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Siti: “Lo stile non è adornamento ma il modo che lo scrittore ha di vedere il mondo”

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Filippo Maria Battaglia

©IPA/Fotogramma

Il critico italiano è tornato da qualche settimana in libreria con un saggio intitolato "Contro l'impegno", pubblicato da Rizzoli . E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "La convinzione che la letteratura abbia anche un compito morale non è nata adesso. Ciò che mi colpisce, però, è l’importanza mediatica che ha assunto di questi tempi"

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"Quando uno parla di forma viene subito accusato di formalismo, ma la forma non è il bello scrivere: è qualcosa di molto più complicato che ha a che fare, per esempio, con la disposizione dei contenuti. Anche perché ciò che si chiama 'stile' non è semplicemente un adornamento: è il modo che lo scrittore ha di vedere il mondo". Walter Siti parte da questo malinteso per raccontare il suo ultimo libro, "Contro l'impegno", che la casa editrice Rizzoli ha da qualche tempo portato in libreria.

Un equivoco che, secondo il critico e scrittore, è solo una delle conseguenze della cosiddetta "letteratura del neo-impegno", quella cioè che si poggia sul presupposto che "il mondo sia malato (più malato del solito perché in emergenza) e che alla letteratura tocchi, come a una brava infermiera, di contribuire a risanarlo". 

"Una volta si chiedeva alla letteratura di rivoluzionare il mondo, ora solo di ripararlo"

 

"La convinzione che la letteratura abbia anche un compito morale non è naturalmente nata adesso - racconta il premio Strega durante l'ultima puntata di 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - Ciò che mi colpisce, però, è per un verso  l’importanza mediatica che ha assunto di questi tempi e per l'altro la richiesta fatta alla letteratura di incanalarsi verso temi considerati civilmente utili, richiesta che tra l'altro coincide con una sorta di disperazione  generalizzata". 

"Quel senso di vuoto e di confusione che c’è in giro  - nota ancora Siti - ha portato a ridurre le pretese: una volta si chiedeva alla letteratura di rivoluzionare il mondo, ora le si chiede semplicemente di ripararlo, come se l’importante in questo momento fosse limitare i danni".

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