Hamas ha proclamato per oggi la "Giornata della collera" in risposta all'inaugurazione della sinagoga Hurva nella Città vecchia. 500 agenti di polizia israeliani in assetto antisommossa per far fronte a manifestazioni di massa
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Manifestanti palestinesi e poliziotti israeliani si scontrano dalla mattinata in varie zone di Gerusalemme Est, nel giorno in cui il movimento islamico Hamas ha proclamato "la giornata della collera" per protestare alle "provocazioni" di Israele.
I principali scontri sono avvenuti nel campo profughi di Shuafat e all'entrata della località di Isawie, dove giovani manifestanti palestinesi hanno lanciato pietre agli agenti. La polizia ha reagito sparando proiettili di gomma, granate stordenti e gas lacrimogeni. Scontri analoghi sono scoppiati anche in altre zone di Gerusalemme Est, nelle cui strade la polizia ha schierato 3.000 agenti, che controllano anche gli accessi alla città per impedire che i palestinesi di cittadinanza israeliana residenti in Galilea arrivino a dare man forte ai manifestanti.
La polizia da cinque giorni ha bloccato gli accessi alla Spianata delle Mosche e ha rafforzato le misure di sicurezza in tutti i quartieri di Gerusalemme Est, in previsione delle violenze annunciate dal governo di Hamas a Gaza, in segno di protesta per l'inaugurazione di una storica sinagoga nel quartiere ebraico della Città Vecchia di Gerusalemme: si tratta della 'Hurva' (rovina, in ebraico), una sinagoga inaugurata nella notte dopo esser stata ricostruita per la terza volta negli ultimi 250 anni. Un'antica profezia collega la terza inaugurazione con il periodo del Terzo Tempio, per cui alcuni gruppi radicali ebraici hanno approfittato per rivendicare il diritto a entrare nella Spianata delle Mosche, dove Duemila anni fa sorgeva il tempio biblico. Ma i palestinesi considerano una provocazione le pretese dei gruppi nazionalistici ebraici e Hamas ha dunque proclamato la "Giornata della rabbia", un appello usato nella seconda e terza Intifada per portare in piazza i manifestanti.
Gli scontri vanno avanti da alcune settimane dentro e fuori la Città Vecchia, dove si trovano i luoghi sacri di ebrei, musulmani e cristiani; ma negli ultimi giorni sono stati esacerbati dalla decisione israeliana di costruire abitazioni per ebrei nelle zone occupate di Gerusalemme Est. Il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito anche lunedì che il piano per costruire 1.600 nuovi alloggi a Gerusalemme Est andrà avanti come programmato; e il via libera all'allargamento dell'insediamento, annunciato martedì scorso durante la visita del vicepresidente americano Joe Biden e che ha innescato una profonda crisi tra Washington e lo Stato ebraico, ha ulteriormente infiammato gli animi dei palestinesi.
Manifestanti palestinesi e poliziotti israeliani si scontrano dalla mattinata in varie zone di Gerusalemme Est, nel giorno in cui il movimento islamico Hamas ha proclamato "la giornata della collera" per protestare alle "provocazioni" di Israele.
I principali scontri sono avvenuti nel campo profughi di Shuafat e all'entrata della località di Isawie, dove giovani manifestanti palestinesi hanno lanciato pietre agli agenti. La polizia ha reagito sparando proiettili di gomma, granate stordenti e gas lacrimogeni. Scontri analoghi sono scoppiati anche in altre zone di Gerusalemme Est, nelle cui strade la polizia ha schierato 3.000 agenti, che controllano anche gli accessi alla città per impedire che i palestinesi di cittadinanza israeliana residenti in Galilea arrivino a dare man forte ai manifestanti.
La polizia da cinque giorni ha bloccato gli accessi alla Spianata delle Mosche e ha rafforzato le misure di sicurezza in tutti i quartieri di Gerusalemme Est, in previsione delle violenze annunciate dal governo di Hamas a Gaza, in segno di protesta per l'inaugurazione di una storica sinagoga nel quartiere ebraico della Città Vecchia di Gerusalemme: si tratta della 'Hurva' (rovina, in ebraico), una sinagoga inaugurata nella notte dopo esser stata ricostruita per la terza volta negli ultimi 250 anni. Un'antica profezia collega la terza inaugurazione con il periodo del Terzo Tempio, per cui alcuni gruppi radicali ebraici hanno approfittato per rivendicare il diritto a entrare nella Spianata delle Mosche, dove Duemila anni fa sorgeva il tempio biblico. Ma i palestinesi considerano una provocazione le pretese dei gruppi nazionalistici ebraici e Hamas ha dunque proclamato la "Giornata della rabbia", un appello usato nella seconda e terza Intifada per portare in piazza i manifestanti.
Gli scontri vanno avanti da alcune settimane dentro e fuori la Città Vecchia, dove si trovano i luoghi sacri di ebrei, musulmani e cristiani; ma negli ultimi giorni sono stati esacerbati dalla decisione israeliana di costruire abitazioni per ebrei nelle zone occupate di Gerusalemme Est. Il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito anche lunedì che il piano per costruire 1.600 nuovi alloggi a Gerusalemme Est andrà avanti come programmato; e il via libera all'allargamento dell'insediamento, annunciato martedì scorso durante la visita del vicepresidente americano Joe Biden e che ha innescato una profonda crisi tra Washington e lo Stato ebraico, ha ulteriormente infiammato gli animi dei palestinesi.