Raggiunta telefonicamente da SKY TG24, il premio Nobel per la pace nel 2003 ha commentato la carcerazione della sorella e la sanguinosa repressione governativa in corso dal giorno dell'Ashura
Invisa al regime di Ahmadinejad, Shrin Ebadi, premio Nobel per la pace nel 2003, sta pagando sulla propria pelle gli effetti della violenta repressione della protesta anti-governativa in corso dal giorno dell'Ashura. Tra gli ammanettati di ieri sera figura, infatti, anche sua sorella "arrestata senza neanche un ordine di carcerazione. Non avevano il diritto di farlo". E' quanto detto dalla Ebadi in diretta telefonica da Londra con SKY TG24, aggiungendo inoltre: "Non sappiamo dove è rinchiusa. Gli avvocati non hanno avuto il permesso di incontrarla, come per tutti gli arrestati di questi giorni". Per il premio Nobel questi sarebbero oltre 1500; tattica del governo "per spaventare la gente". Sulle conseguenze della repressione ha poi spiegato: " Le conseguenze saranno negative per un regime che si dice islamico e che prende la sua legittimità dall'Islam. Eppure la gente è stata attaccata nel giorno sacro dell'Ashura". Conseguenze disastrose, soprattutto, perché "questa volta la protesta non è più di gente che cerca il proprio voto, ma contro il regime".