Google dirotta gli utenti cinesi su Hong Kong

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Il colosso di Mountain View reindirizza il traffico del motore di ricerca verso l’ex colonia britannica per superare i filtri imposti dal regime. Ma i siti “proibiti” restano inaccessibili. La Cina: per ora niente rotture con gli Usa

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Google ha deciso di non cedere alla censura in Cina aggirando i filtri che censuravano i contenuti del motore di ricerca in lingua cinese, Google.cn. Gli utenti che visitano il sito verranno reindirizzati sul portale di Hong Kong, Google.com.hk, dove si potranno effettuare ricerche non censurate in un "linguaggio semplice" specificatamente messo a punto per loro. La decisione del motore di ricerca ha provocato proteste da Pechino che ha definito tale decisione "totalmente sbagliata". Gli attivisti per i diritti umani esultano mentre ora bisogna attendere la prossima mossa del regime comunista. La Cina tenterà di bloccare contenuti sulla rivolta di piazza Tiananmen o sull’indipendenza del Tibet.

Per il momento la vita degli internauti cinesi non è ancora cambiata granché. I firewall delle agenzia di sicurezza cinesi continuano a bloccare i siti “indesiderati”. Inoltre dopo un decennio di traffico censurato, i contenuti “sensibili” restano nascosti. Ci vorranno anni per le “new entry” non censurate per comparire tra i primi risultati delle ricerche.

La decisione di Google di non piegarsi alla censura in Cina avrà alcuna ripercussione sulle relazioni bilaterali tra Cina e Stati Uniti a meno che non ci sia “qualcuno che intenda politicizzare” la questione. E’ quanto ha riferito il portavoce del ministero cinese degli Affari Esteri, Qin Gang. Pechino considera la decisione di Google una questione esclusivamente commerciale ed ha confermato che la Cina continuerà a gestire gli accessi e l’uso di internet in conformità con la legge in vigore nel paese. In precedenza però le autorità cinesi avevano reagito stizzite alla mossa del colosso di Mountain View, giudicando un “grosso errore” la decisione di chiudere il sito cinese e di reindirizzare il traffico su quello di Hong Kong.

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