La tensione è crescente in Afghanistan in vista delle elezioni presidenziali del 20 agosto e le reazioni dei talebani alla pressione delle forze della coalizione, diventa sempre più violenta. L'offensiva, in particolare statunitense e britannica, si concentra nella valle di Helmand, bastione dei talebani e centro mondiale della produzione di oppio. La strategia di "rimonta" di Obama e degli alleati della Nato, per garantire la sicurezza in vista delle elezioni presidenziali, diventa sempre più difficile. L'appuntamento cruciale alle urne rischia di trasformare un Paese già in bilico in un ecatombe generale: se gli afghani riusciranno ad eleggere democraticamente un nuovo presidente tutto l'occidente avrà raggiunto un primo obiettivo, in caso contrario, i talebani potranno cantare vittoria e gestire il caos su un territorio senza regole diventerà una missione quasi impossibile. In questo quadro politico-militare così complesso ha perso la vita Alessandro Di Lisio, quattordicesima vittima italiana di una guerra che non sembra avere fine.
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