Una forte scossa ha colpito l'altopiano porta del Tibet. Oltre diecimila feriti. Tra le vittime molti bambini. Il dramma dei senza tetto. FOTO E VIDEO
TERREMOTO IN CINA: LA FOTOGALLERY
E' salito a 617 morti e 10 mila feriti il bilancio delle vittime nella provincia cinese del Qinghai, che ieri e' stata colpita da un potente terremoto di magnitudo 7.1 Richter. Novecento sono state estratte vive, ma molte altre sono ancora sepolte sotto le macerie a Jiegu (Gyegu in tibetano, la lingua della grande maggioranza dei residenti della regione), una citta' di circa 100 mila abitanti nella Prefettura autonoma tibetana di Yushu, dove il sisma ha colpito alle 7:49 della mattina (la Cina e' sei ore avanti all' Italia). ''Vedo feriti dappertutto, alcuni sanguinano'', ha dichiarato il funzionario locale Zhuohuaxia all' agenzia Nuova Cina. ''Il problema piu' grosso e' che non abbiamo tende, non abbiamo equipaggiamento medico, non abbiamo medicine ne' medici...'', ha aggiunto il funzionario.
Circa 700 soldati, aiutati dai volontari locali, scavano sotto le macerie, spesso con le mani o con attrezzi di fortuna, per estrarre dalle macerie le persone ancora vive. Altri cinquemila soccorritori, tra cui soldati e medici, sono stati mobilitati e sono pronti a raggiungere la zona colpita, che e' 800 chilmetri a sud della capitale provinciale Xining. Le operazioni di soccorso sono ostacolate dalle temperature polari e dai crolli di ponti e strade, comprese quelle che dall' unico aeroporto della zona portano a Gyegu.
E' salito a 617 morti e 10 mila feriti il bilancio delle vittime nella provincia cinese del Qinghai, che ieri e' stata colpita da un potente terremoto di magnitudo 7.1 Richter. Novecento sono state estratte vive, ma molte altre sono ancora sepolte sotto le macerie a Jiegu (Gyegu in tibetano, la lingua della grande maggioranza dei residenti della regione), una citta' di circa 100 mila abitanti nella Prefettura autonoma tibetana di Yushu, dove il sisma ha colpito alle 7:49 della mattina (la Cina e' sei ore avanti all' Italia). ''Vedo feriti dappertutto, alcuni sanguinano'', ha dichiarato il funzionario locale Zhuohuaxia all' agenzia Nuova Cina. ''Il problema piu' grosso e' che non abbiamo tende, non abbiamo equipaggiamento medico, non abbiamo medicine ne' medici...'', ha aggiunto il funzionario.
Circa 700 soldati, aiutati dai volontari locali, scavano sotto le macerie, spesso con le mani o con attrezzi di fortuna, per estrarre dalle macerie le persone ancora vive. Altri cinquemila soccorritori, tra cui soldati e medici, sono stati mobilitati e sono pronti a raggiungere la zona colpita, che e' 800 chilmetri a sud della capitale provinciale Xining. Le operazioni di soccorso sono ostacolate dalle temperature polari e dai crolli di ponti e strade, comprese quelle che dall' unico aeroporto della zona portano a Gyegu.