Darfur, rapiti 3 operatori di Msf. C'è un italiano

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Sono stati sequestrati nella notte 3 volontari della sezione belga di Medici senza frontiere da un gruppo di uomini armati. Tra i rapiti anche un canadese e un francese. Ministro esteri Sudan: "Stanno bene"

"C'e' anche un cittadino italiano fra gli operatori della sezione belga di Medecins Sans Frontieres sequestrati in Sudan", si legge in una nota della Farnesina in cui si precisa che "su istruzioni del ministro Frattini, il Ministero degli Esteri, che si mantiene in stretto contatto con i familiari del rapito, ha avviato tutte le necessarie azioni per promuovere la positiva soluzione del caso”. Il Ministero "ha richiesto a tal fine anche la collaborazione delle Autorità sudanesi, alle quali è stato sottolineato che obiettivo assolutamente prioritario deve essere la piena salvaguardia dell'incolumità del connazionale e che pertanto non devono essere intraprese azioni che possano comprometterla".

Un commando è entrato nell'ufficio del gruppo a Serif Umra, una località a circa 200 chilometri da El-Enfadar (capoluogo della provincia sudanese del Darfur del Nor) intorno alle 20:00 ora locale (quando in Italia erano le 18). Il gruppo armato ha portato via tre occidentali (il medico italiano Mauro D'Ascanio, un’infermiera canadese e un dottore francese) e anche due componenti dello staff sudanese di Medici senza frontiere, che sono stati rimessi in libertà durante la notte, come si legge in un comunicato pubblicato sul sito di Msf.

"In base alle informazioni diponibili al momento", i tre operatori della sezione belga di Medici Senza Frontiere rapiti nella notte in Darfur "stanno bene e non hanno  ubito alcun maltrattamento". E' quanto fanno sapere dal Ministero degli Esteri sudanese, con un comunicato diffuso poco fa. Il Ministero di Khartoum, che conferma la nazionalita' dei tre rapiti (un italiano, un canadese e un francese) esprime la sua "condanna" per il rapimento e assicura che "le autorità competenti stanno facendo tutto il possibile per garantire il rilascio dei tre nel piu' breve tempo possibile".

Dopo che la Corte Penale dell'Aja aveva ordinato l'arresto del presidente Omar al-Bashir per i crimini di guerra compiuti nei sei anni di guerra nella regione, Khartoum ha espulso 13 organizzazione non governative. Dal Darfur Meridionale e Occidentale erano state cacciate tutte le equipe di MSF, ma nel nord continuavano a lavorare i team di Spagna, Belgio e Svizzera. L'espulsione e' stata ordinata il 5 marzo e da allora, secondo le Nazioni Unite, piu' 180 cooperanti stranieri hanno abbandonato il tormentato Paese; mentre un centinaio e' ancora in attesa del visto per partire.

Dal 2003 la guerra nel Darfur è una delle emergenze del pianeta, con più di 300.000 morti e oltre 2,7 milioni di sfollati, le cui condizioni, senza le Ong internazionali, sono destinate a peggiorare drammaticamente.

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