Milano, acqua potabile venduta per terapeutica: chiuse le indagini

Lombardia
Foto di Archivio (Getty Images)

L'inchiesta era nata dalla denuncia di un uomo di 82 anni che, il 27 marzo 2019, si era lamentato del costo elevato dell'acqua acquistabile solo tramite un numero verde e "con un ordine minimo di quattro confezioni da sei bottiglie cadauna" per un totale di 42 euro

La Procura di Milano ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di processo, per frode in commercio a carico del legale rappresentante della società di diritto elvetico Setthim che avrebbe venduto normale acqua potabile spacciandola per terapeutica, tanto che lo scorso dicembre, come già emerso, il gip Anna Calabi, su richiesta del pm Mauro Clerici, aveva disposto il sequestro in tutta Italia dei lotti di "AquaUro" e "Aquaendo". Inoltre, erano stati sequestrati anche i depliant pubblicitari dell'acqua ed era stato pure ordinato l'oscuramento dei siti web che reclamizzavano l'acqua, prodotta con quella in esubero dello stabilimento piemontese Fonti di Vinadio (azienda non coinvolta nell'indagine). 

L'inchiesta

L'inchiesta era nata dalla denuncia di un uomo di 82 anni che, il 27 marzo 2019, si era presentato negli uffici dell'Ats Città Metropolitana di Milano raccontando di aver acquistato l'acqua "AquaUro" come suggerito dal suo urologo di fiducia. L'anziano aveva portato con sé anche una bottiglia da un litro ancora sigillata e un depliant pubblicitario consegnato dallo stesso medico, che gli aveva "suggerito l'uso dell'acqua". L'anziano si era lamentato del costo elevato dell'acqua acquistabile solo tramite un numero verde e "con un ordine minimo di quattro confezioni da sei bottiglie cadauna" per un totale di 42 euro. E aveva pure spiegato che gli "sembrava del tutto simile a quella del rubinetto di casa".

Le indagini

Le indagini, invece, hanno accertato che le due acque, dall'ottobre 2017 spacciate per terapeutiche, erano solamente "miscele di acque prodotte a Vinadio (Cuneo) con gli esuberi di produzione (...) classificabili come semplici acque potabili per uso umano, né minerali né di sorgente". Per questo Giuseppe Anguilla, legale rappresentante della società distributrice in Italia di diritto elvetico e domiciliata a Milano, è indagato per frode in commercio.

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