Prosegue vertice Fao. Molte parole, di soldi neppure l'ombra

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Sul tavolo oggi la riforma della governance mondiale, della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico. Hanno parlato il presidente dello Zimbabwe Mugabe e il primo ministro turco Erdogan

Un vertice debole, quello che si è aperto alla Fao, a Roma, con l'obiettivo dichiarato di dare una risposta all'emergenza alimentare che coinvolge oltre un miliardo di persone. Al centro del dibattito ancora la dichiarazione finale approvata ieri. Una dichiarazione che ha scontentato molti: i soldi non ci sono. La condanna solenne del Papa di "opulenza e spreco" e di "speculazioni", il discorso autorevole del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon sul legame tra "sicurezza alimentare" e "sicurezza climatica", gli appelli accorati del direttore generale della Fao Jacques Diouf non sono bastati a dare certezze e risposte. Molti solenni impegni a passare dalle parole ai fatti, ma in realtà neppure un euro stanziato per salvare quei bambini che ogni sei secondi muoiono di fame nel mondo dei poveri. Niente soldi stanziati in un momento di crisi economica e, in concreto, neanche obblighi per gli Stati, che non si sono impegnati a nulla: non ci sono tempi certi per la fine della fame nel mondo. Insomma una dichiarazione finale che prevede cinque punti sugli investimenti agricoli, cinque azioni da mettere in campo per combattere la fame, i cosiddetti "5 Principi di Roma per una sicurezza alimentare globale sostenibile", tutti molto fumosi. Si chiede ai governi di assicurare ai Paesi in via di sviluppo i soldi promessi, ma le soluzioni restano vaghe e, soprattutto, resta l'incognita del quando.

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