Milano, Ikea: giudice conferma licenziamento di madre di un disabile

Lombardia
Immagine d'archivio (ANSA)

Il Tribunale del Lavoro di Milano ha stabilito che "i fatti disciplinarmente rilevanti contestati dalla datrice di lavoro sono pienamente confermati" 

Il Tribunale del Lavoro di Milano ha confermato il licenziamento da parte di Ikea Italia di Marica Ricutti, madre separata di due figli, di cui uno disabile, che aveva fatto ricorso ritenendo il provvedimento discriminatorio. Il giudice infatti ha stabilito che "i fatti disciplinarmente rilevanti contestati dalla datrice di lavoro sono pienamente confermati". La donna aveva chiesto il reintegro e il risarcimento del danno procurato da Ikea. Il ricorso contro il licenziamento era già stato respinto in fase istruttoria.

La sentenza

"I fatti disciplinarmente rilevanti e contestati dalla datrice di lavoro a Ricutti - scrive il giudice - sono pienamente confermati e la difesa della ricorrente non ha introdotto ulteriori elementi per modificare il giudizio quanto alla proporzionalità del provvedimento espulsivo". Nello specifico, "l'insubordinazione verso i superiori accompagnata da comportamento oltraggioso", già "pienamente integrato dall'accertata frase 'mi avete rotto i c...'", che la donna aveva pronunciato ad alta voce nei confronti di una superiore, costituisce "esempio di condotta integrante gli estremi per il licenziamento disciplinare".

Gli sviluppi della vicenda

Tutto è cominciato quando la donna aveva accettato il cambiamento di reparto nel punto vendita alle porte di Milano, chiedendo però che il gruppo svedese le andasse incontro per gli orari. Con il cambio di ruolo la donna infatti avrebbe cominciato il proprio turno alle 7 anziché alle 9. "Ho chiesto più volte maggiore flessibilità - aveva spiegato la donna - perché per me spesso era molto complicato rispettare quegli orari. Mi hanno sempre rimpallato da una persona all'altra. Allora ho deciso di fare gli orari che facevo nel vecchio posto". 

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