Prima a fianco di Lech Walesa, poi come battitori liberi, i due fratelli, uguali a parte un neo sulla guancia, hanno segnato la vita politica politica degli ultimi vent'anni
Un neo sulla guancia sinistra. Era l'unico segno che distingueva Lech da Jaroslaw Kaczynski, i due gemelli polacchi uniti da un incredibile destino per tutta la loro vita: insieme sul set (da bambini prodigio del cinema polacco), insieme nel sancta sanctorum del potere polacco, insieme contro l'Unione Europea. Il destino, però, ha riservato una morte prematura solo a Lech sul volo per Katyn.
I due nascono a Varsavia il 18 giugno del 1949, da papà Rajmund, di professione ingegnere, e da mamma Jadwiga, filologa: appena dodicenni, sono protagonisti di un film tratto da una storia per l'infanzia molto famosa nel paese. Lech si laurea in Legge all'Università di Varsavia e consegue un dottorato presso l'Universita' di Danzica, dove poi insegnerà. Sposato e padre di una figlia, negli anni 70 è impegnato con il fratello come attivista nel movimento democratico polacco anticomunista. Nell'estate del 1980 entra da consulente nel comitato per gli scioperi del Porto di Danzica e di Solidarnosc, e l'anno dopo - nel periodo di legge marziale - finisce internato come elemento anti-socialista.
In Parlamento dall'89, anno in cui diventa vice presidente di Solidarnosc, è il più stretto consigliere di Walesa quando quest'ultimo - grazie alle prime elezioni presidenziali libere del paese - diventa presidente: la "luna di miele" tra i due non dura però molto, complici i dubbi di Walesa sulle severe riforme economiche pensate dai due Kaczinsky.
Per quattro anni sindaco di Varsavia, nell'ottobre 2005 Lech diventa presidente ad alcuni mesi dalla schiacciante vittoria elettorale dei conservatori di "Legge e giustizia" (Pis), il partito intransigente ed euroscettico guidato dai due gemelli. L'anno dopo, Lech conferisce a Jaroslaw, presidente del partito "Diritto e Giustizia", l'incarico di formare il nuovo governo, al posto di Marcinkiewicz, costretto alle dimissioni a soli nove mesi dall'insediamento. Quelli che seguono sono anni pieni di impegni, nei quali Lech non fa nulla per smentire la sua solida fama di anticomunista, confermata anche dalle aspre critiche all'intervento di Putin in Georgia nell'estate di due anni fa. Arrivarono a privare del mandato di eurodeputato Bronislaw Geremek, simbolo della dissidenza anti-comunista che si era opposto alla legge che prevedeva l'obbligo di sottoscrivere se si aveva avuto in passato rapporti con i servizi segreti comunisti.
Per l'UE sono sempre stati una spina nel fianco: dal rilancio della pena di morte alla contestazioni dei diritti civili per gli omosessuali. Si batterono, inoltre, per conservare un numero di voti all'interno del Consiglio europeo superiore alle proporzioni demografia del Paese che rappresentavano.
I due nascono a Varsavia il 18 giugno del 1949, da papà Rajmund, di professione ingegnere, e da mamma Jadwiga, filologa: appena dodicenni, sono protagonisti di un film tratto da una storia per l'infanzia molto famosa nel paese. Lech si laurea in Legge all'Università di Varsavia e consegue un dottorato presso l'Universita' di Danzica, dove poi insegnerà. Sposato e padre di una figlia, negli anni 70 è impegnato con il fratello come attivista nel movimento democratico polacco anticomunista. Nell'estate del 1980 entra da consulente nel comitato per gli scioperi del Porto di Danzica e di Solidarnosc, e l'anno dopo - nel periodo di legge marziale - finisce internato come elemento anti-socialista.
In Parlamento dall'89, anno in cui diventa vice presidente di Solidarnosc, è il più stretto consigliere di Walesa quando quest'ultimo - grazie alle prime elezioni presidenziali libere del paese - diventa presidente: la "luna di miele" tra i due non dura però molto, complici i dubbi di Walesa sulle severe riforme economiche pensate dai due Kaczinsky.
Per quattro anni sindaco di Varsavia, nell'ottobre 2005 Lech diventa presidente ad alcuni mesi dalla schiacciante vittoria elettorale dei conservatori di "Legge e giustizia" (Pis), il partito intransigente ed euroscettico guidato dai due gemelli. L'anno dopo, Lech conferisce a Jaroslaw, presidente del partito "Diritto e Giustizia", l'incarico di formare il nuovo governo, al posto di Marcinkiewicz, costretto alle dimissioni a soli nove mesi dall'insediamento. Quelli che seguono sono anni pieni di impegni, nei quali Lech non fa nulla per smentire la sua solida fama di anticomunista, confermata anche dalle aspre critiche all'intervento di Putin in Georgia nell'estate di due anni fa. Arrivarono a privare del mandato di eurodeputato Bronislaw Geremek, simbolo della dissidenza anti-comunista che si era opposto alla legge che prevedeva l'obbligo di sottoscrivere se si aveva avuto in passato rapporti con i servizi segreti comunisti.
Per l'UE sono sempre stati una spina nel fianco: dal rilancio della pena di morte alla contestazioni dei diritti civili per gli omosessuali. Si batterono, inoltre, per conservare un numero di voti all'interno del Consiglio europeo superiore alle proporzioni demografia del Paese che rappresentavano.