Kirghizistan, scoppia la rivoluzione nel cuore dell'Asia

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Dopo i violenti scontri che hanno provocato 68 morti e oltre 400 feriti, al potere il fronte contrario al presidente Bakiyev. Rassicurazioni agli Usa: la base aerea resterà aperta

Il capo del governo autoproclamato in Kirghizistan ha detto di avere preso il controllo di quasi tutto il Paese. "Tutte le regioni sono sotto il nostro controllo ma stiamo lavorando ancora a Osh e a Jalalabad", ha detto Roza Otunbayeva, leader dell'opposizione durante il governo del presidente Kurmanbek Bakiyev, parlando dall'interno del palazzo del parlamento. Otunbayeva ha detto che rispetterà l'accordo con gli Usa per la base militare, ma affronterà delle questioni rimaste in sospeso.

Bakiyev è ritornato nella sua regione d'origine, nel Jalalabad, per riorganizzare i suoi sostenitori e difendere la sua posizione mentre l'opposizione ha sciolto il parlamento. Il ministro a interim della Difesa del governo autoproclamato ha detto che le forze armate sono sotto il suo controllo. "L'intero esercito e gli agenti doganali sono sotto il nostro controllo ora. Le forze militari non saranno mai più utilizzate per risolvere questioni interne", ha detto il ministro Ishmail Isakov. Gli oppositori di Bakiyev avevano preso ieri il controllo dell'edificio nella città di Osh dove il presidente si era rifugiato mentre 2.000 manifestanti si erano radunati nella piazza principale della città, dando luogo a scontri con i sostenitori del presidente.

La leader dell'opposizione ha anche parlato della base statunitense di Manas, situata nella periferia di Bichkek, la capitale, fondamentale per le operazioni militari Usa in Afghanistan. "Nulla cambierà - ha detto - nei rapporti tra il Kirghizistan e gli Stati Uniti. La base resterà aperta". A Manas sono di stanza circa 3.500 soldati statunitensi.

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