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Covid Lombardia, Moratti: “Zona arancione rafforzata nel Bresciano”

Lombardia

L’assessore al Welfare della Regione ha spiegato che l’ordinanza, firmata oggi dal presidente lombardo Attilio Fontana, riguarda anche i “comuni di Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Caleppio, Credaro e Gandosso in provincia di Bergamo e Soncino, in provincia di Cremona”

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Dopo l'annuncio di oggi dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, il presidente Attilio Fontana ha firmato l'ordinanza che prevede una “zona arancione rafforzata” (COS'È) con una serie di misure urgenti per la prevenzione e la gestione dell'emergenza Covid-19 nella provincia di Brescia e nei comuni bergamaschi di Viadanica, Predore, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro, Gandosso, oltre che a Soncino, in provincia di Cremona. (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - MAPPE E GRAFICI - L'EMERGENZA IN LOMBARDIA E A MILANO).

Le regole della zona arancione rafforzata

A partire dalle ore 18 di oggi e fino al 2 marzo, con eventuale proroga sulla base dell'evoluzione del contesto epidemiologico, in questi territori è prevista la sospensione della didattica in presenza nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, nonché nelle scuole dell'infanzia e nelle università. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. È inoltre vietato ai residenti di recarsi presso le seconde case. È fortemente raccomandato, inoltre, dove sia possibile, lo smart working.

Bertolaso: “A Brescia terza ondata”

"A Brescia evidentemente ci troviamo di fronte alla terza ondata", ha dichiarato Guido Bertolaso parlando al Consiglio regionale della Lombardia, spiegando che il direttore dell'assessorato al Welfare Giovanni Pavesi "ha elevato il livello di attenzione delle rianimazioni da tre a quattro". "La provincia di Brescia ha un'incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto al resto delle province lombarde. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all'autunno passato, in tutto il territorio regionale, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Uno stato che va aggredito immediatamente", ha aggiunto Guido Bertolaso. Già ora i reparti di rianimazione a Brescia sono "sotto stress" e per questo Areu ha "già trasportato pazienti nelle aree limitrofe".

Moratti: "Abbiamo concordato strategia con Ministero della Salute"

"Considerata l'ultima accelerazione - ha aggiunto la vicepresidente Moratti parlando in Consiglio regionale - nella provincia di Brescia, con l'aggravante delle varianti che nell'area sono presenti al 39% del totale dei casi, abbiamo concordato con Ministero della Salute una strategia di mitigazione e contenimento del contagio".

Il sindaco di Brescia: “Ce lo aspettavamo”

"Ci aspettavamo questa decisione, il quadro del contagio soprattutto in provincia era in crescita. Dalla Bassa Bresciana e dalla Franciacorta il virus è salito verso la città", ha detto il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, commentando la decisione di Regione. "La variante inglese è presente e fa danni e stava diventando un problema sanitario con gli ospedali che, prima in provincia e poi in città, ci hanno segnalato l'aumento di ricoveri" ha spiegato il primo cittadino sottolineando che "il territorio è stanco, frustrato dopo un anno di lutti e drammi, oltre al fatto che sta vivendo una grande fatica economica, sociale e psicologica".

Ordine Medici Brescia: “Indugiare sarebbe imperdonabile”

In una nota divulgata prima di questa decisione, il Consiglio Direttivo dell'Ordine dei Medici e Odontoiatri della Provincia di Brescia aveva scritto: "Chiediamo che coloro i quali, a livello locale, regionale, nazionale, sanitario e politico, hanno la responsabilità ed il dovere di assumere decisioni, anche impopolari, le assumano, ora. Indugiare sarebbe imperdonabile. Nonostante l'impegno dei medici di Medicina Generale nel trattare a domicilio molti pazienti e nel tracciare i loro contatti, i nostri ospedali sono nuovamente in grande difficoltà nell'accogliere e prestare assistenza ad un numero sempre maggiore di malati. Si è già costretti a trasferimenti fuori dalla provincia".