Milano, modella rapita: “Mi hanno fatto un'iniezione e sono svenuta”
LombardiaChloe Ayling, la modella inglese sequestrata nel luglio 2017, ha raccontato i giorni del rapimento ai giudici della Corte d'Assise di Milano dove si sta celebrando il processo a carico di Michal Konrad Herba
"Quando sono entrata nello studio fotografico a Milano, c'era silenzio, non vedevo nessuno. È stato in quel momento che qualcuno mi ha messo una mano sul collo e l'altra sulla bocca, non riuscivo a respirare così ho cercato di toglierla. È arrivato un altro uomo, con il passamontagna. Ho cercato di resistere, ma non riuscivo a fare forza. Mi hanno iniettato qualcosa: mi sono sentita mancare e sono svenuta", questo il racconto dei primi momenti del rapimento di Chloe Ayling, la modella inglese rapita nel luglio 2017.
Il processo
La donna ha parlato in videoconferenza dall'Inghilterra nella mattina di venerdì 31 maggio, davanti ai giudici della Corte d'Assise di Milano, nel processo a carico del 37enne Michal Konrad Herba. L'uomo è accusato di essere stato il complice del fratello minore, Lukasz Pawel Herba, già condannato in primo grado a Milano a 16 anni e 9 mesi di carcere per il sequestro a scopo di estorsione della ragazza. La giovane ha raccontato di essere stata attirata a Milano con la scusa di un servizio fotografico, ma che, una volta arrivata all'appuntamento nello studio milanese dove avrebbe dovuto iniziare lo shooting, è stata stordita e rapita per sei giorni, dall'11 al 17 luglio 2017, e tenuta prima in un appartamento a Milano e poi in una baita isolata a Lemie, in provincia di Torino.
Il racconto di Chloe Ayling
"Mi sono risvegliata in uno spazio ristretto - ha proseguito la ragazza - poi ho capito di essere dentro un borsone, con polsi e caviglie ammanettate. Mi hanno messo del nastro isolante sulla bocca. Hanno fatto un buco nel borsone così che potessi respirare. All'inizio non sapevo dove mi trovassi, c'è voluto un po' di tempo. Poi ho sentito un rumore di una macchina e ho capito di essere dentro un bagagliaio". La giovane ha raccontato che, mentre si trovava all'interno dell'auto, essendo riuscita a togliere il nastro adesivo dalla bocca, ha provato ad attirare l'attenzione del guidatore. "Dicevo: 'guidatore! Dove stiamo andando?'. Poi sono riuscita ad aprire il borsone, quando la macchina si è fermata, il bagagliaio si è aperto e ho visto di fronte a me due uomini mascherati".