Dopo la bufala dello scorso autunno, il "vero" Dalai Lama ha aperto un account ufficiale su Twitter, per offrire il Buddismo in 140 battute.
di Floriana Ferrando
La Twitter mania continua ad impazzare, soprattutto tra le personalità più note. Il mese scorso ci aveva pensato Bill Gates () ad aprirsi un account, poi è stata la volta del rapper Lil Waine e ora entra in scena il Dalai Lama.
Lo scorso autunno già qualcuno aveva provato ad ingannare la Rete e i media spacciandosi per il leader spirituale, ma era stato presto smascherato. Si trattava di un falso, insomma, una colossale bufala. Questa volta niente scherzi, si tratta del vero Dalai Lama. A confermarlo è lo stesso Twitter attraverso la funzione di verifica degli account, una funzionalità nata proprio in seguito a quel spiacevole episodio di clonazione d’identità.
Il fondatore del sito di micro-blogging Evan Williams ha raccontato di avere incontrato nei giorni scorsi il Dalai Lama e di averlo esortato all’utilizzo di Twitter. La risposta immediata è stata una risata. Eccolo invece pochi giorni dopo caricare a tutto spiano materiali sulla sua pagina. Semplici post, album di fotografie che raccontano i suoi numerosi viaggi e piccole perle di saggezza.
Un’iniziativa che si preannuncia come un grande successo: i suoi seguaci sono arrivati in pochi giorni a quasi 100 mila. Mentre il Dalai Lama scopre affinità con i “cinguettii digitali”, il presidente cinese Hu Jintao ha preferito la nuovissima piattaforma di micro-blogging del giornale di partito People’s Daily. Anche per lui i follower si sono moltiplicati di giorno in giorno. Subissato da alcuni commenti critici sulla censura di Twitter in Cina, l’account appare per ora sospeso (). Ma ancora non è ben chiaro se si tratta di un account autentico o meno.
Mentre continua ad attirare follower l’account ufficiale di Barack Obama (oltre 3 milioni ), che ora pare sia alla ricerca di un social network manager che segua tutte le sue attività su Twitter e Facebook. Durante un recente viaggio in Cina, il presidente statunitense aveva confessato di non utilizzare Twitter, perché trovava troppo complicato digitare post sulla tastiera di un cellulare.
E’ una vera maniaca di Twitter, invece, la Regina Rania di Giordania. Anche lei può contare su milioni di follower a cui twitta aggiornamenti in tempo reale sui suoi spostamenti nel mondo (come durante la visita a Roma )
Ma è sempre bene fare molta attenzione, a volte anche micro-post innocui possono creare anche incidenti diplomatici
L’ultima gaffe è firmata dall’Ambasciata del governo israeliano a Londra. A scatenare gli animi è stato un post che diceva: “La tennista israeliana ha colpito il bersaglio a Dubai”. Il messaggio faceva riferimento ai successi sportivi della tennista israeliana Shahar Peer che ha battuto Caroline Wozniacki ai quarti di finale del Campionati di Dubai. Ma questa non è stata l’unica interpretazione del tweet.
Qualcuno vi ha letto un riferimento, chiaramente di cattivo gusto, alla recente uccisione di un ufficiale di Hamas in un albergo di Dubai. Un collegamento insensato? No, dal momento che gli assassini di Dubai si erano travestiti proprio da giocatori di tennis.
Il messaggio è rimasto online solo pochi minuti, prontamente sostituito da un post di scuse in cui si ammetteva “la creatività senza dubbio inadeguata” del tweet.
La Twitter mania continua ad impazzare, soprattutto tra le personalità più note. Il mese scorso ci aveva pensato Bill Gates () ad aprirsi un account, poi è stata la volta del rapper Lil Waine e ora entra in scena il Dalai Lama.
Lo scorso autunno già qualcuno aveva provato ad ingannare la Rete e i media spacciandosi per il leader spirituale, ma era stato presto smascherato. Si trattava di un falso, insomma, una colossale bufala. Questa volta niente scherzi, si tratta del vero Dalai Lama. A confermarlo è lo stesso Twitter attraverso la funzione di verifica degli account, una funzionalità nata proprio in seguito a quel spiacevole episodio di clonazione d’identità.
Il fondatore del sito di micro-blogging Evan Williams ha raccontato di avere incontrato nei giorni scorsi il Dalai Lama e di averlo esortato all’utilizzo di Twitter. La risposta immediata è stata una risata. Eccolo invece pochi giorni dopo caricare a tutto spiano materiali sulla sua pagina. Semplici post, album di fotografie che raccontano i suoi numerosi viaggi e piccole perle di saggezza.
Un’iniziativa che si preannuncia come un grande successo: i suoi seguaci sono arrivati in pochi giorni a quasi 100 mila. Mentre il Dalai Lama scopre affinità con i “cinguettii digitali”, il presidente cinese Hu Jintao ha preferito la nuovissima piattaforma di micro-blogging del giornale di partito People’s Daily. Anche per lui i follower si sono moltiplicati di giorno in giorno. Subissato da alcuni commenti critici sulla censura di Twitter in Cina, l’account appare per ora sospeso (). Ma ancora non è ben chiaro se si tratta di un account autentico o meno.
Mentre continua ad attirare follower l’account ufficiale di Barack Obama (oltre 3 milioni ), che ora pare sia alla ricerca di un social network manager che segua tutte le sue attività su Twitter e Facebook. Durante un recente viaggio in Cina, il presidente statunitense aveva confessato di non utilizzare Twitter, perché trovava troppo complicato digitare post sulla tastiera di un cellulare.
E’ una vera maniaca di Twitter, invece, la Regina Rania di Giordania. Anche lei può contare su milioni di follower a cui twitta aggiornamenti in tempo reale sui suoi spostamenti nel mondo (come durante la visita a Roma )
Ma è sempre bene fare molta attenzione, a volte anche micro-post innocui possono creare anche incidenti diplomatici
L’ultima gaffe è firmata dall’Ambasciata del governo israeliano a Londra. A scatenare gli animi è stato un post che diceva: “La tennista israeliana ha colpito il bersaglio a Dubai”. Il messaggio faceva riferimento ai successi sportivi della tennista israeliana Shahar Peer che ha battuto Caroline Wozniacki ai quarti di finale del Campionati di Dubai. Ma questa non è stata l’unica interpretazione del tweet.
Qualcuno vi ha letto un riferimento, chiaramente di cattivo gusto, alla recente uccisione di un ufficiale di Hamas in un albergo di Dubai. Un collegamento insensato? No, dal momento che gli assassini di Dubai si erano travestiti proprio da giocatori di tennis.
Il messaggio è rimasto online solo pochi minuti, prontamente sostituito da un post di scuse in cui si ammetteva “la creatività senza dubbio inadeguata” del tweet.