Teheran, tentato assalto all'ambasciata italiana: il video

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Teheran, foto d'archivio
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Un centinaio di basiji iraniani ha organizzato una manifestazione "ostile" al grido "morte all'Italia, morte a Berlusconi". Il governo iraniano convoca l'ambasciatore italiano per rispondere delle dichiarazioni del premier in Israele

A Teheran un centinaio di basiji, un corpo di volontari organizzato in una struttura paramilitare, hanno scandito slogan e lanciato pietre e uova contro l'ambasciata italiana e quelle di Francia e Olanda. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Franco Frattini, nel corso di un'audizione al Senato.

I miliziani, ha spiegato il titolare della Farnesina, erano "travestiti da civili" e hanno urlato slogan come "Morte all'Italia" e "Morte a Berlusconi". Sassi e uova sono stati lanciati contro l'ambasciata francese e una pietra ha raggiunto la rappresentanza italiana, si è appreso da fonti diplomatiche. "Non ci sono stati danni seri, la polizia ha sventato l'assalto vero e proprio, ma siamo preoccupati", ha sottolineato Frattini, che ha dato indicazioni all'ambasciatore a Teheran, Alberto Bradanini, di disertare le cerimonie per l'anniversario della fondazione della Repubblica Islamica in programma giovedì".

Il ministro ha fatto poi sapere che, nonostante l'azione di oggi, l'ambasciata resterà aperta: "Non pregiudichiamo le cose".
"Teheran ha rapporti problematici e complessi con l'intera comunità internazionale. Sono rapporti che si stanno complicando" - ha aggiunto - "perché la palla è nel campo di Teheran". Il regime degli ayatollah aveva attaccato il premier italiano dopo il discorso che quest'ultimo aveva tenuto alla Knesset e lo aveva accusato di " rendere servigi a Israele ".

Secondo quanto riportato dall'agenzia Ansa, infatti, il Ministero degli Esteri iraniano avrebbe convocato domenica l'ambasciatore italiano a Teheran, Alberto Bradanini, per trasmettergli una protesta ufficiale per le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella recente visita in Israele.

Intanto gli scienziati iraniani hanno avviato, nell'impianto di Natanz, il processo di arricchimento dell'uranio al 20% e l'annuncio accresce i timori della comunità internazionale che Teheran voglia dotarsi dell'atomica.

"Non posso dire neanche una parola" dichiara Riccardo De Martino, funzionario dell'ambasciata d'Italia a Teheran, raggiunto da Tg24. "In via non ufficiale - dichiara - la situazione è tranquilla". Alberto Zanconato, corrispondente Ansa in Iran, racconta delle tensioni di oggi a Teheran.



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