Il premier russo in Polonia rende omaggio alla vittime polacche di uno dei più gravi massacri del regime sovietico. Ma a molti il gesto sembra tardivo e non sufficiente
Russia e Polonia tentano di avvicinarsi a Katyn. La cerimonia che Vladimir Putin ha voluto presenziare, insieme alla sua controparte polacca, Donald Tusk, in occasione del 70esimo anniversario di uno dei crimini più gravi del totalitarismo, segna un cambio di passo nelle relazioni fra Mosca e Varsavia, anche se il Premier russo non si è scusato a nome del suo Paese per il massacro dell'elite polacca commesso dai sovietici all'inizio della seconda guerra mondiale.
Russi e polacchi sono "fratelli", vittime allo stesso modo del "totalitarismo", ha detto invece ribadendo la linea che Mosca ha da tempo adottato. "Nei decenni, sono state usate ciniche menzogne per coprire la verità sulle esecuzioni di Katyn, ma è una menzogna anche attribuire questi crimini ai russi", ha dichiarato inoltre Putin, nella foresta in cui nel 1943 i nazisti avevano scoperto le fosse comuni dove erano stati gettati i cadaveri di 21.857 fra ufficiali, diplomatici, professori universitari e artisti polacchi, uccisi con armi tedesche dalla polizia segreta sovietica dell'Nkvd tre anni prima, esecuzioni che Mosca attribuì ai tedeschi fino al 1990.
E' stata oggi la prima volta che le autorità russe hanno invitato un esponente del governo polacco a Katyn e che un esponente della leadership russa si è recato in visita al memoriale costruito nel 2000, dopo che Boris Eltsin ne aveva individuato il sito anni prima, insieme all'allora presidente polacco Alexandr Kwasniewski. "E' un evento molto significativo", ha dichiarato Alexander Guryanov, del gruppo per la difesa dei diritti civili Memorial, che non ha mai risparmiato in altre occasioni critiche a Putin, sollecitando il Presidente Dmitry Medvedev a fare passi concreti per chiudere la questione, riabilitando pienamente le vittime polacche, declassificando il materiale di archivio e riaprendo l'inchiesta ufficiale sul massacro che, ha aggiunto, deve essere considerato come un crimine di guerra (il lavoro di una commissione inquirente congiunta era stato bloccato nel 1995, dopo la scoperta di episodi simili, sempre ai danni di polacchi, in Ucraina e Bielorussia).
"Non possiamo cambiare quanto è accaduto nel passato, per quanto amaro sia, ma possiamo custodire e ripristinare la verità e la giustizia storica", ha aggiunto Putin, precisando che questo difficile compito è nelle mani degli storici russi e polacchi, oltre che dell'opinione pubblica e del clero.
Russi e polacchi sono "fratelli", vittime allo stesso modo del "totalitarismo", ha detto invece ribadendo la linea che Mosca ha da tempo adottato. "Nei decenni, sono state usate ciniche menzogne per coprire la verità sulle esecuzioni di Katyn, ma è una menzogna anche attribuire questi crimini ai russi", ha dichiarato inoltre Putin, nella foresta in cui nel 1943 i nazisti avevano scoperto le fosse comuni dove erano stati gettati i cadaveri di 21.857 fra ufficiali, diplomatici, professori universitari e artisti polacchi, uccisi con armi tedesche dalla polizia segreta sovietica dell'Nkvd tre anni prima, esecuzioni che Mosca attribuì ai tedeschi fino al 1990.
E' stata oggi la prima volta che le autorità russe hanno invitato un esponente del governo polacco a Katyn e che un esponente della leadership russa si è recato in visita al memoriale costruito nel 2000, dopo che Boris Eltsin ne aveva individuato il sito anni prima, insieme all'allora presidente polacco Alexandr Kwasniewski. "E' un evento molto significativo", ha dichiarato Alexander Guryanov, del gruppo per la difesa dei diritti civili Memorial, che non ha mai risparmiato in altre occasioni critiche a Putin, sollecitando il Presidente Dmitry Medvedev a fare passi concreti per chiudere la questione, riabilitando pienamente le vittime polacche, declassificando il materiale di archivio e riaprendo l'inchiesta ufficiale sul massacro che, ha aggiunto, deve essere considerato come un crimine di guerra (il lavoro di una commissione inquirente congiunta era stato bloccato nel 1995, dopo la scoperta di episodi simili, sempre ai danni di polacchi, in Ucraina e Bielorussia).
"Non possiamo cambiare quanto è accaduto nel passato, per quanto amaro sia, ma possiamo custodire e ripristinare la verità e la giustizia storica", ha aggiunto Putin, precisando che questo difficile compito è nelle mani degli storici russi e polacchi, oltre che dell'opinione pubblica e del clero.