a difesa della minoranza turco-cipriota in seguito ad un fallito colpo di stato di nazionalisti greco-ciprioti. Nella parte Nord dell'isola sono tuttora stazionati circa 30.000 soldati turchi.
Al contrario di Talat, che è a favore della riunificazione su base federale, bizonale e bicomunitaria con un solo governo centrale, Eroglu non vuol sentir parlare di stato unico ma sostiene invece la divisione di Cipro in due Stati confederati che non consenta, fra l'altro, il ritorno dei greco-ciprioti alle loro proprietà abbandonate nel Nord durante l'invasione del 1974.
Oltre a far fallire i negoziati per riunificare Cipro, la vittoria di Eroglu rischia di costituire anche un serio ostacolo al processo di adesione della Turchia all'Ue. Il governo della Repubblica di Cipro - l'unica che fa parte dell'Ue e che (come il resto della comunità internazionale) non riconosce la Rtcn - ha sempre detto che porrà il suo veto all'adesione della Turchia finché Cipro resterà divisa.
C'è però anche chi ricorda che, pochi giorni fa, il premier turco Tayyip Erdogan ha detto senza mezzi termini che Ankara avrebbe appoggiato chiunque fosse uscito vincitore dalle elezioni odierne e che, comunque, il nuovo presidente avrebbe dovuto portare avanti i colloqui di pace "dal punto in cui sono rimasti" con i greco-ciprioti. Il riferimento è all'accordo raggiunto da Talat e Christofias il 23 maggio 2008 che prevede una Cipro riunificata che "avrà un governo federale con un'unica personalità internazionale così come lo stato costituente turco-cipriota e lo stato costituente greco-cipriota che avranno uno “status” di parità politica".